Capitolo 5

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Mentre camminavo pensai che al lato positivo: al massimo avrei bevuto gratis.
Arrivai nei pressi di una villetta con piscina che sembrava molto costosa. Sicuramente la festa era stata organizzata da qualche figlio di papà, che aveva approfittato dell'assenza dei genitori. La musica si sentiva da lontano e mi meravigliai che nessun vicino si fosse ancora lamentato per il rumore.
Di solito queste feste dopo una certa ora finivano per l'arrivo della polizia.
Entrando vidi ragazzini camminare già barcollanti.
Dio, perché ero venuta qui?
Non avevo per niente voglia di infiltrarmi ad una festa di ragazzini.
Camminai ancora fino ad arrivare alla stessa piscina che si intravedeva dalla strada.
Era piena di ragazzi. Sembravano avere tutti circa la mia età tranne qualche ragazzo più grande.
Cercai con gli occhi un posto abbastanza isolato dove sedermi per poter ascoltare musica e bere qualcosa in tranquillità.
Mi diressi verso il tavolo degli alcolici e presi un bicchiere di vodka alla ciliegia. La adoravo.
Girovagai un po' per il giardino, non troppo affollato.
Le poche persone presenti erano intente a pomiciare o a fumare.
Mi sedetti a terra, facendo partire la riproduzione casuale e bevendo qualche sorso.
La musica della festa, da dove satvo seduta almeno, si sentiva leggermente più bassa.
Mi accesi una sigaretta e finii di sorseggiare il liquido dolciastro nel mio bicchiere per poi tornare di nuovo a  prenderne un altro.
Finii anche quello e mi diressi verso il cancello.
Era pieno di gente accalcata che ballava.
E io che cosa mi aspettavo venendo qui?
Assorta nei miei pensieri, arrivai vicino all'uscita ma sentii qualcuno darmi una spinta fortissima e caddi a terra.
Ci misi un po' per realizzare che quella era la seconda volta in una giornata.
Aprii gli occhi lentamente, prontissima a prendere a parole quella persona problematica che mi aveva fatto cadere a terra.
Mi ritrovai davanti due occhi nocciola che mi scrutavano attentamente e restai ammutolita.
«Scusa, non l'ho fatto apposta. Ma a quanto pare ci si rivede.» affermò sorridendo beffardo e tendendomi la mano.
Mi concentrai sul sorriso. No. Non poteva essere. Era il coglione di oggi!
Questo spiegava tutto.
Mi alzai si scatto.
«Ma che problema ti affligge? Spiegamelo! Ce la puoi fare a guardare dove metti quei piedi? Ma che cos'hai al posto del cervello, una nocciolina? Che cazzo ti ridi?» urlai indignata. Continuò a ridere di me, così mi voltai e ripresi a camminare, uscendo il piú in fretta possibile da quello schifo di posto.

Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora