Aiuto

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I heard that you've been/ Having some trouble finding your place in the world. / I know how much that hurts, / And if you need a friend / Then please just say the word.  
(All Time Low - Missing You)

Laura uscì dall'aula con un gran mal di testa.

La lezione era stata particolarmente pesante e tutto quello di cui aveva bisogno era dormire.
Si trascinò fuori dall'edificio salutando frettolosamente le amiche, desiderosa di andare a casa il prima possibile.

Poco prima di arrivare alla macchina, vide Matteo arrivare dalla parte opposta.
"Buongiorno Laura!"
La ragazza lo salutò con la mano, sorridendogli e avvicinandosi.
"Ti senti bene?" La scrutò attentamente con aria preoccupata.
"Sì, ho solo mal di testa." Gli sorrise nella maniera più convincente possibile, ma Matteo non era per niente convinto.
Le prese il viso tra le mani, accarezzandole le guance e appoggiò poi le labbra sulla sua fronte. A Laura fece uno strano effetto quel contatto, così intimo e amorevole. "Hai la febbre."
"Non ho la febbre." Laura si staccò da lui imbronciata, spostandosi i capelli dal viso.

"Invece sì. Dottor Matteo sa sempre tutto."
Laura alzò gli occhi al cielo sospirando. "Tanto stavo andando a casa."
"Non puoi andare da sola!"
"Perché mai?" Laura stava già aprendo la portiera della macchina quando si sentì sollevare da terra. "Matteo!"
"Ti porto a casa io, non puoi guidare con la febbre è pericoloso!"
"Ma ce la faccio benissimo!"
"È inutile che protesti."
Ed era inutile davvero: Matteo aveva richiuso la macchina e stava trascinando la ragazza verso la sua. La fece salire e la seguì subito dopo.

Durante il tragitto verso casa, avvolta nel calore dell'auto, Laura si rese conto di quanto male stesse. Sentiva brividi di freddo continui e una forte debolezza le impedivano di concentrarsi.
Quando arrivarono a casa di Laura, la ragazza rimase sorpresa di aver impiegato così poco tempo.
Matteo l'aiutò a scendere e la sostenne fin dentro casa.

Lo guardò sorridendogli. "Ti ringrazio, davvero."
"E di cosa? Per così poco?"

Laura lo abbracciò e gli sorrise di nuovo. "Vado a mettermi a letto, giuro."

"Ovvio che lo farai. Anche perché ti controllerò io."

"Come scusa?" La mente di Laura era ancora confusa e non riusciva a capire se il ragazzo scherzasse o meno.

"Forza, andiamo." Matteo le passò un braccio intorno alla vita, per poi accompagnarla al piano superiore.

Laura camminò a fatica e dovette appoggiarsi a lui più di quanto non credesse.
Stava davvero male.

"Qual è camera tua?"
La indicò con la punta del dito e Matteo aprì la porta, scortandola fino al letto.

La fece sdraiare lentamente. Le tolse le scarpe e il cappotto e la coprì con delle coperte.
Laura chiuse gli occhi e si rannicchiò, cercando di scaldarsi il più possibile.
Non si rese conto di star tremando finché non sentì il corpo di Matteo dietro di lei che la stringeva a sé, scaldandola immediatamente.
Si rilassò assaporando quel calore e quella vicinanza, lasciandosi cullare dal battito del cuore del ragazzo.
Chiuse gli occhi lentamente, sentendo finalmente il dolore alla testa farsi più lieve e un calore piacevole propagarsi lungo il suo corpo.

Quando Laura si svegliò, rimase ancora qualche attimo con gli occhi chiusi, per assaporare quel momento di quiete che da tanto tempo non provava.
Provò a stiracchiarsi ma sentì il proprio corpo urtare qualcosa. Solo allora si rese conto del peso che premeva sul suo fianco.
Si girò lentamente e vide Matteo sdraiato accanto a lei che dormiva, con un braccio a stringerla a sé.

Laura sorrise guardandolo, osservando la sua espressione rilassata e il ritmo del suo respiro.
Si avvicinò nuovamente a lui, appoggiando il viso sul suo petto e stringendolo a sua volta.

*

Matteo si svegliò a causa di un rumore.
Aprì gli occhi cercando di identificarne la fonte e vide Sissi cercare di uscire dalla stanza silenziosamente.
Quando si rese conto che Matteo era sveglio e la stava guardando, alzò la mano in segno di scuse e fece per allontanarsi.
Il ragazzo scosse la testa sorridendo. "L'ho portata a casa perché aveva la febbre, poi mi sono addormentato anche io."

Sissi sorrise a sua volta, guardando l'amica. "Chissà da quanto non dormiva così, ultimamente sta studiando un sacco."

Matteo annuì, poi la guardò. "Avevi bisogno di qualcosa?"
"Uhm? No, volevo solo chiacchierare, niente di importante." Il tono di Sissi era poco convincente anche per il ragazzo.
"Puoi chiacchierare con me."
Sissi lo scrutò, osservando il suo volto serio. "Davvero?"
"Perché no? Dai siediti, forza." Sissi ridacchiò, prendendo posto ai piedi del letto. "Problemi con Luca?"

"No, no."

"Oh, bene. Stasera non avrei proprio voglia di ascoltarlo."
Sissi scosse la testa sorridendo. Rimase in silenzio qualche secondo, poi decise di parlare. "Ho passato la mattina con mia madre in un centro benessere, ed è stato magnifico. Poi mi sono ricordata di com'è fatta lei, cioè che non fa mai nulla se non per ottenere qualcosa in cambio."
"E cioè?"
"Sai che farò da damigella al matrimonio di mia cugina? Mi porta il vestito e poi settimana prossima verrà a stare da me."
Matteo trattenne una risata per non svegliare Laura. "Immagino la tua gioia."
"Incontenibile." Sissi sospirò posando una mano sulla fronte. "Non vedo l'ora che tutto questo finisca."
"Passerà in fretta vedrai." La ragazza annuì poco convinta. "Qual è il problema con tua cugina?"
Sissi rimase qualche secondo in silenzio a riflettere. "Non credo riguardi direttamente lei, è tutto il contesto intorno. Quando sono con la mia famiglia mi sento incredibilmente a disagio e in ansia immaginandomi cosa possa accadere. E mia cugina non è altro che la personificazione di questo malessere, dato che non fa altro che cercare di infastidirmi. Forse se la mia famiglia non fosse così, non le darei tanta importanza."
Matteo annuì. "Mi dispiace per questo."

Sissi alzò le spalle stiracchiando un sorriso. "Non preoccuparti, non possiamo farci nulla."
Il ragazzo la guardò non sapendo cosa aggiungere. Non aveva mai parlato di cose tanto personali con Sissi, e non voleva risultare fuori luogo. "Sai – disse infine – "Io credo che un giorno ti lascerai alle spalle tutto questo: tua cugina, tua madre, la tua famiglia e starai bene. Forse il concetto di famiglia sanguinea è un po' sopravvalutato."
"Che vuoi dire?"
"Che ci siamo noi a guardarti le spalle. E poi siamo talmente grossi che valiamo almeno per due. Quindi possiamo tranquillamente sostituire tutta la tua famiglia."
Sissi ridacchiò, coprendosi la bocca per non fare rumore e trattenendo le lacrime.
"Oddio, non piangere ti prego. Non so gestire le lacrime!"
La ragazza scosse la testa. "Non piango. È solo che... Grazie. Ultimamente sono parecchio emotiva, piango per qualsiasi cosa." Sissi scrollò le spalle cercando di calmarsi.
"Andrà tutto bene, vedrai." Ripeté Matteo sorridendo.
Sissi annuì e si alzò. "Adesso devo andare. Salutami Laura quando si sveglia."
"Sì, certo."
"Grazie ancora."
"Di niente."
Sissi si avvicinò esitante per abbracciarlo e ridacchiando Matteo la attirò giù per stringerla, facendola cadere su di lui e quasi su Laura. "Lasciati abbracciare!"
La strinse a sé e la ragazza ricambiò l'abbraccio sorridendo.
"Quasi mi fai uccidere Laura!" Sissi si alzò scuotendo la testa. "Sei tutto pazzo."
"Lo so!" Matteo ridacchiò guardandola andare via, tornando poi a osservare il volto rilassato di Laura.


Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora