Amico

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And I, I hate to see your heart break / I hate to see your eyes, get darker as they close / But I've been there before.

Luca uscì dal ristorante rapidamente.
L'immagine dell'espressione affranta e persa di Sissi era fissa davanti ai suoi occhi.

Quello che aveva temuto era successo: aveva preferito la migliore amica, aveva coperto il suo comportamento sbagliato senza il minimo problema. Era così tranquilla quando era arrivato, l'aveva baciato, l'aveva stretto a sé, gli aveva fatto desiderare cose che non avrebbe mai pensato di sentire ancora senza la più piccola remora. Com'era possibile che lui non avesse capito prima?

Stava talmente bene con lei che aveva smesso di seguire i suoi stessi consigli: mai fidarsi troppo presto delle persone.
Nonostante le cose tra lei e Matteo non fossero partite col piede giusto, quello che aveva visto tra i due nel corso del tempo e le parole dell'amico l'avevano convinto che si fosse creato un solido legame, o almeno che lo fosse abbastanza da garantire la sua lealtà.

Matteo non meritava tutto questo.

Si era innamorato di Laura improvvisamente, senza ascoltare una sua minima parola che lo invitavano alla prudenza, e aveva lottato per quella relazione. Non lo vedeva così felice da tempo; aveva trovato qualcuno con cui condividere lo stesso fuoco interiore e adesso gli era stato portato via, soffocato brutalmente.

Ma poi, chi era poi lui per dare consigli? Si era fidato lui stesso di quello scricciolo biondo e adesso sentiva il cuore a pezzi. La facilità con cui gli aveva mentito gli fece mettere in dubbio tutta la loro relazione.

La loro breve relazione.

Che avesse corso troppo? Quello che provava era forte e intenso, forse troppo considerando
la loro breve conoscenza. Sentimenti tanto forti non dovrebbero essere riservati alle persone che conosciamo da tempo e verso le quali si ha una fiducia incrollabile? Perché la sua coscienza non gli aveva impedito di innamorarsi di lei?

Arrivò a casa di Matteo e sospirò prima di suonare alla porta, cercando di ricomporsi. Doveva mostrarsi forte, l'amico aveva bisogno che lo fosse per potersi risollevare.

Matteo gli aprì dopo qualche minuto.
Aveva il viso stanco e spento, privo della sua tipica gioia.

Entrò in silenzio e si sedettero in cucina.
Aspettò pazientemente che l'amico cominciasse a parlare, ma si limitava a fissarlo.
"Perché mi fissi?"
"Sto aspettando."
"Che cosa?" Lo guardò con un'espressione confusa.
"Che tu mi dica quanto sono stato sprovveduto. Che mi dica che dovrei smettere di buttarmi a capofitto in situazioni che non conosco abbastanza. Che avevi ragione."
Luca abbassò lo sguardo. Come poteva dirgli quelle cose se lui stesso si era rimproverato poco fa per lo stesso motivo?
"Tu non hai sbagliato niente. È stata lei a fare tutto."
Lo vide abbassare lo sguardo, appoggiando il mento sulle sue braccia incrociate. "Quando me lo ha detto non volevo crederci. È stato terribile."
"Quando te lo ha detto?"
"Questa mattina." Ridacchiò affranto e si passo una mano sul viso. "Detto... Praticamente l'ho scoperto."
"Che vuoi dire?"
Matteo raddrizzò la schiena e guardo l'amico. "Appena sceso dal pullman sono corso a casa sua. Quando mi ha visto sembrava avesse davanti un fantasma. Me ne stavo andando, poi è arrivato il Signor Collins direttamente dal romanzo. Che voglia di buttarlo in un cazzo di camino acceso."
Matteo lo fissò. "Che hai?"
Luca non si era accorto di essersi bloccato pensando a quel ragazzo. Deglutì, riflettendo su cosa dire. Doveva riferire all'amico di Sissi?

"Ho... Credo di aver già visto quel ragazzo."
"Cosa? E dove? Non sarà mica a lezione con noi? Perché non lo sopporterei proprio!"
Scosse la testa. "Una sera è venuto a casa di Sissi per chiedergli di Laura."
"Come scusa?" Lo guardò con occhi sbarrati. "Quando? Perché non me lo hai detto?"
Lo guardò mantenendo la calma. "Il mese scorso credo. Non ho detto niente perché Sissi mi ha detto che era il suo ex ragazzo. Pensavo si fossero lasciati male e fosse solo venuto per chiarire."

Matteo aveva uno sguardo stralunato. "Io non ci credo!"
"Matte mi dispiace..."
"Laura ha mentito anche a Sissi!"
La frase gli morì tra le labbra. "Come?"
Scosse la testa impaziente. "Laura non ha detto niente nemmeno a lei, ha mentito a tutti! Avevi ragione, un'altra dannata volta! Non ci credo."
Matteo si accasciò sulla sedia. "Ha ingannato tutti, perfino la sua migliore amica. Che diamine di speranze avrei potuto avere io?"

Luca rimase in silenzio.
"Perché quella faccia? Che è successo?"
"Quando mi hai chiamato ero con Sissi e sua cugina. Matteo... Sissi sapeva."
Aveva guardato il tavolo mentre pronunciava quelle parole e solo dopo qualche secondo ebbe il coraggio di guardarlo. Quelle parole ferirono anche lui.

"Beh... In fondo è pur sempre la sua migliore amica. È normale mantenere i segreti." Si sentì lo sguardo del ragazzo addosso, e cercò di sfuggirgli rapidamente.
Rimase in silenzio guardando la superficie del tavolo. Sapeva bene che lo aveva detto col solo scopo di farlo stare meglio: Matteo non voleva che ci fossero problemi tra lui e Sissi. Ma vedeva bene quanto ci fosse rimasto male.

Gli strinse il braccio e aspettò che l'amico sollevasse lo sguardo.
"E così siamo rimasi di nuovo noi due. Ancora una volta beffati dal gentil sesso."
"Sembra proprio di sì."
Matteo gli sorrise e sospirò. "Siamo due fessi, insomma."
"Io sono fesso, tu sei pure becco."
"Oh Vetto ma ti pare il momento?!" Il solito vocione del ragazzo invase la cucina e Luca sorrise sollevato. La ferita non avrebbe causato dolore per sempre, era questione di tempo e sarebbe stato bene.

••

"E comunque non dovresti arrenderti così."
Avevano cenato velocemente con della pizza avanzata, con il sottofondo di un film che non stavano guardando davvero, quando Matteo si era girato verso l'amico.
"Scusa?"
Si raddrizzò fissando l'amico. "Con Sissi. Le hai lasciato almeno il tempo di spiegare o come tuo solito te ne sei andato via?" Continuò a parlare vedendo l'altro in silenzio. "Te lo ha detto sua cugina, no? Non mi sembra proprio la paladina della verità."
"Ma Sissi lo ha confermato. Aveva un'espressione colpevole addosso."
"Sì, ma dovresti comunque ascoltare cosa ha da dirti. Solo perché per me è finita male non deve esserlo anche per te."
Luca lo guardò con uno sguardo caloroso. "È possibile che tu riesca a pensare agli altri anche quando sei a pezzi?"
Matteo scrollò le spalle. "Se penso a voi non penso a me."
"Ma io sono perfettamente in grado di badare a me stesso."
"Ah sì? Allora perché sei già pronto a stroncare la migliore relazione che tu abbai avuto? Ti conosco Luca."
"Se mi conosci, allora sai bene quanto la sincerità sia importante per me. Non voglio stare con lei dovendo continuamente sospettare che stia nascondendo qualcosa."
"È giusto. Però almeno lasciala spiegare."
Luca sospirò e annuì.
"E tu? Farai spiegare Laura?"
"Non lo so." Strofinò le mani sulle braccia, incrociandole poi al petto. "È grave quello che ha fatto. Se da una parte capisco che abbia avuto difficoltà a lasciare quello lì, dall'altra capisco che io non sono abbastanza importante per lei. O avrebbe lottato. Non sono certo al pari di quel sapientone, evidentemente. Ricordo ancora il modo con cui sua madre mi ha guardato, forse sono sembrato solo uno stupido."
"Se preferisce quel ragazzo allora credimi, meriti di meglio."
Matteo gli sorrise. "Luca Vettori se continui di questo passo potrei innamorarmi di te."
Luca scoppiò a ridere. "E chi ti sopporterebbe? Come migliore amico basti e avanzi."

Appoggiò la mano sulla sua spalla stringendola, trovandosi poi stretto tra le braccia dell'amico. Ricambiò l'abbraccio sorridendo e non protestando: era quello di cui l'amico aveva bisogno.

For all the air that's in your lungs / For all the joy that is to come / For all the things that you're alive to feel / Just let the pain remind you hearts can heal

(Paramore – Hate To See Your Heart Break)


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