Capitolo 51

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Avevo temporeggiato per tutto il pomeriggio, cosa che mi riusciva perfettamente.
Mentre stavo guardando la tv ricevetti un messaggio.
"Piccola, passo da te alle 8. A dopo.x"
Sorrisi involontariamente ma poi realizzai.
Le 8.
Controllai l'orario.
7.00 p.m.
Aiuto, il tempo era davvero passato velocissimo.
Come mi sarei dovuta vestire per incontrare i suoi amici?
'Casual' pensai subito.
Non sapevo neanche dove mi avrebbe portato.
Optai per un jeans nero strappato e una maglia del medesimo colore con la scritta 'Ultraviolence', il tutto accompagnato da un paio di anfibi.
Alla fine era quasi inverno e avrei rischiato di congelare.
Mi guardai allo specchio.
Avevo paura di essere scambiata per una satanista che sacrificava animali.
Poco importava, di certo non mi sarei vestita come una figlia dei fiori per piacere di più.
Mi truccai un po' e scesi le scale.
Mamma mi guardò, sembrò indecisa se parlarmi o no.
«Esci?» mi chiese solo.
Annuii e mi sedetti a tavola.
«Mamma non tenermi il muso.» dissi scocciata.
«Non sono arrabbiata con te Jennifer, sono arrabbiata con me stessa, perché ciò che mi hai detto è vero, totalmente.
Io non so nulla di te, non me ne sono mai interessata.
A quest'ora potresti benissimo uscire a drogarti e io non lo saprei perché non ho creato il giusto rapporto di fiducia con mia figlia. E questo è solo colpa mia, devo essere consapevole delle conseguenze che hanno provocato le mie scelte su di te.»
«Mamma...- dissi quasi intenerita - hai ragione. Non ti sei mai interessata di me, non ti sei mai interessata della mia vita, non hai mai cercato di creare nulla, ma non è ancora troppo tardi.
Certo, non nego di esserci stata male in questi anni, mi sono sentita inutile, trascurata, mi hai ferito, ma ti ho perdonato.
Ora è il momento che tu perdoni te stessa.
Papà lo vorrebbe... Per me, per te, per ciò che è rimasto di questa famiglia.»
Si asciugò gli occhi.
«Hai ragione. Grazie.» disse abbracciandomi.
«Pian piano ce la faremo.» le sussurrai nell'orecchio accarezzandole i capelli.
Ci staccammo e lei si ricompose sorridendomi.
«Esci con il tuo ragazzo?»
Stavo per correggerla dicendole che non stavamo insieme, ma mi bloccai.
Ero la sua ragazza?
Non avevamo mai chiarito la situazione tra noi ma di certo non glielo avrei chiesto.
Sicuramente qualcosa eravamo.
Provavo qualcosa di forte per lui ma non riuscivo ancora a fare chiarezza sui miei sentimenti.
Scossi la testa scacciando via quei pensieri.
Mi limitai a rispondere un: "Con Justin."
Il campanello suonò interrompendo la nostra conversazione.
Andai ad aprire.
La prima cosa che controllai fu il suo abbigliamento.
Volevo capire se si fosse messo in tiro o cose varie.
«Ehi piccola.» mi disse avvicinandosi e baciandomi.
Gli sorrisi.
Era vestito abbastanza semplice: un jeans scuro e una maglietta nera con la scritta 'Nirvana', accompagnati da un paio di sneakers nere.
Non conoscevo molto bene i Nirvana perciò non commentai in alcun modo la maglia.
«Buonasera signora Grant. Come sta?» disse educato a mia madre.
«Oh non mi dare del lei, mi mi fai sentire vecchia. Chiamami Rosie. Comunque sto bene, grazie del pensiero.» disse sorridendo e facendomi l'occhiolino.
«Andiamo?»
Annuí prendendomi la mano e accompagnandomi fuori.
Arrivammo davanti alla sua macchina.
«Sembra quasi che ci siamo messi d'accordo di vestirci entrambi di nero. I tuoi amici penseranno che sono una strana.» dissi ridendo.
«Oh fidati, i miei amici non sono di certo i tipi che pensano male, tranquilla. Sono simpatici, ti piaceranno, fidati.» mi disse sedendosi al posto di guida e accendendo la macchina.
«Ma poi non mi hai ancora detto dove andiamo.»
«Ma non è più bello e misterioso se non lo sai?» disse lui saccente con un sorrriso beffardo.
«No!» dissi scoppiando a ridere.
Il mio sguardo venne catturato dai CD che aveva nel cruscotto.
«Posso vedere?» gli chiesi.
«Certo.»
C'erano una marea di CD.
Nirvana, Nirvana, Nirvana, Arctic Monkeys, The 1975, Guns N' Roses, The doors e un sacco di altri artisti che non avevo mai sentito.
«Hai dei gusti particolari, molti non li conosco.» dissi pensierosa continuando a prendere CD.
«Cazzo, allora un giorno dobbiamo proprio rimediare. Ormai siamo quasi arrivati, perciò non abbiamo tempo ma la prossima volta che vieni da me te li faccio ascoltare in vinile. Tu che musica ascolti invece?»
«Principalmente Lana Del Rey e Amy Winehouse. Poi non bado molto ai generi, l'importante è che le canzoni mi piacciano.»
«La mia piccola depressa.» mi disse accarezzandomi la coscia.
«Ma sta' zitto scemo.» dissi mentre la macchina si fermava in una specie di bosco.
Mi guardai intorno confusa.
«Siamo in un bosco? Vuoi rapirmi o cosa?»
«Shh, seguimi e basta.» disse prendendomi la mano.

Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora