Ricordi

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*

Sissi e Luca rimasero qualche secondo a guardare i loro amici allontanarsi.
"Sai, il piano di Matteo sarebbe perfetto, se non avesse scordato il piccolo particolare che io sono venuto in bici." Guardò la ragazza negli occhi e Sissi sentì l'impulso di sfogare la sua frustrazione contro di lui. Poi lo vide sorridere imbarazzato e i suoi occhi scrutare i suoi per studiarne la reazione. Qualcosa in quello sguardo le fece capire che era preoccupato della sua reazione e si trovò a sorridere a sua volta per rassicurarlo.
"Poco male. Non mi dispiace camminare e ho bisogno di dimagrire in vista della cena e del matrimonio."
"La Tragicena." Luca la corresse e Sissi lo guardò infastidita pensando che la stesse prendendo in giro, ma era serio.
"Sì, proprio quella."

Il ragazzo sorrise e rimase in silenzio qualche secondo, come per elaborare un piano. "Tu usi la bicicletta, io cammino."
"Ma no figurati!"
"Insisto, davvero."
Sissi scosse la testa decisa.
"Perché no?"
Lo guardò negli occhi e poi abbassò lo sguardo e bisbigliò velocemente. "Non so andare in bicicletta."
"Cosa?"
La ragazza sospirò e lo guardò. "Hai capito bene." Mise le mani in tasca e distolse lo sguardo, sentendo quello del ragazzo addosso.
"Ma è una delle prime cose che si impara da piccoli."
Sissi scrollò le spalle. "Non me lo ha mai insegnato nessuno."
Luca annuì e la guardò. Quando Sissi si decise a prestargli nuovamente attenzione, le sorrise. "Non ci resta che aggiungerlo alla lista delle cose che potresti imparare."
Gli sorrise e annuì. "Buonanotte Luca." Fece per avviarsi ma Luca la fermò.
"Ti accompagno comunque."
"Ma non è necessario."
Luca scrollò le spalle. "Voglio scoprire che altro non sai fare."
Sissi sorrise. "Non abito sufficientemente lontano, temo."
"E per scoprire qualche dettaglio sulla Tragicena il tragitto è sufficiente?"

Sissi sospirò sorridendo e si fece affiancare da lui che reggeva la bicicletta. "Per quella sì. Anche perché non c'è molto da dire." La ragazza inspirò profondamente e iniziò a raccontare mentre camminavano verso casa.
"Mia cugina Ilaria ed io siamo nate ad un mese di distanza, perciò siamo cresciute come sorelle. Da piccole eravamo inseparabili e ci volevamo molto bene. I problemi sono iniziati quando avevo nove anni: mia madre si era messa in testa di farmi fare sport, sai per socializzare e quelle robe lì. E indovina con quale sport ho iniziato?"
Luca sorrise. "La pallavolo, ovvio. È lì che hai conosciuto Laura?"
"No, Laura è arrivata dopo. Ilaria venne a giocare con me. Io ero un disastro, avevo paura di farmi male e di fare figuracce davanti agli altri, dato che mi prendevano in giro, mentre lei invece era brava. Ben presto divenne il leader della squadra e tutti la acclamavano mentre io ero lo zimbello che tutti deridevano. Per fortuna l'allenatore ebbe pietà e passai le partite in panchina."
"Avrebbe dovuto lasciarti giocare." Luca era serio e il suo tono disapprovava quella scelta fermamente.
Sissi fece spallucce. "Ma io ero contenta di non giocare, non volevo essere derisa dagli altri ancor di più. Comunque, Ilaria ottenne il ruolo da star e le piacque molto brillare mentre io rimanevo nell'ombra. Infatti, quando mia madre ebbe pietà di me e mi ritirò dalla squadra, anche lei se ne andò."
Il ragazzo scosse la testa. "Trovo tua cugina già parecchio antipatica."
La ragazza ridacchiò e proseguì. "Sebbene mia madre mi avesse ritirato da pallavolo, il resto degli anni li passai disperandomi da una palestra a una piscina a un campo, in maniera sempre disastrosa. E ovviamente Ilaria mi seguiva. Diceva di farlo per aiutarmi, in realtà voleva solo dimostrare di essere più brava di me. Tutto era diventato una gara per lei, persino l'arrivo del ciclo lo fu. Ovviamente persi anche in quella occasione.
Poi finalmente le medie finirono – non devo nemmeno dirtelo che prese un voto più alto del mio vero? – e mi iscrissi al liceo. Dio mio fece la grazia di farmi inserire in una sezione diversa dalla sua e finalmente potei tranquillizzarmi. È qua che conobbi Laura: si era appena trasferita perché suo padre allenava la squadra locale. Vuoi sapere come siamo diventate amiche?"
Luca sorrise. "Ovviamente." Sissi sorrise guardandolo, la ascoltava in silenzio ma era davvero interessato.
"Ora di educazione fisica, torneo di pallavolo tra sezioni. Il professore mi obbligò a giocare almeno un set e io ero nervosissima. Non appena entrai, Ilaria servì una palla contro di me e mi prese in pieno, facendo ridere tutti quanti. Tranne Laura. Mi sorrise e per tutto il set mi coprì e aiutò. Poi arrivò il suo turno in battuta e colpì forte verso Ilaria. La prese in pieno volto e la fece cadere a terra."

Sissi si interruppe vedendo Luca scoppiare a ridere. Era la prima volta che lo vedeva ridere così espansivamente e rimase imbambolata ad osservarlo.
Quando lui la guardò negli occhi si ridestò e riprese velocemente il racconto. "Ilaria se la cavava ma Laura era straordinaria. Giocava già per una squadra affermata, probabilmente avrebbe potuto vincere anche giocando da sola. Dopo la partita l'ho ringraziata e così siamo diventate amiche.
Veniamo poi alla parte che riguarda in particolare la Tragicena. Quando avevo quindici anni mi presi una cotta per un ragazzo, Francesco, che era una classe avanti alla mia. Sorprendentemente riuscii a parlare con lui e ci mettemmo insieme dopo qualche mese. Era il mio primo ragazzo e camminavo letteralmente sulle nuvole. Siamo stati insieme due anni finché Ilaria non si intromise."
"Non dirmi che ti ha rubato il ragazzo." Sissi annuì.
"La settimana prima del mio diciottesimo compleanno lui mi lasciò. Da un giorno all'altro, senza spiegazioni. La mia festa fu un disastro ma dovetti farla comunque perché mia madre mi obbligò. Ilaria fu molto gentile con me, ci eravamo riavvicinate e pensavo che la guerra fosse terminata. Il mese dopo fu il turno della sua festa e indovina? Venne accompagnata da Francesco, e scoprii che stavano insieme da un bel po' di mesi."

Non appena ebbe finito di raccontare, rimase in silenzio assorta nei suoi pensieri. Avrebbe voluto guardare Luca ma non ne aveva il coraggio. Senza volerlo aveva raccontato più di quanto avrebbe voluto e si sentiva in imbarazzo.
"Sai Sissi, ho capito perché tu abbia difficoltà a metterti alla prova in pubblico, ma non riesco a capire perché questa cena rappresenti un problema."
La ragazza lo guardò sorpresa. "Ilaria ha trasformato tutto ciò che ci riguardava in una competizione. Persino l'amore e adesso si sposa con il mio ex ragazzo. Ha vinto su tutti i fronti. Prima pensavo che lo avesse fatto semplicemente per segnare un'ulteriore vittoria ma se si sposano evidentemente lui preferisce lei a me. Come tutti del resto."
Luca scosse la testa. "In tutti questi anni non ha fatto nulla per aiutarti, avrebbe dovuto sostenerti quando eri in difficoltà e per dipiù ti ha soffiato il ragazzo. Non che lui non abbia colpa. Dovrebbero essere loro a sentirsi a disagio, non tu. E poi che significa che tutti adorano lei?"
"In famiglia lo sapevano tutti di Francesco e Ilaria. Tutti tranne mia madre forse. Non hanno mai detto nulla. Semplicemente lei vince sempre, è sempre carina e gentile. Io non sono così."
"Questa è un'ulteriore conferma del fatto che non dovresti essere tu a sentirti dalla parte del torto."

Arrivarono davanti al palazzo di Sissi e si fermarono. "Ilaria mi fa sentire così, sempre la peggiore."
"Non dovresti permetterglielo. Vali nettamente più di lei."
Sissi gli sorrise. "Lo pensi davvero?"
Luca la guardò sconcertato. "Hai bisogno di un manifesto per sapere quanto vali?"
Sissi scrollò le spalle. "Se conoscessi mia cugina la preferiresti, credimi."
"Non credo." La guardò dritta negli occhi e Sissi sentì le gambe tremare. Il tono del ragazzo era sicuro e caldo e la colpì dritta al cuore scaldandola.
"Mi conosci appena." Sussurrò quelle parole sostenendo lo sguardo di Luca, nonostante si sentisse in procinto di cadere.
"È più che sufficiente per capire che tipo di persona sei."

Sissi abbassò lo sguardo, incapace di mantenere ancora quel legame profondo. Anche lui si riscosse, e spostò lo sguardo altrove.
"Adesso devo andare. Grazie per avermi raccontato la tua storia."
"Figurati."
Le sorrise un'ultima volta e lo guardò allontanarsi. Adesso che se ne stava andando, Sissi provò inquietudine. Il cuore le batteva forte e sentiva un nodo in gola. 


Prima di poter pensar qualsiasi cosa sentì la sua voce richiamarlo.
Il ragazzo si fermò a guardarla e lei si avvicinò. "Prima, quando ti ho detto di non saper andare in bicicletta non hai riso." Sissi deglutì e lo guardò negli occhi.
La guardò perplesso. "No, allora?"
Sissi scosse la testa e rimase qualche secondo in silenzio. Poi si avvicinò e lo abbracciò di slancio.
Luca rimase qualche attimo immobile, poi la strinse a sé. Sentì la sua guancia premere contro il suo cuore e il suo profumo invase le sue narici.


Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora