Magia

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I tifosi erano in delirio e i giocatori esultavano entusiasti. Fu una partita combattuta, ma i ragazzi riuscirono a conquistare la vittoria al tie break.
Laura aveva trascinato l'amica con sé fuori dal Palazzetto, in attesa dell'arrivo dei ragazzi.
"Dai ti prego, vieni con noi! Ti divertirai. E poi lo sai, ho bisogno del tuo aiuto."
Sissi alzò un sopracciglio. "Ah sì? Quindi hai chiamato Marco, come io ti ho consigliato."
Laura rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. "Lo farò, giuro. Domattina."
Sissi sospirò, ma prima di poter dire qualcosa, Matteo e Luca arrivarono.
"Ehi ragazze! Allora, quanti complimenti meritiamo?"
Sissi alzò gli occhi al cielo, mentre Laura iniziò a commentare le scene più entusiasmanti della partita.

Dopo qualche minuto Sissi decise di interrompere il fiume in piena dell'amica. "Sì, siete stati meravigliosi. Ma adesso possiamo andare? Sto congelando."
Matteo guardò Sissi e dopo Laura. "Beh, veramente io e Laura abbiamo i biglietti per un concerto notturno qua vicino."
"Voi cosa?" Sissi guardò l'amica e poi Matteo, per poi tornare a Laura che aveva tutta l'aria di essere colpevole. Perfino Luca, che non stava prestando attenzione alla conversazione, si destò. Sissi irrigidì la mascella e la guardò. "Davvero Laura?"
Laura annuì seriamente ma poco dopo il suo volto si aprì in un sorriso. "È così insolito! È una cosa che non conosco, e voglio capire se mi piace. Capisci, Sissi?"
La mascella di Sissi era serrata e gli sguardi rivolti all'amica erano glaciali.

I due ragazzi si guardarono, cercando di capire cosa stesse succedendo tra le amiche, all'improvviso ammutolite.
Dopo poco, Sissi prese parola. "Io come dovrei tornare a casa?"
Laura era rimasta in silenzio, e intervenne Matteo. "Ti accompagna Luca! Giusto? Noi adesso dobbiamo andare." Prese per mano Laura e si allontanarono prima che i due ragazzi potessero fiatare.

*

Laura ridacchiò sbirciando indietro verso l'amica, che la fissava con un misto di stupore e rabbia. "Questa volta mi ucciderà!"
"Ma no!"
"Ma l'ho abbandonata là!" Laura si fermò. "Devo tornare da lei, almeno per accompagnarla a casa."
"Ma è nelle mani del Vetto, starà più che bene." Matteo le sorrise. "Te lo assicuro. Affiderei a quel ragazzo la mia vita." Laura rimase in silenzio a riflettere. Luca era un bravo ragazzo e forse all'amica avrebbe fatto bene stare un po' con lui per sciogliersi un poco. Alla fine annuì.
"Andiamo."
Matteo le sorrise radioso e raggiunsero la sua macchina.

Dopo qualche minuto Matteo parcheggiò la macchina e scesero. Prese nuovamente Laura per mano e lei scoprì di apprezzare molto quel contatto. Si sentiva in qualche modo sicura e protetta, come se avesse al fianco qualcuno su cui potersi appoggiare in momenti di difficoltà.

Camminarono fianco a fianco qualche minuto in silenzio.
"Sei sicuro che sia la strada giusta?"
Matteo rispose sottovoce. "Fidati di me."
Laura sentiva crescere passo dopo passo un senso di euforia che non riusciva a spiegare: stavano camminando in mezzo al bosco, che era completamente buio se non per qualche flebile lucina posta qua e là, ma si sentiva al sicuro.

Sentire Matteo respirare accanto a sé le infondeva un senso di tranquillità e serenità.
Mentre camminava, a Laura parve di udire una debole melodia.
Sbirciò verso Matteo ma il buio le impediva di scorgere la sua espressione.
Più camminavano più le sembrava di distinguere una musica sempre più nitida e chiara.
"Senti anche tu?"
"Shhh." Matteo la interruppe e strinse maggiormente la mano della ragazza, attirandola verso di sé.
Laura deglutì e si lasciò nuovamente guidare da lui.

Ciò che Laura vide la lasciò senza fiato.
In una piccola radura di bosco, vi erano piccole collane di lucine color ghiaccio appese ai rami degli alberi che davano un po' di luce.
La musica adesso era forte e chiara e proveniva da una piccola orchestra posta al centro dello spiazzo, che incantava gli ascoltatori con una melodia dolce e avvolgente.
Intorno ai musicisti, Laura scorse le sagome di diverse persone.
La ragazza rimase incantata: Matteo le aveva accennato qualcosa a proposito di quel concerto ma mai si sarebbe aspettata un'atmosfera tanto fiabesca.
"Ti piace?"
Matteo si era chinato verso di lei; la sua voce l'aveva sorpresa e le fece tremare le gambe. Volse appena il viso verso di lui e sentì la sua barba solleticarle la pelle piacevolmente.
"È meraviglioso."
"Vieni." La guidò verso un posto poco lontano e la fece accomodare su dei cuscini, coprendo entrambi con un plaid.

Appoggiarono la schiena contro il tronco di un albero mentre la musica li avvolgeva nella sua magia, incatenandoli nella sua melodia.
Laura non riuscì tuttavia a lasciarsi completamente andare; sentiva la parte sinistra del suo corpo a contatto con il ragazzo, percependo un calore che le faceva sentire il cuore in gola.
Ogni tanto Matteo si girava verso di lei per osservarla; Laura faceva finta di niente e sperava che il suo cuore non facesse troppo rumore, ringraziando intanto il buio che nascondeva le sue guance arrossate.


Una volta che il concerto fu finito, i ragazzi decisero di prendere un trancio di pizza e di passeggiare.
"Allora, ti è piaciuto?
"Assolutamente sì! È stato meraviglioso... Così magico!"
Matteo sorrise dolcemente. "Ne sono felice."
"Sai, non mi aspettavo che tu mi portassi a una cosa del genere."
Matteo aveva appena addentato una fetta di pizza e la guardò con gli occhi sorpresi e la bocca piena, mugugnando un "Ma perché?"
Laura ridacchiò. "Non so, non ti facevo uno che apprezza questo genere di cose. Così delicate e tranquille."
Il ragazzo deglutì e la guardò qualche secondo prima di rispondere. "Non pensavi che io potessi avere un animo delicato e romantico?"
Laura gli sorrise mortificata. "No. Ma non è un'offesa, è che mi sembravi più uno da discoteche e feste."
Matteo distolse lo sguardo posandolo verso il cielo, per poi tornare alla ragazza. "È più facile condividere una festa in discoteca o una bevuta. Ma un concerto di musica classica è qualcosa di più intimo. Non ho mai trovato persone con poter andare ma non significa che non mi piacciano."
Laura sorrise guardandolo. Lo aveva giudicato velocemente ma aveva adesso capito che dietro quella montagna di sorrisi e risate vi era un ragazzo pacato e tranquillo.
"A cosa pensi adesso?" Diede un altro morso alla pizza e la guardò curiosamente.
"Pensavo al fatto che queste cose potresti condividerle con il tuo amico Luca, no?" Laura ridacchiò vedendo l'espressione sorniona di Matteo.
"Lui è così poco romantico con me." Scherzò il ragazzo ridacchiando.
Laura sorrise e terminarono la loro pizza in silenzio, camminando verso la macchina.

"Com'è nata la tua passione per la pallavolo?"
Laura gli rispose non guardandolo. "Me la trasmise mio padre. Quando sono nata era già un allenatore e sono cresciuta nei Palazzetti. Mi reggevo appena in piedi quando mi mise tra le mani una palla." Matteo sorrise. "Da quando ho iniziato non ho più smesso. Amavo sentirmi parte di una squadra, vincere, lottare, sognare. Ti senti parte di qualcosa più grande di te e non ha prezzo."
"Allora perché hai smesso?"
Laura sospirò. "Mio padre è morto l'anno scorso. Se ne è andato all'improvviso per un maledetto incidente. Da quel momento tutto è cambiato."
"Hai smesso perché la pallavolo ti faceva pensare troppo a lui?" Il tono di Matteo era pacato e abbracciò il cuore ferito di Laura.
Lei scosse la testa. "Al contrario. Giocare mi faceva ricordare di lui e sentivo sempre la sua voce che mi spronava e dava i consigli giusti. Ho smesso perché a un certo punto devi fare delle scelte. Io ho scelto di focalizzarmi sugli studi, in modo tale da avere un futuro più sicuro. E mia madre ne fu contenta."
"Ma tu ne sei contenta?"
Laura distolse lo sguardo. "Non lo so più."

Erano ormai giunti davanti alla macchina di Matteo e l'accompagnò al palazzetto per recuperare la sua.
"Non posso giudicare le tue scelte, perché non conosco tutto quello che ti sta intorno. Però non dovresti vedere tutto bianco o nero. Sei in gamba, potresti tranquillamente studiare e giocare."
Laura sospirò. "Non mi sento abbastanza brava, non ne vale la pena."
Il ragazzo parcheggiò e si girò verso di lei.
Le strinse la mano guardandola negli occhi.
La ragazza si perse nei suoi occhi mentre lo stomaco si alleggeriva. "Ne ho viste di persone giocare e sei brava davvero. Potresti ottenere i migliori risultati."
Laura non rispose; si sentiva sopraffatta da quella sensazione di felicità e malinconia che l'aveva presa alla gola.
Matteo le accarezzò la guancia e la guardò negli occhi intensamente.
Lo video chinarsi verso di lei per poi sentire le sue labbra contro le sue.
La baciò dolcemente e Laura gli abbracciò il collo, aggrappandosi a lui ancora una volta.
Continuarono lentamente, intensificando sempre di più quel bacio.
Laura sentiva il suo cuore protestare, non credeva di aver mai vissuto un'emozione tanto forte.

Presto però, quella sensazione le fu strappata dai suoi ricordi e dai doveri che aveva.
Si separò da Matteo, che la guardò con sguardo interrogativo.
"Devo andare adesso. Grazie per la serata."
"Laura..."
Provò a richiamarla ma la ragazza era ormai scesa, diretta verso la sua macchina.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora