Capitolo 53

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«Jen...»
Sentii dei baci leggeri sul collo.
«Ti devi svegliare. È ora di andare a scuola.»
«Mmh, dieci minuti.»
«Dai piccola.» disse portandosi la mia mano sulle labbra.
Mi alzai ancora leggermente intontita.
«Sto morendo di fame.»
«Adesso mangiamo qualcosa.» mi disse premuroso.
«Posso farmi la doccia qui? Così risparmiano tempo.»
«È un invito ad unirmi?»
«No.» dissi facendogli la linguaccia.
Mise su un finto broncio.
Mi avvicinai lasciandogli un tenero bacio sulla guancia.
«Muoviamoci va.» gli dissi allontanandomi.
«Ti accompagno in bagno, così ti lascio degli asciugamani puliti.»
Mi feci una doccia molto veloce, giusto per svegliarmi e riscaldarmi un po'.
Odiavo la routine di andare a scuola, soprattutto di inverno. Mi metteva tanta tristezza.
Uscii riindossando gli stessi vestiti che avevo addosso. Li avrei cambiati appena avessi messo piede in casa.
Arrivai in cucina dove Justin aveva già preparato la colazione.
Seduta al tavolo trovai anche Irene a cui rivolsi un sorriso gentile.
«Ciao. Come stai?» le chiesi.
«Bene tu?»
«Tutto bene circa, un po' stanca.» risposi sedendomi.
«Mi raccomando, non ci mettere troppo a cambiarti, perché siamo già un po' in ritardo. Non voglio farti fare tardi.»
«Ma va, secondo me ti preoccupi troppo per nulla. Devo solo andare a scuola.»
Gli strinsi la mano per rassicurarlo.
Finimmo di mangiare tranquilli.
Avrei voluto fare più domande ad Irene che davanti a lui non avevo potuto fargli per evitare che si insospettisse.
La salutai con un abbraccio e uscimmo.
Arrivammo a casa dopo una decina di minuti.
Salii in camera cominciando a preparare lo zaino mentre mi infilavo di fretta un jeans.
Justin aveva ragione, non ero molto in orario, ma cercai di non preoccuparmi troppo.
Oggi avrei avuto anche l'ora di ginnastica.
Da suicidio.
Stressata e in ritardo feci solo una passata di mascara e mi misi un po' di blush per dare colorito al viso, per evitare di sembrare uno zombie.
Scesi le scale trovando mia madre, che prima probabilmente non avevo notato per la fretta.
«Ciao mamma.»
«Stai andando a scuola?»
«Sí, mi faccio accompagnare da Justin.»
«Sono felice, davvero, però Jennifer non mi piace che passi le notti fuori casa senza avvertirmi. Non so neanche dove sei, che cosa fai, mi fai preoccupare.»
«Mamma da chi vuoi che sia?»
«Se doveste fare qualcosa me lo diresti? Jennifer prendila sul serio, per me è importante.»
«Mamma te lo direi, stai tranquilla. Devo andare, sono in ritardo. Ti voglio bene.» dissi sorridendo, lasciandole un bacio sulla guancia.
Ero particolarmente di buon umore, anche con l'aspettativa di andare a scuola.
Avevo passato una bellissima serata con lui e il risveglio, anche se un po' traumatico, era stato ancora meglio.
«JEN SIAMO IN RITARDO.» disse appena misi di nuovo piede in macchina.
«Dai calmati, di qualche minuto. Non è il mio primo giorno di scuola, apprezzo che tu ti preoccupi ma stai tranquillo.»
Gli lasciai un bacio casto sulle labbra e lo incitai a partire.
Arrivammo davanti alla scuola in pochi minuti.
Era semideserta, segno che la campana era già suonata.
«Te lo avevo detto!» mi disse lui.
Risi di gusto salutandolo con l'ennesimo bacio.
«A che ora passo a prenderti piccola?»
«Esco alle 2 oggi.»
«Okay, mi farò trovare qui, con la mia aria da figo per far rosicare tutti quelli che ti stanno sul cazzo.»
«Ma va' a cagare.» lo presi in giro ridendo.
Scesi dall'auto e mi avviai velocemente dentro.
Il tempo non prometteva nulla di buono e di sicuro avrebbe piovuto, quindi almeno durante l'ora di educazione fisica non saremmo andati al campo.
Ero in ritardo di una ventina di minuti circa.
Entrai in classe abbastanza affannata, siccome avevo praticamente corso.
Aprii la porta scordandomi di bussare, ricordandomi solo dopo che quella seduta alla cattedra non era una professoressa ma il male in persona.
«Signorina Grant, data la sua maleducazione, adesso lei esce chiude la porta e rientra in modo educato e bussando. Non siamo a casa sua. Grazie.» mi disse con un sorriso proprio da stronza quale era.
Alzai gli occhi al cielo e uscii.
Bussai alla porta.
Mi guardò con aspettativa.
Alzai per l'ennesima volta gli occhi al cielo e decisi di accontentarla.
«Buongiorno egregia Professoressa, può codesto e umile essere insignificante partecipare alla sua portentosa lezione? Ne sarei davvero onorata.»
«Grant faccia poco la simpatica. La faccio entrare solo perché per una volta nella sua vita ha parlato in italiano corretto.»
Si alzò un 'oh' generale.
Stizzita mi andai a sedere al mio posto.
«Amo finalmente sei tornataaa! Era un inferno senza di te.» disse Rob abbracciandomi.
Sorrisi al suo entusiasmo.
«Bentornata.» bisbigliò Alison sorridendo sincera.
Ero rimasta abbastanza pari con il programma, ma cercai comunque di restare attenta alla lezione, preparandomi mentalmente al fatto di dover andare in palestra.
Odiavo quella materia e farla di prima mattina era come avere un dito sporco di sabbia in culo.
Letteralmente.
L'ora finì in fretta e il prof entrò solo per dirci di raggiungerlo nella palestra.
Ci dirigemmo direttamente negli spogliatoi.
Non eravamo tante ragazze in classe, circa una decina.
Vidi con la coda dell'occhio mentre cominciavo a spogliarmi Liz ridere.
«Jennifer.» la sentii chiamarmi mentre mi mettevo le scarpe.
La guardai spronandola a parlare.
Non avevo per niente voglia di rovinarmi la giornata con i suoi giochetti.
«Sai... Mi chiedevo quanti servizietti hai fatto in questa settimana.»
«Hai paura che superi il tuo record?» dissi infastidita.
«No, era perché non ero certa se li avessi fatti prima del funerale di tuo padre o dopo.» disse scoppiando a ridere.
«Cosa cazzo hai detto puttana?»
«Non ti offendere Jennifer, dai. Dico solo che se lui lo sapesse non ne sarebbe proprio fiero.» mi riprese saccente.
Il sangue mi bollì nelle vene.
«Tu non sai un cazzo.»
Strinsi i pugni mentre le sue due amiche oche le stavano a fianco, ridacchiando ad ogni frase.
Troie.
«Oh so abbastanza. Sai mi è giunta voce che sei andata via a metà della cerimonia con un ragazzo per fartelo. Non molto rispettoso sai?»
«Adesso ti ammazzo cazzo!»
Mi scagliai contro di lei tirandole quei capelli di merda che si ritrovava.
Cominciò a strillare come una gallina al macello.
«Lasciami stronza.»
Mi tirò un pugno in faccia allontandomi al che ribattei lanciandogli un calcio e sbattendola al muro.
Le sue troiette stavano impalate con la bocca spalancata senza fare nulla mentre Alison cercava di staccarmi da lei, senza riuscirci a causa della sua esile corporatura.
Approfittando della mia distrazione Liz mi tirò una testata sul naso.
Sentii letteralmente un rumore simile a 'croc'.
Le assestai altri due calci quando due braccia forti mi portarono letteralmente fuori dallo spogliatoio, lasciandomi nel corridoio.
Cercai di liberarmi e dopo vari tentativi ci riuscii.
«Grant cosa vi è preso? Cosa sono queste scenate? In infermeria entrambe! Questa cosa vi costerà caro, appena vi sarete pulite spiegherete tutto al preside. Queste cose non sono sicuramente di mia competenza. Veloce!»
Sentii del sangue colarmi dal naso.
Mi avviai ancora incazzata verso l'infermeria seguita dalla stronza.
Ero arrabbiata come non mai.
Sarei andata nei casini e oltrettutto per colpa sua.
Aveva messo la sua lingua da vipera dove non doveva.
Non si doveva proprio permettere di nominare papà.
Finché offendeva me era un conto, ma lui, non me lo doveva proprio toccare.
Sentii delle gocce di sangue cominciare a cadere anche sulla maglia prima immacolata.
Non sentivo tanto male fisico, se non per il naso, ma sperai di avergliene fatto abbastanza da rovinargli quella faccia di merda.
Arrivammo senza dire una parola.
La signora dell'infermeria ci riempii di domande a cui io risposi prontamente a monosillabi.
Lei sembrava semplicemente silenziosa.
Aveva qualche taglio in faccia e molto sangue le usciva dal labbro.
L'infermiera finì di disinfettare prima lei, che probabilmente si diresse dal preside.
Quando arrivai io la porta era aperta.
Bussai sullo stipite.
«Posso entrare?» chiesi un po' spaventata dalla mia sorte.
«Grant entra.» disse severo.
«Guarda come sei combinata. Hai il naso rotto?»
«Per fortuna no, solo una brutta botta.» dissi abbassando lo sguardo.
Mi squadrò per qualche secondo.
«Ma chi te lo ha fatto fare? Lo sai che ci saranno delle conseguenze per questa cosa vero? Devo scrivere un rapporto. La signorina Dylan mi ha già dato la sua versione dei fatti, ora mi serve la tua, anche per decidere la gravità delle conseguenze.»
«Ero in spogliatoio e mi stavo cambiando quando Elizabeth ha cominciato ad aggredirmi verbalmente. Le ho risposto con la stessa moneta ma ad un certo punto ha nominato una situazione che mi ha fatto perdere la testa e perciò ero così arrabbiata che ho alzato le mani.»
«Si può sapere qual è questa situazione che ti ha portato a distruggerle il viso?»
«Questa settimana è stata difficile per me, ho perso mio padre e lei lo ha nominato affermando che lui non sarebbe stato fiero del mio essere troia, a detta sua ovviamente. Capisce? Sono sbottata, come si permette?»
«Grant io la capisco, davvero, ma avrebbe dovuto avvertire il professore. Alzandole le mani è passata dal torto.
Sono costretto a sospenderla per quattro giorni e a toglierle cinque dei crediti accumulati per la sessione d'esame.» disse tornando formale.
Realizzai ciò che aveva detto.
Una sospensione.
«Scusi posso chiederle quanto è la punizione della Dylan?»
«Uguale alla sua. E l'ho convinta a non sporgere denuncia.»
«Sporgere denuncia? Lei mi ha insultato! Ci mancava anche.»
«Vorrei ricordarle di che calibro è suo padre come avvocato. Avrebbe vinto la causa con uno schiocco di dita. Ora può anche andare a casa Grant. Si comporti bene quando tornerà. È l'ultimo anno, non lo butti via così.»
«Certo, grazie.» dissi facendo per uscire.
«Ah e Grant?»
«Sí?»
«Ovviamente mi sembra scontato dirle che sono comunque tenuto ad avvertire sua madre. E non tollerò più queste cose nella mia scuola. Mi raccomando. Vada.»
Mi avviai fuori scuola estraendo il cellulare dalla mia tasca.
Chiamai Justin.
«Piccola che succede?»
«Ti prego vienimi a prendere, sono davanti a scuola.»
«Certo, cinque minuti e arrivo.»



Ciao ragazze, spero che il capitolo vi piaccia. Vi auguro un buon weekend, soprattutto a chi avrà la fortuna di andare al concerto.
Spero che vi divertiate.😍💖
Alla prossima.x

Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora