Confidenze

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Laura aveva macinato chilometri ripetendo come una cantilena in quale situazione incasinata si fosse messa. Sissi la stava osservando seduta sul divano con le gambe incrociate, consapevole che ogni tentativo di intervento sarebbe stato inutile se prima l'amica non avesse esaurito le energie.
Quando finalmente Laura si gettò a peso morto accanto all'amica, appoggiando le gambe sulle sue, Sissi seppe di poter intervenire.
"Racconta dall'inizio, forza."

Laura abbracciò un cuscino e iniziò a parlare. La serata era andata benissimo: aveva cenato con tutta la squadra, avevano commentato la partita ed erano finiti a chiacchierare delle loro vite. Dopo cena, Matteo le aveva proposto di fare una passeggiata e lei aveva accettato.
"Ho dato retta al mio stupido istinto, capito? Ho dato retta a te, al tuo stupido consiglio e alla mia stupida impulsività!"
"In realtà è il tuo stupido consiglio. Comunque, cosa è successo dopo? Ti ha offesa? Ti ha fatta sentire male?"
Laura strabuzzò gli occhi. "Sono stata benissimo Sissi! Mai stata meglio in vita mia. Abbiamo parlato di noi, del nostro passato, dei nostri sogni. È la prima volta che mi sento così capita da un ragazzo, la pensiamo allo stesso modo su molte cose."
"Allora il problema qual è?"
"Pronto? Ma mi ascolti?!" Laura si tirò su a sedere fissando l'amica con uno sguardo da invasata che Sissi le aveva visto addosso solamente quella volta in cui avevano perso una partita per un tocco a muro inesistente. "Lui non può piacermi Sissi."
"Perché no? Non capisco."
Laura rimase in silenzio qualche secondo. "C'è Marco."
Sissi sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Laura..." L'amica strinse il cuscino al petto, distogliendo lo sguardo verso il muro. "Sappiamo entrambe che Marco è una scusa. Vi siete lasciati tempo fa, che senso ha continuare a tirarlo in mezzo?"
Laura rimase in silenzio evitando accuratamente lo sguardo di Sissi.
L'amica a poco a poco cominciò a mettere insieme i diversi passaggi della storia con Marco, finché non guardò l'amica strabuzzando gli occhi.

"Non dirmelo Laura."
"Non ti dico niente!" Laura si rannicchiò con la faccia contro il divano, per nascondersi dall'amica.
"Tu invece me lo dici eccome!" Sissi si inginocchiò davanti all'amica cercando di tirarla su. "Non gli hai parlato, vero? Vero?"
Laura guardò l'amica sgomenta, con la voce pericolosamente incrinata verso un pianto isterico. "Te l'ho detto che ho un mezzo impegno!"
"Oddio." Sissi si sdraiò dall'altro capo del divano, con il braccio a coprirle gli occhi. "E Marco lo sa di questo mezzo impegno?"
"Sì."
"Insomma, state ancora insieme."
"Sì."
Sissi sentì l'amica singhiozzare e si tirò su, stringendola in un abbraccio. "Non lo volevo creare questo casino, Sissi."
"Lo so. Ma risolveremo tutto, non è poi così complicato."
"Ah no?" Laura guardò l'amica speranzosa. "No. Insomma, basta che parli con Marco, esattamente come volevi fare. Io credo che lui la pensi allo stesso modo, in fondo nemmeno lui si è fatto molto vivo ultimamente."
Sissi guardò l'amica sperando di vederla risollevata, ma così non fu. "Perché quella faccia? Il problema non è Marco, vero?"
"Non solo." Laura sospirò asciugandosi gli occhi. "Innanzitutto non so se a Matteo piaccio. E poi non riesco a lasciare Marco, avevamo così tanti progetti insieme. E poi ho l'università. Ho lasciato tutto per focalizzarmi sul mio futuro, non posso lasciare andare tutto per Matteo."
"Ma stare con Matteo non implica che tu lasci lo studio o i tuoi sogni. Marco volevi comunque lasciarlo."
"È davvero una situazione disastrosa, vero?"
"Ma no, perché lo dici?"
"Perché tu fai la parte di quella assennata e giudiziosa."
Sissi scoppiò a ridere e trascinò con sé anche Laura. "In realtà lo faccio per un tornaconto personale. Se molli Marco posso portarlo con me al alla cena di matrimonio di mia cugina."
"Andrai anche alla cena?" Laura improvvisamente parve serena e di buon umore. "Pensavo avessi risolto!"
"A quanto pare, cara mia, i problemi se ignorati non spariscono."
Laura ridacchiò passandosi una mano tra i capelli. "Siamo un disastro."
"Già."
"Posso rimanere a dormire qua?"
"Certo. Ma avvisa tua madre per messaggio: se la chiami potrebbe invitarti ad un matrimonio."



Quando Sissi aprì gli occhi, quella Domenica mattina, le occorsero diversi secondi per ricordare tutto quello che era successo la sera precedente. Si mise a sedere pigramente, sgomenta nel sentire l'amica già indaffarata in cucina.

Non appena arrivò sulla soglia della cucina, fu investita dal profumo di toast e pancake. "A che ora ti sei svegliata per preparare queste cose?"
Sissi studiò l'amica e la trovò tranquilla.
"Sono sveglia da venti minuti. Non sono come te, non impiego quaranta minuti solo per tostare del pane."
"Touché."
Sissi aiutò l'amica a finire di preparare la colazione ed entrambe si sedettero a tavola. Non ebbe il tempo di addentare il toast che Laura sferrò un attacco mortale. "Elisabetta Bella. Ieri sera ero talmente sconvolta che non ti ho chiesto nulla."
Quando la chiamava Elisabetta Bella non era mai un buon segno, ma almeno Sissi ebbe la conferma che l'amica stesse bene. Decise però di temporeggiare. "Vedo che stai benone."
"Voglio sapere tutto."
"Tutto a proposito di cosa?"
"Di Luca Vettori e di te. Da soli. Di notte. In una palestra."
Sissi ridacchiò finendo di mangiare lentamente la sua fetta di toast. "Non c'è molto da raccontare, a parte la felice chiamata di mia madre."
"Anche Luca era presente?"
Sissi annuì e il volto dell'amica si illuminò in un sorriso raggiante. "Beh?"
"Glielo hai chiesto?"
"Sì. Mi dispiace ma non puoi venire tu."
"Cosa? Io?" Laura guardò l'amica perplessa e le strappò di mano il biscotto che stava per mangiare. Sissi la guardò sorpresa sgranando gli occhi. "Dovevi invitare Luca!"
Sissi guardò l'amica qualche secondo per poi scoppiare a ridere, mentre Laura scuoteva la testa.
"Perché mai avrei dovuto invitarlo? Perché mai avrebbe dovuto accettare! Dai Laura, sii seria."
"Ricordi la festa per i diciotto anni di tua cugina?" Sissi si rabbuiò e annuì fiaccamente; quello era un episodio che rammentava sempre con fastidio. "Tua cugina fece di tutto per farti sentire a disagio, perché la sua era la festa migliore, la più grande ma soprattutto, lei era accompagnata. Tu no. E devo ricordarti con chi era accompagnata?"
Sissi serrò la mascella e guardò Laura. "Dove vuoi arrivare?"
"Se tu portassi Luca, avresti la tua vendetta. Pensaci: un campione olimpico, alto, bello e intelligente. E ora pensa al futuro sposo di tua cugina."
Un sorriso involontario increspò le labbra di Sissi che cercò immediatamente di nascondere, ma Laura lo aveva colto. "Vedi che è una bella idea?"
"Non lo è affatto. Queste cose finiscono sempre male. E poi pensi davvero che Luca si presterebbe a questa messa in scena?"
"Non deve conoscere per forza tutta la storia."
"Quindi dovrei mentirgli e sfruttarlo? La mia vicinanza ti ha fatto davvero male amica mia."
Laura sospirò mesta. "Hai ragione."
Sissi annuì soddisfatta, ma un campanello d'allarme iniziò a protestare nella sua testa prepotentemente: Laura non le dava mai ragione così facilmente. Guardò l'amica di sottecchi e la vide mangiare tranquillamente. Decise allora di ignorare quel campanello, questa volta si era sbagliato.

"Hai qualcosa da fare oggi?"
"Devo studiare, perché?"
"Pensavo di andare a comprare il vestito per la Tragicena."
"Tragicena?" Laura scoppiò a ridere.
"E come altro vuoi chiamarla?"
"Possiamo andare adesso. Passo da casa a prepararmi e ci vediamo tra un'ora?"
Sissi acconsentì felice, intravedendo almeno il vestito nuovo come lato positivo di quella Tragicena.


Laura si pentì quasi subito di aver accettato l'invito dell'amica. Nel giro di un'ora erano già passate per cinque negozi e dieci vestiti dopo, Sissi era ancora indecisa.
Il negozio dove erano appena entrate aveva ampie vetrine che si affacciavano sulla strada. Sissi aveva notato un abito che doveva assolutamente provare. Trascinandosi dietro una protestante amica, Sissi chiese alla commessa di poter provare il vestito.
Lasciata l'amica seduta su una poltroncina, la ragazza andò a provarlo.
Non appena lo ebbe indossato, ne ebbe la conferma: era lui quello giusto.
Era un abito semplice; la parte superiore, nera, aveva uno scollo a barca che le lasciava le spalle nude, e la stoffa era impreziosita da un pizzo ricamato, mentre la parte inferiore era composta da una gonna ampia rigonfia grazie a strati di tulle che le ricadevano fino alle ginocchia.
"Laura cosa ne..." Sissi si bloccò. Accanto alla ragazza, girato di spalle, c'erano Luca e Matteo.

Sissi fece per tornare indietro ma Luca si girò e la vide.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora