Capitolo 57

435 22 3
                                    

Chiamai Justin che mi rispose al secondo squillo.
«Ehi piccola.»
«Ehi...»
«Come è andata con tua madre?» disse con tono preoccupato.
«Non lo so, penso male. È arrabbiata. Molto. Scusala se è stata scortese nei tuoi confronti. Probabilmente questi giorni non vorrà farmi uscire, ma lo farò lo stesso.
In qualche modo. Tanto lei lavora e in questo periodo anche molto, non potrà tenermi controllata o chiudermi in casa.
Lei continua a pensare che io abbia picchiato Liz perché ora sono fidanzata e quindi giustamente mi sento figa e ribelle. Mi fa così arrabbiare!»
«Siamo fidanzati?»
Restai in silenzio un attimo.
Aiuto, cosa avrei dovuto dire?
«Dai Jen, ti sto prendendo in giro. Non ne abbiamo mai parlato ed è colpa mia che l'ho sempre dato per scontato e a quanto vedo anche tu.
Non mi piace il termine fidanzati, mi sa da retrò, ma tu sei la mia ragazza e stiamo insieme, questo è certo e mi basta.»
Fu come se sentissi il suo sorriso dal telefono e sorrisi a mia volta, anche se lui non l'avrebbe potuto vedere.
«Mi manchi già. Sono a casa e mi sto annoiando, Irene sta per tornare e anche mamma. Vorrei tanto venire lì da te.»
«Rapiscimi ti prego.»
«Oh certo milady, allora aspettati una visita perché codesto principe non può stare senza la sua principessa per cinque giorni. Potrebbe sentirsi male.»
Risi immaginandolo sul letto a dire quelle cose.
«Comunque dai, per oggi non uscire poi vedremo come organizzarci nei prossimi giorni.»
«Mi stai davvero dicendo che stasera dovrei stare a casa dopo tutto ciò che mi ha detto mamma? Col cazzo.»
«Dai Jen. La farai arrabbiare il doppio dopo.»
«Ma dai, non se ne accorgerà.» dissi non convintissima delle mie stesse parole.
«Dai Jen troviamo un compromesso.
Vengo io da te.»
«Beh sicuramente non se ne accorgerà. Perché sono stata così stupida da non pensarci?» dissi sarcastica ridendo.
«Salgo dal balcone.»
Scoppiai a ridere senza riuscire a smettere inmaginandomelo che si arrampicava sul balcone come quei Babbo Natale che si appendono alle finestre.
«Ma perché ridi così?» disse seguendomi.
«Nulla lascia stare. Porta del cibo così non devo scendere a cenare. Grazie mio eroe. Sarai ricompensato.» dissi con tono ambiguo.
«Da cosa?»
«Dalla mia compagnia e nient'altro. Eh! Volevi!» dissi ridendo a crepapelle.
«Quanto sei scema. Aspettami verso le 8. A dopo.»
«Ciao.» dissi staccando la chiamata.
Restai ferma per qualche secondo senza sapere cosa fare.
Mi tolsi i vestiti di dosso buttandoli da qualche parte nella stanza e aprii l'armadio.
Mi misi un pantalone della tuta grigio e una canottiera del medesimo colore insieme alle calde calze della Huf.
Aprii la porta sbirciando leggermente per il corridoio.
Volevo prendere da bere da portarmi in camera per dopo e magari riuscire a prendere qualche dolce.
Camminai in punta di piedi fino ad arrivare in cucina.
Presi qualche lattina di Red Bull che era l'unica bibita decente in quel frigo.
Mentre aprivo lo sportello della mensola sentii dei rumori.
Maledissi tutto mentalmente e mi girai sapendo già cosa mi aspettava.
Trovai mamma in piedi davanti a me con le braccia incrociate.
«Cosa stai facendo?»
Alzai gli occhi al cielo.
«Merenda.»
«Sono le 6.»
Alzai nuovamente gli occhi al cielo.
Stavo perdendo la pazienza.
«Ho fame.»
«Ti conviene presentarti per cena dopo.»
«No non ho fame.» dissi facendo per andarmene.
Mi prese per il braccio.
«Senti signorina, non provare a prendermi in giro. Tu alle 7.30 in punto scendi per la cena e non si discute. Finché sei sotto questo tetto fai ciò che dico io.»
Scrollai il braccio guardandola disgustata.
Non capivo come potesse essere diventata così aggressiva da un momento all'altro.
«Attenta ad esprimere certi desideri.» dissi solo salendo le scale.
Che fastidio mi dava.
Ora non sapevo bene come fare perché non volevo cenare con lei e solitamente il tempo che apparecchiava e preparava tutto tutto mangiavamo alle 7.50 e Justin sarebbe arrivato alle 8.
Frustrata addentai qualche biscotto.
Mi venne in mente un'idea.
Avrei fatto finta di dormire così almeno fino al giorno successivo non mi avrebbe stressato.
Persi tempo fino alle 7 e mezza poi mi misi a letto aspettando il mistico momento in cui mamma sarebbe arrivata per rimproverarmi.
Mi autocomplimentai mentalmente per quanto fossi intelligente.
Più tardi di quanto mi aspettassi sentii dei passi lungo le scale e finalmente sentii la porta aprirsi.
Dopo qualche istante udii un sospiro e la medesima richiudersi.
Tirai un sospiro di sollievo aspettando un po' per sicurezza.
Dopo qualche minuto sentii dei rumori.
Aprii la portafinestra e mi sporsi lungo la ringhiera.
«Ehi.» disse lui spuntando alla mia destra.
«Oddio mi hai spaventata.» dissi con una mano sul petto.
«Perchè, aspettavi qualcun'altro?»
«Sí, il mio principe azzurro.»
Rise avvicinandosi.
«Non mi saluti?» sussurrò al mio orecchio.
Posai le braccia attorno al suo collo e lo baciai.
«Hai fumato prima di venire qui?» dissi sentendo sia l'odore che il sapore di Marlboro.
«Beccato.» disse alzando le mani in segno di resa.
Risi prendendolo per la mano e trascinandolo dentro.
«Mi raccomando non dobbiamo fare troppo casino perché mia madre crede che dorma.»
«Tranquilla, rilassati.»
«Guarda cos'ho.» disse svuotando il contenuto dello zainetto che aveva sul letto.
«Oddio lo sai che ti amo.»
Mi pentii subito di aver detto quella frase.
Ero quel tipo di persona che si faceva mille paranoie anche per nulla.
Non volevo che mi trovasse appiccicosa o altro o che fraintendesse.
Lui non sembrò farci molto caso e mi sorrise apertamente.
«Da dove vuoi iniziare?»
«Birre?» risposi io.
Me ne passò una e si sistemò accanto a me.
A interrompere quel momento di pace fu il suo telefono che cominciò a squillare.
«Rispondi che sta facendo un gran rumore!» gli dissi quasi urlando.
Prese il telefono il più velocemente possibile e rispose.

XX

Ciao belleeee.
Volevo solo augurarvi buon anno nuovo e buon rientro dalle vacanze!
Alla prossima.x

Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora