Estate

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Sissi entrò nel condominio premendo il telefono contro l'orecchio.

"Luca! Matteo è arrivato sano e salvo a casa?"

"Sì. È riuscito a rotolare verso il suo letto, credo che dormirà per una settimana o due."

Ridacchiò scuotendo la testa. "Prima o poi imparerà la lezione."

"Ne dubito, ma continuo a sperarci."

"Forse il suo stomaco è allenato sufficientemente." Cercò le chiavi nella borsa ed entrò nel suo appartamento, scalciando via immediatamente i tacchi per far riposare i piedi.

"Più dei nostri sicuramente. Sei già a casa?"

"Sì, sono rientrata adesso..." Sissi si avvicinò al corridoio notando un'ombra che la fece sobbalzare per lo spavento, facendole battere il cuore velocemente.

"Sissi? Sissi che succede?"

"Mi sembra una reazione un tantino esagerata, Sissi. Non ti pare?"

La ragazza deglutì osservando la madre in silenzio, accendendo con mano ancora tremante la luce.

La voce di Luca all'orecchio la riportò alla realtà. "Tutto okay, tranquillo. È... C'è solo mia madre che se ne sta nella mia stanza al buio facendomi venire un infarto!" La ragazza alzò la voce rivolgendosi alla madre, che congedò la faccenda con uno sbrigativo gesto della mano. "Adesso vado, ci sentiamo domattina, buonanotte."

"Buonanotte, Sissi. Se hai bisogno chiamami."

"Certo."

Vittoria alzò gli occhi al cielo e scimmiottò il ragazzo. "Se hai bisogno chiamami. Potrebbe venirmi una carie." La donna si allontanò dalla stanza e si diresse verso la cucina, accendendo la luce e versandosi un bicchiere d'acqua.

"Che ci fai qua, mamma?" Sissi tagliò corto sedendosi a tavola. "E comunque, come diavolo sei entrata qua?!"

La donna ridacchiò. "Ho chiesto al custode."

"E ti ha dato la chiave? Davvero? Potresti essere stata una pazza!"

"Ma che melodramma! È ovvio che io fossi tua madre, l'assomiglianza è evidente."

Sissi scosse la testa. "E comunque avresti dovuto avvisare."

"Forse. E tu dovresti rincasare prima."

"Cosa vuoi mamma?"

"Non sei in vena di chiacchiere, eh?"

"Sono quasi le due!"

"Possiamo parlarne domattina, allora."

"Mamma, dimmi quello che devi dire."

"Perché sei arrabbiata?" Vittoria sbottò fissando la ragazza.

Sissi contrasse la mascella e ricambiò lo sguardo con fermezza. "Esattamente cosa ti aspettavi dopo quello che ti ho detto l'ultima volta?"

"Oh, quello? Beh, mi aspettavo che ti fosse passata. Ma direi di no."

"No, infatti. Perché, in effetti, non è una cosa che passa ma quello che io provo."
"Okay, okay." Vittoria sospirò e intrecciò le mani sul tavolo. "Scusa. Non solo per essermi intrufolata qua, ma anche per quello che è successo allo chalet. Non mi sono comportata bene."

La ragazza annuì. "Okay. Ma questo non risolve nulla."

"Lo temevo. Speravo però che almeno tu volessi ascoltare la mia proposta."

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora