Capitolo 39

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Arrivammo abbastanza in fretta, o almeno così mi era parso, dato che il viaggio era stato piacevole e il tempo era volato.
Nel secondo in cui avevo messo fuori il piede dall'auto un pensiero mi attraversò la mente.
«Jus, che giorno é oggi?» gli chiesi fermandomi.
«Venerdì, perché?» mi chiese confuso.
Tirai un sospiro di sollievo.
«Mh, nulla.» risposi vaga.
Ero convinta di essermi dimenticata di aiutare Irene per la festa ma la fortuna stava girando dalla mia parte.
«Okay, andiamo allora.» mi disse prendendomi per mano.
Entrammo in casa e percepii un clima molto piacevole, dato l'inverno ormai inoltrato.
Sentii un buon odore provenire dalla cucina.
«Jennifer, come stai? Come sei bella oggi. Fatti abbracciare.» mi disse Pattie sorridendo.
«Ciao anche a te mamma!» scherzò lui.
«Restate a cena vero? Ti piace il pollo? Lo sto preparando con le patate.»
«Oh sí, certo. Non ti preoccupare.» le dissi sorridendo.
«Okay cara, salite pure se dovete.» mi disse facendomi l'occhiolino.
Sorrisi imbarazzata, mentre le mie guance si tingevano di un rosso intenso.
Salimmo le scale, superando la stanza che sapevo essere di Irene e arrivammo alla sua.
Era una camera semplice ma ben arredata. Aveva un piccolo balcone che si affacciava sul giardino.
«Mi piace la tua camera, è figa.» dissi guardandomi intorno e osservando i vari oggetti presenti.
«Modestamente.»
«Ma sta' zitto.» dissi spingendolo.
Non si mosse di un centimetro.
«Wow, è tutto qui quello che sai fare?» mi disse buttandomi sul letto e cominciando a farmi il solletico.
«Oh mio Dio! No... Ti prego.» dissi senza fiato.
«Come si dice? Mi arr...?» mi disse sorridendo beffardo.
«Col cazzo.» gli dissi alzando il ginocchio e colpendolo dritto alle palle.
«Uh!» gemette.
«Perchè lo hai fatto?!» disse con la faccia dolorante.
«Perchè io vinco sempre.» dissi sorridendo soddisfatta.
Osservai lo scaffale pieno di libri di vario genere.
«Non pensavo ti piacesse leggere.» dissi prendendo tra le mani "Il ritratto di Dorian Gray" sistemato di fianco ad altri grandi classici.
«Adoro questo libro. Ha una personalità tutta sua.» gli dissi sfogliando le pagine che avevo letto un infinità di volte.
Si alzò in piedi.
«Già, hai ragione.» disse.
Prese il libro dalle mie mani e dopo averlo riposto mi baciò.
Era un bacio leggero ma pieno di emozioni.
Legai le braccia al suo collo, spingendolo contro il muro.
Mi accarezzò la gamba portandola attorno al suo bacino.
Un rumore forte mi spaventò.
«Ma che cazz...?»
Mi girai verso la porta e notai Irene sulla porta, con una mano portata a coprire gli occhi.
«Scusate, mi sono scordata di bussare. Vi do dieci secondi per rendervi presentabili ai miei occhi.
Uno. Due...»
«Irene, ti prego. Questa cosa é imbarazzante.» le disse lui.
«Oh ed é proprio per questo che mi diverto. In ogni caso, mamma mi ha detto di avvertirvi che tra poco la cena é pronta.» disse lei richiudendo la porta.
Scoppiai a ridere e lo presi per mano.
«Andiamo, su.» dissi.

Parto con il dirvi che mi dispiace davvero tanto di essere scomparsa per così tanto tempo.
Non riuscivo a trovare la giusta concentrazione per scrivere ma sono ufficialmente tornata e vi garantisco che cercherò di mettere tutto l'impegno che posso nello scrivere.
Ringrazio chiunqie sia rimasto dopo tutto.
Vi voglio bene. A prestissimo.

Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora