Verità

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So I ask if she remembers when / She used to come and visit me. / We were fools to think that nothing could go wrong. / Go on, go on, go on, if you were thinking that the worst is yet to come / Why am I the one always packing up my stuff?(Fun - Why Am I The One)


Matteo scese dal pullman quasi di corsa, sotto lo sguardo curioso dei compagni di squadra.

Non aveva detto a Laura di essere tornato, voleva farle una sorpresa.

Durante la trasferta, aveva deciso di darsi una calmata. Non era da lui lasciarsi prendere da tutte quelle ansie e paranoie e non doveva lasciare che scalfissero il rapporto con la ragazza.

Si avviò verso casa di Laura con un rinnovato ottimismo, impaziente di rivederla.
Bussò alla porta e rimase in attesa.

Dopo qualche minuto Laura gli aprì.
Lo fissò stupita per qualche secondo, senza dire una parola.

Matteo ridacchiò. "Beh? Non mi saluti?"

Laura si riscosse e abbassò lo sguardo deglutendo. "Sì, certo. Ma... Cosa ci fai qua? Insomma pensavo non fossi ancora tornato."
"Volevo farti una sorpresa. Ho beccato un brutto momento?"
Lei lo guardò con un sorriso dolce, torcendosi le mani. "Vedi, il fatto è che abbiamo gente a casa..."
"Ah, capito." Si passò una mano tra i capelli, sentendosi lievemente deluso. "Beh posso passare più tardi?" Laura si lasciò scappare un sospiro di sollievo. "Sì, sarebbe perfetto."

Matteo annuì, abbassando lo sguardo.
Fece per andarsene, ma sentì una voce dall'interno chiamare Laura.
Una voce maschile.

Laura si immobilizzò mentre le si dipinse sul volto uno sguardo colpevole.
Matteo la scrutò attentamente, finché accanto a lei non comparve un ragazzo alto e mingherlino. "Laura hai lasciato il forno incustodito, non mi sembra sicuro."
La ragazza annuì appena sotto lo sguardo dei due ragazzi.

Marco si voltò verso Matteo, tendendogli la mano. "Marco Rinaldi, piacere."
Matteo rispose alla stretta istintivamente, osservandolo confuso. "Matteo Piano. Sei un parente?"
"No. Sono il promesso di Laura."
"Il cosa scusa?"
Laura interruppe Marco prima che potesse parlare. "Potresti andare a controllare il pranzo, per favore?"
"Al momento sono impegnato in una discussione con questo giovane."
"La finisco io. Vai, per favore."

La guardò qualche secondo e annuì, per poi rivolgersi a Matteo. "Con permesso."
Il ragazzo annuì e tornò a guardare Laura. "Ma che diamine succede?"
La ragazza si sedette sullo scalino nascondendo il viso dietro alle mani.
Matteo si sedette accanto a lei, con addosso uno spiacevole presentimento.

Laura parlò dopo un tempo che gli parve infinito. "C'è una cosa che non ti ho detto Matteo."
"E cioè?" Sentì la propria voce tremare.
La ragazza alzò timidamente lo sguardo verso di lui. "Quattro anni fa mi fidanzai con Marco. L'anno scorso si è trasferito all'estero per un dottorato." Deglutì a fatica.
"E quindi?" La guardò con uno sguardo confuso da cui lei scappò.
"Io non l'ho mai lasciato." Sussurrò quelle parole lentamente ma, nonostante questo, rimbombarono nella mente di Matteo fino a fargli male.

La guardò a bocca aperta, sentendo un peso sul cuore. "Cosa significa?"
Voleva sentirlo dire da lei.
Solo in questo modo avrebbe creduto a quelle parole.

"Ho iniziato a frequentarti anche se stavo ancora con lui ufficialmente." Non appena ebbe finito di parlare, scoppiò a piangere.
Matteo la fissava senza vederla davvero.

Non gli sembrava possibile tutto ciò. Com'era possibile?
Lo stava prendendo sicuramente in giro.

La guardò ancora, piangeva.
Ne ebbe la conferma.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora