Treno

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I am finding out that maybe I was wrong / That I've fallen down and I can't do this alone / Stay with me / This is what I need please.(Paramore – My heart)

Sissi si passò una mano tra i capelli, per poi legarli in una coda.
Nonostante l'inverno fosse ormai alle porte e le temperature fossero gelide, stava soffocando per il caldo.

Slacciò il primo bottone del cappotto e prese l'ultima valigia della madre, per poi posarla ai suoi piedi.
Vittoria la guardò con disapprovazione. "Non toccava certo a te farlo."
"E a chi allora? Ci siamo solo noi due qua."
"Beh, hai un fidanzato, no?"
Sissi sospirò e si morse la lingua per tacere.

Quella mattina sua madre era piuttosto nervosa e scontrosa. Aveva deciso improvvisamente di tornare a casa e quando Sissi le aveva chiesto il perché di quella scelta, non aveva risposto.

Aspettarono il treno in silenzio.
Vittoria guardava il telefono in continuazione, con uno sguardo torvo.
"Sei sicura che vada tutto bene, mamma?"
"Certo. Perché non dovrebbe?" La guardò appena mentre digitava un messaggio.
Sissi lasciò perdere e guardò il punto dal quale sarebbe arrivato il treno.

Era rimasta a casa sua solo qualche giorno e avevano passato insieme poco tempo, dato che la madre era sempre impegnata in qualche attività non ben specificata.
Sissi guardò la madre di sottecchi, cercando di immaginare quale fosse il problema che l'affliggeva. Sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco nel vederla in quello stato, una sensazione di paura e disagio.
Distolse lo sguardo e si concentrò sul treno in arrivo.

"Oh! Finalmente è arrivato."
Non appena il treno si fu fermato, Vittoria si fece aiutare nella sistemazione delle valige.
Sissi rimase a guardarla senza sapere cosa fare.
Prima di salire, la madre le baciò la guancia. "Ci vediamo presto Sissi."
La ragazza annuì, non riuscendo a dire niente.

Si sedette su una panchina e guardò il treno.
Intravide la madre seduta accanto al finestrino mentre parlava in maniera concitata al telefono. Poi il treno partì, e Sissi la guardò andare via, sperando in cuor suo che lei si girasse a darle un'ultima occhiata.

Ma non lo fece.

*
Sissi rimase ferma su quella panchina a lungo.
Non sapeva bene il perché, ma non riusciva ad alzarsi.
Se ne stava semplicemente seduta, pensando a niente.

Decise di alzarsi all'improvviso, e si incamminò verso il sottopassaggio.

Una donna accanto a lei la guardò sorpresa. "Cara, il treno sta per arrivare."
Sissi si fermò e si girò appena. "Non sono qua per il treno."
"Per cosa, allora?"
Sissi rimase in silenzio pensandoci. "Non lo so."

*

Tornò alla macchina e guidò fino a casa.
Parcheggiò la macchina e rimase seduta.
Sentiva ancora quello strano peso al centro del petto e non riusciva a capire cosa fosse.
Posò lo sguardo sulle sue mani e le strinse tra loro, accarezzandone il dorso.

Doveva andare da Luca.

Scese dalla macchina – non se la sentiva di guidare – e andò verso la casa del ragazzo.
Non era mai stata a casa sua ma conosceva pressappoco la sua collocazione.
Girovagò in quella zona qualche minuto, finché non riconobbe la sua bicicletta.
Citofonò e non dovette aspettare molto prima di ottenere una risposta.

Luca la stava aspettando sulla soglia di casa.
Era rimasto sorpreso sentendo la voce della ragazza, ma era innegabilmente contento di vederla.
Quando arrivò le si avvicinò e lei si fiondò stringendogli entrambe le mani, appoggiando la guancia contro il suo petto.
Luca rimase in silenzio, appoggiando il viso sulla sua testa.
Si concentrò sul ritmo del suo cuore ed era tranquillo; non le sembrava nemmeno che stesse piangendo.
"Sissi?"
"Sì?" La ragazza alzò lo sguardo verso di lui.
"Tutto okay?"
"Adesso sì."
Luca le sorrise baciandole la fronte. "Dai entriamo." La guidò all'interno dell'appartamento e la vide osservare incuriosita l'interno.
"Ti piace?"
Sissi annuì sorridendo e notò il borsone appoggiato sul divano in attesa di essere riempito. "Hai gli allenamenti?"
"Sì. Ti va di venire? Poi possiamo andare a cena fuori."
"Certo." Sissi gli sorrise felice e si sedette sulla poltrona, osservando il ragazzo terminare la preparazione del borsone.
"E tua mamma?"
"È andata via."
Luca alzò lo sguardo per guardarla con espressione sorpresa. "Di già?"
Lei annuì. "Si è svegliata questa mattina ed è venuta a dirmi che doveva tornare a casa. Non mi ha detto il perché." Si accoccolò sulla poltrona abbracciandosi le ginocchia.
"Capito." Infilò anche l'ultimo indumento e chiuse la zip, per poi guardarla di nuovo. "Stai bene?"
Sissi annuì. "Me lo chiedete tutti come se fossi una bambina. Io sto bene." La sua voce faceva trasparire una nota di fastidio che fece intuire al ragazzo che lei non era pronta a parlarne.
"Beh vedi, il fatto che tu sia bassa ci distrae e quindi sembri più piccola di quanto tu non sia."
"Insensibile!"
Luca ridacchiò scompigliandole i capelli, esagerando ad ogni sua protesta.
"Luca!" Sissi scivolò via allontanandosi dal suo campo d'azione, per poi avvicinarsi ad una finestra per specchiarsi. "Guarda qua!"
Luca la vide sistemarsi i capelli e sorrise divertito. Prese il borsone e lo passò a Sissi. "Dai portamelo tu, sono molto stanco. E poi non hai nemmeno la borsa, è strano vederti senza."
Sissi alzò gli occhi al cielo e indossò il borsone a tracolla. "In effetti hai ragione."
"Non ti eri accorta di non avere la borsa?"
Lei scosse la testa e subito Luca le prese il viso tra le mani. "Hai la febbre? Devo portarti in ospedale? In psichiatria, magari?"
Sissi ridacchiò scuotendo la testa. "Dai, andiamo."
Luca le abbracciò le spalle e uscirono dall'appartamento.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora