Casa

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Nonostante le mille preoccupazioni, la partita era andata benissimo.

Luca aveva giocato al meglio di sé e questo gli permise di trascinare la squadra verso la vittoria. Non appena controllò il cellulare, trovò un messaggio di Sissi nel quale la ragazza si complimentava della sua splendida performance.

Seguì la sua famiglia dentro casa e un'ondata di nostalgia lo invalse. Non ne sentiva mai la mancanza come quando rimetteva piede dentro. Più volte durante i vari anni aveva provato l'impulso di scappare per potersi rifugiare nel suo vecchio letto nella sua vecchia stanza, ma aveva sempre resistito.
Sebbene adesso si fosse abituato a passare la maggior parte del tempo fuori casa, ogni volta che poteva amava farvi ritorno, per poter respirare ancora quell'aria tanto amata.

Stava cenando tranquillamente con la sua famiglia quando, poco prima del dolce, vide la sorella guardarlo con sguardo curioso.
"Perché mi guardi così?"
Scrollò le spalle. "Pensavo portassi anche lei!"
Luca si sentì fissare da tutti i presenti.
"Lei chi?" Guardò la sorella senza capire, mentre i genitori rimanevano in attesa.
"Sissi, no?"

Il ragazzo rimase di stucco. "Come fai a conoscerla?"
"Chi è Sissi?" Sua madre guardò i due figli in attesa di una risposta.
Luca continuò a guardare la sorella, che stava ridacchiando. "Sissi è la sua ragazza."
"Hai una ragazza e non ce lo dici, figliolo?" Suo padre guardò dapprima il figlio e poi la moglie. "Tu lo sapevi?"
"Assolutamente no! Lo hai detto a tua sorella però!"
Luca scosse la testa. "Io non ho detto nulla." Tornò a guardarla. "Come diamine fai a conoscerla, Greta?"
"La settimana scorsa stavo curiosando su Instagram e ho notato che ci sono tantissime foto di te al Palazzetto che abbracciavi una ragazza bionda. Pensavo fosse una tizia qualunque, ma tu non abbracci mai nessuno! Così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto chi era."


Luca guardò la sorella con aria scettica. Lei alzò gli occhi al cielo. "E va bene. Matteo ha postato una foto di loro due mentre facevano yoga scrivendo una cosa del tipo "la mia migliore amica che sta con il mio migliore amico". Però le ho viste davvero le foto al Palazzetto."
I genitori avevano prestato attenzione a quel discorso, poi si rivolsero al maggiore. "Perché non ce lo hai detto?"

Il ragazzo scrollò le spalle. "Avevo in mente di farlo. Sono stato preceduto." Lanciò un'occhiataccia alla sorella che ridacchiò.
"Beh, allora adesso raccontaci qualcosa di lei!"
"Perché non lo fai tu Greta? Dato che sei una così brava investigatrice saprai tutto di lei."

Greta raddrizzò la schiena sorridendo. "Certo. Sissi frequenta l'università e studia architettura. È bionda e non molto alta. Ama il rosa e segue un sacco di account di cani quindi credo li ami. Soprattutto golden retriever." Fece una pausa per raccogliere le idee e Luca la fissò serrando la mascella: non si aspettava che conoscesse tanti particolari. "Ama anche i tramonti, i libri e direi anche la moda. E la sua macchina si chiama Heidi. Sbaglio?"
"No, è corretto."
La sorella lo guardò con soddisfazione. "Sembra anche piuttosto simpatica."
"Sì, lo è."
"E poi?" Luca vide la madre fissarlo in attesa di maggiori dettagli.

Si passò una mano tra i capelli e iniziò a giocherellare con una mollica di pane. "Ho conosciuto Sissi all'inizio di settembre, è un'amica di una mia compagna di corso all'università. Abbiamo fatto amicizia e ci siamo messi insieme qualche settimana fa."
Tutti annuirono continuando a guardarlo, in attesa che continuasse. "Lei è... Diversa. Non so come descrivervela perché sorprende anche me ogni volta. Lei va a fare shopping nelle boutique e poi pranza con una pizza orribile che però adora. La maggior parte dei cibi li mangia freddi, perché non sopporta il calore. Quando ride i suoi occhi diventano piccolissimi e quando si arrabbia la voce diventa acuta e quindi più che timore suscita tenerezza. Lei legge sempre i finali dei romanzi perché non vuole leggere di storie che finiscono male e piange sempre se un cane muore in un film. Stare con lei è bello perché vede davvero tutto rosa ed è tutto più semplice..." Luca rimase in silenzio qualche secondo, ripensando a tutti i momenti passati con la ragazza. Sorrise dolcemente. "Non esprime quasi mai quello che prova a parole. Non so se sia perché si vergogna o qualcosa la blocchi, poi però all'improvviso mi abbraccia e capisco tutto. Riesce a farmi stare bene così, senza dover dire una parola."

Sentì lo sguardo di tutti addosso e alzò lentamente gli occhi.
I genitori lo guardavano con occhi sognanti, la sorella con uno sguardo ironico. "Oddio, è una dichiarazione d'amore bella e buona questa!"
Luca alzò gli occhi al cielo, ma sorrideva.
"Beh, comunque avresti potuto farla davvero venire!"
"Al momento non è nella situazione migliore, con l'università, il matrimonio della cugina." Luca si fermò, non sapendo se continuare o meno. La madre annuì ma non perse le speranze. "Magari per Natale, quando verremo da te!"
Il ragazzo annuì. "Sì, potrebbe essere fattibile."

*

Luca si trovava nella sua vecchia stanza.
Osservò le diverse fotografie, i libri, i vari premi vinti e in un baleno tornò ad essere il ragazzo in preda all'agitazione per l'imminente maturità.
Quel ragazzo era sempre lì, dentro di lui, e ogni tanto veniva a fargli visita quando era agitato per qualcosa o quando si stava divertendo molto.

A volte si vedeva così cambiato, così segnato dal tempo, ma era sempre lui.

Sua madre entrò sorridendo portando con sé una coperta pesante. "Ti fa uno strano effetto, eh?"
"Sì. Quando entro qua dentro è come se tutto si fermasse. Non sono più un pallavolista professionista, ma solo un ragazzo appena uscito dal liceo."
Si sedette sul letto e lei si accomodò vicino a lei. "Ti vedo bene, Luca."
Lui annuì. "Sì, sto bene."
"Sai, sei cambiato molto dall'ultima volta. Ti vedo più sereno, più felice."
Luca si morse il labbro intrecciando le sue mani e guardandole. "Sono passati solo un paio di mesi ma sono cambiate diverse cose."
"Forse è arrivata una nuova persona."
Il ragazzo alzò lo sguardo guardando la madre e le sorrise annuendo. "Con lei sto davvero bene."
"Ne sono davvero felice, tesoro. E non vedo davvero l'ora di conoscerla."
Luca annuì sorridendo. "Per lei significherebbe davvero tanto sapere di piacervi."
"Sicuramente sarà così. Adesso ti lascio dormire." Gli baciò la fronte e lo strinse a sé.

La guardò allontanarsi, poi la fermò prima che uscisse.
"Sì?"
"Tu credi che sia possibile per una madre non volere bene a una figlia?"
Lo guardò con un'espressione accigliata. "Che vuoi dire?"
Luca rifletté qualche secondo, decidendo cosa dire. "Insomma, quando uno diventa genitore dovrebbe amare i figli incondizionatamente, no?"
La vide spalancare gli occhi. "Luca non è che aspettate un bambino?"
"Scusa?" Ridacchiò scuotendo la testa. "No, tranquilla." La vide rilassarsi e lo guardò con aria curiosa. "I suoi genitori sono tremendi. Non capisco come possano non amarla."
"Vedi Luca, essere genitori non è una cosa scontata, non basta concepire un figlio per essere definiti tali."
"Quindi? È condannata ad avere genitori del genere?"
Scrollò le spalle. "Non è detto. Però io non credo che le persone possano cambiare più di tanto."
Luca sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Buonanotte mamma"

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora