Capitolo 62

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Tornai in camera di Justin indecisa se trovare il modo di dirglielo o meno.
Non volevo farmi ricattare da lei.
Mi sdraiai coprendomi il viso con le mani, sospirando.
Sentii dei passi perciò mi sistemai per non fargli sospettare nulla.
«Ehi.» mi disse sedendosi accanto a me.
Gli risposi semplicemente sorridendo.
«Ti ho fatto aspettare molto? Ti sei annoiata?»
«No, tranquillo. Stavo usando il telefono.» dissi mentendo come ero solita fare un po' troppo ultimamente.
Annuii lasciandomi un bacio sulle labbra.
«Justin devo dirti una cosa.» dissi improvvisamente, sapendo che dopo averlo detto non avrei potuto rimangiarmelo.
«Dimmi. Devo preoccuparmi?»
Pensai ad un modo per cercare di farla sembrare meno grave di quello che fosse realmente.
Avevo nella testa migliaia di conclusioni diverse, tra cui lui che mi cacciava fuori o che mi urlava contro.
«Sono contenta di averti incontrato.» dissi solo prendendogli la mano.
Sorrise dolce ricominciando a baciarmi.
«Anche io.» disse poi.
«Ti porto a casa tra mezz'ora, giusto per non rischiare con tua madre okay?» aggiunse.
Annuii ancora nervosa per la serata bizzarra.
Mi sentivo davvero stanchissima.
Posò il telefono sul comodino per poi abbracciarmi.
Mi lasciai coccolare rischiando quasi di addormentarmi, quando lui mi ricordò che dovevamo andare.
«Mi preparo, ci metto qualche minuto, non riaddormentarti.» disse ridendo.
Mi stropicciai gli occhi.
Il fischiettio del suo telefono mi svegliò totalmente.
Vidi la schermata illuminata e lo presi curiosa.

Elizabeth
Ok.

Aprii la chat curiosa, pregando che non fosse la stessa Elizabeth.
La chat era vuota, c'era solo quella risposta, segno che ovviamente aveva eliminato il resto dei messaggi. Aprii la foto profilo e vidi che era ovviamente Liz.
Sentii dei passi, perciò mi affrettai a segnarlo come non letto, per poi appoggiare immediatamente il telefono.
Non potevo nemmeno chiedergli chiarimenti, non volevo sembrare una di quelle ragazze gelose e psicopatica e che controllano ossessivamente il telefono del proprio ragazzo perciò mi limitai a stare in silenzio.
«Sono pronto, andiamo?»
Annuii alzandomi e raccattando la mia roba.
Il viaggio fu silenzioso.
Capivo che si era accorto che c'era qualcosa che non andava però sperai che non chiedesse nulla.
Quasi contemporaneamente a questi pensieri lui parlò.
«Jen, tutto bene?»
Annuii continuando a stare in silenzio.
«Lo so che la serata non è andata proprio al meglio ma vedrò di chiarire con Irene. Fidati che la storia non finisce qui.» disse convinto.
Quella frase mi spaventò ancora di più.
«Non importa, non è successo nulla di troppo grave.» cercai di sdrammatizzare.
Sospirò cambiando poi discorso.
«Domani andiamo a fare colazione insieme?» chiese con un gran sorriso.
«Va bene.» dissi contenta.
«Perfetto, allora passo a prenderti verso le 9 e poi stiamo un po' da me.
Domani ti faccio sapere cosa ha detto Irene.»
Annuii nervosa per poi lasciargli un bacio e scendere dalla macchina.
Feci piano come ormai ero solita fare e mi buttai direttamente a letto.
Ebbi un brutto risveglio per via dell'allarme pressante della sveglia che non voleva finire di suonare.
Alzai gli occhi al cielo perché il buongiorno si vedeva dal mattino.
In più ero già abbastanza nervosa di mio per via del ciclo e di tutto lo stress accumulato in quei giorni.
Mi feci una doccia veloce per poi prepararmi.
Sentii il clacson suonare segno che Justin era in anticipo.
La colazione fu davvero lenta, anche per via del fatto che chiacchieravano molto.
Da quel che avevo potuto intendere da Irene non sapeva ancora nulla dato che stamattina invece di andare a scuola aveva continuato a dormire.
Ero abbastanza sollevata anche se sapevo che prima o poi ci avrebbe dovuto parlare.
«Hai voglia di venire da me?» mi chiese mentre ci rimettevamo in macchina.
Non volevo rifiutare ma sapevo che non era una grande idea.
«Va bene.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2017 ⏰

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