Purgatorio

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Non erano molti gli episodi della sua infanzia che ricordava con nitidezza, ma tra quelli ce n'era uno di un mercoledì ben preciso.

Ogni mercoledì per sei anni, Sissi aveva frequentato la classe di catechismo guidata da una signora di mezza età bionda e sempre sorridente. Il ricordo, nello specifico, riguardava la lezione sul Paradiso, il Purgatorio e l'Inferno.

Quel ricordo si era affacciato alla sua coscienza all'improvviso, mentre fissava il tabellone alla stazione ferroviaria.

Il Purgatorio lo immaginava esattamente così: una stazione gremita di persone, alcune in partenza verso il Paradiso, altre abbattute e in pena, dirette verso l'Inferno.

Sissi si sentiva come le ultime persone, quelle dirette verso l'Inferno.

Si sedette su una panchina in attesa del suo treno.

Era uscita di casa con molto anticipo.

Improvvisamente l'appartamento era diventato troppo piccolo, quasi soffocante.

Ripensava continuamente a quello che era successo due giorni prima con Luca. Non aveva messo piede nella sua stanza da allora, passando la notte sul divano.

Si erano sentiti poco il giorno prima, giusto qualche messaggio neutro.

Aveva passato la giornata fuori casa, insieme a Laura. L'amica le era sembrata molto tranquilla, aveva addirittura difeso Luca, invitandola a non essere troppo arrabbiata.

Ma lei non era arrabbiata con lui.

Non sapeva descrivere cosa provasse, forse solo confusione e tristezza.

E aveva paura.

Sospirò passandosi una mano tra i capelli.

Si era arrabbiata invece, doveva ammetterlo. Vedere la sua stessa paura riflessa negli occhi del ragazzo l'aveva fatta impazzire. Perché era lui quello impaurito quando era lei quella che sarebbe rimasta?

Laura aveva insistito molto su questo punto, sostenendo che andarsene era decisamente peggio che rimanere.

Sissi non seppe risponderle.

"Sissi."

Alzò di scatto la testa.

Luca la stava guardando a qualche passo di distanza. Si avvicinò lentamente, sedendosi accanto a lei.

"Che ci fai qua?"

"Non potevo non salutarti."

Gli concesse un breve sorriso. "Grazie."

"Non devi ringraziarmi."

Sissi abbassò lo sguardo. "Pensavo che fossi arrabbiato con me. O deluso. Insomma, c'è... C'è un po' di tensione. La sento." Mimò con le mani la presenza di un muro tra loro, facendolo ridacchiare.

"Credo che... Beh, è una situazione nuova per entrambi. È normale avere paura, adesso."

La ragazza annuì, stringendogli la mano. "Perché le cose devono sempre essere così complicate?"

"Non lo so." La strinse a sé baciandole la tempia, tenendola stretta in silenzio.

Sissi lo strinse a sua volta appoggiando la guancia sulla sua spalla. "Io non voglio che finisca."

"Sissi, questo non devi nemmeno pensarlo." Le fece alzare lo sguardo per guardarla, baciandola dolcemente. "Forse sarà difficile, ma non voglio rinunciare a te."

"Nemmeno io."

Le accarezzò le guance con le dita. "Andrà tutto bene."

Gli sorrise socchiudendo gli occhi. "Mi piace quando lo dici, ci credo davvero."

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora