Vecchi Tempi

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Sissi fissava il soffitto da almeno un paio di ore.
Si era addormentata sul divano dopo la fine della partita e una volta svegliata aveva trovato un messaggio terribile.

"Cuginetta domattina vienimi a prendere alla stazione! Non vedo l'ora di passare del tempo con te come ai vecchi tempi ♥"

I vecchi tempi.

Sissi odiava quei tempi.

Odiava ricordare tutte le umiliazioni che aveva dovuto sopportare, odiava ricordare tutti i momenti bui che gli anni precedenti le avevano riservato.
Ma soprattutto odiava l'idea di avere la cugina nella sua nuova città, quella stessa città che le aveva dato una nuova possibilità, che le aveva donato nuove persone ormai divenute importanti.

Si alzò pigramente e si concesse un lungo bagno nel vano tentativo di rilassarsi.
Appoggio la testa sul cuscino e giocherellò con la schiuma.
Avrebbe voluto scrivere a Luca ma non ne aveva il coraggio. Temeva, anzi, che Luca le scrivesse. Cosa gli avrebbe detto?
Un conto era non parlare con lui, un altro era parlargli e dover omettere necessariamente quei dettagli.

Guardò nuovamente il cellulare sperando in un messaggio di Laura, ma ancora niente.
Uscì dalla vasca e iniziò a prepararsi lentamente.
Un famigliare peso allo stomaco tornò a farle visita, lo stesso che provava ogni volta che doveva avere a che fare con un membro della propria famiglia.

Il telefono squillò.
Sissi sussultò e lo prese velocemente sperando di leggere il nome dell'amica.
Ma era Luca.

Deglutì sedendosi sul bordo della vasca e rispose alla telefonata.
"Pronto?"
"Buongiorno Sissi." Le bastò sentire il suono della sua voce per tranquillizzarsi. Sentì i muscoli sciogliersi, vagando con la mente ad appena due giorni prima, quando si trovavano in quella stessa stanza e tutto era ancora perfetto.
"Ehi! Ancora complimenti per la partita signor MVP, siete stati bravissimi."
Lo sentì ridacchiare. "Ti ringrazio, ma non credo ci sarei riuscito senza di te."
"Ma non ho fatto niente."
"Beh, questo è vero. Mi hai mandato via." Sissi si morse il labbro sorridendo. Sapeva che se Luca non fosse dovuto partire non si sarebbero fermati e anzi, parte di lei non lo avrebbe comunque voluto mandare via.
"Dovevi partire per la trasferta."
Lo sentì ridacchiare di nuovo e sorrise passandosi una mano sul collo. "Non era la mia priorità, diciamo."
"Beh, allora la prossima volta prova ad arrivare prima."
"È un invito?"
"Hai detto che ti faccio giocare meglio. Ti aiuto volentieri."
"Ah sì? Potrei prenderti in parola, sai."
"Lo spero bene." Luca ridacchiò. "Com'è andata con la tua famiglia?"
"Tutto okay. Sai che mia sorella ti ha stalkerizzata su Instagram?"
"Come scusa?" Sissi era incredula.
"Uh uh. Ha fatto lei gli onori di casa ieri sera."
"Oddio. E che hanno detto?" La ragazza deglutì appoggiandosi una mano sulla guancia.
"Che non vedono l'ora di conoscerti." Il tono dolce di Luca la fece sorridere. Subito dopo, però, si ricordo della situazione attuale ed ebbe paura. Se solo queste cose le avesse sentite in un qualsiasi altro momento!

"Sissi? Ci sei?"
"Sì, scusa."
"Va tutto bene?"
"No. Cioè sì, tranquillo."
"Sicura?"
Sissi rimase un attimo in silenzio. "Sì. Stavo solo pensando che mia cugina sta arrivando."
"Devi resistere solo fino a domani, poi arriverò io e ti aiuterò. Andrà tutto bene, se ne andrà prima di quanto immagini."
Sentì il naso pizzicare e arrivò pericolosamente vicina alle lacrime. "Grazie."
"Figurati. Adesso devo andare. Ci sentiamo più tardi, va bene?"
"Sì, certo."
Si salutarono e Sissi si prese la testa tra le mani. Se Laura non avesse risolto il problema entro il suo arrivo non sapeva cosa avrebbe potuto fare.

Si sentiva tremendamente in colpa, specialmente verso Matteo.
Lui era stato davvero carino con lei e l'idea di vederlo soffrire la faceva stare male.
Sentì nuovamente un moto di rabbia salire, ma si assopì velocemente.

Si alzò e scelse con cura i vestiti da indossare. Indossare i suoi abiti più pregiati la facevano sentire decisamente meglio. Optò per una gonna nera a pois bianchi e un maglioncino nero e morbido, completando il tutto con un paio di stivaletti con il tacco.

Afferrò la sua amata borsa e uscì di casa, diretta verso il suo incubo.

*
Sissi stava guidando accompagnata dalle chiacchiere infinite della cugina. Avrebbe potuto descrivere il matrimonio senza il minimo sforzo, ormai.
"Allora, come va con il sexy pallavolista?"
"Va bene." Sissi si fermò al semaforo e mantenne lo sguardo sul volante, mentre sentiva quello della cugina addosso.
Ilaria sprofondò nel sedile tenendo gli occhi fissi su di lei. "Sei stata proprio fortunata a trovartelo."
"Già." Sissi tagliò corto sperando di essere lasciata in pace. Ripartì quando scattò il verde, pregando di raggiungere presto casa.
"Il fascino dell'intelligenza. Unita poi allo sport... è perfetto. Scommetto che ti dà molte soddisfazioni, dico bene?"

Sissi contrasse la mascella. "Non credo siano affari tuoi."
"Perché no? Se vuoi ti racconto di Francesco."
"Ti sembra davvero il caso?"
"Perché no? Ah, già. Stavate insieme." Ridacchiò passandosi una mano tra i capelli. "Sembra secoli fa, no? È passato così tanto tempo."
"Non abbastanza."
"Che vuoi dire?"

Sissi rimase in silenzio qualche secondo, parcheggiando la macchina davanti casa. Si girò per guardare la cugina. "Non so se tu lo faccia di proposito o se davvero non ci arrivi. Ma per me i vecchi tempi non sono belli da ricordare, la maggior parte delle cose successe vorrei dimenticarle e basta."
Ilaria la guardò con sufficienza. "Beh, per me erano gran bei tempi. Tornerei indietro senza pensarci."
"Buon per te. Non so quale sia il tuo scopo, ma io voglio solo stare tranquilla."
"Anche io! Sei sempre così paranoica, io voglio solo passare del tempo con mia cugina!"
"Bene, allora." Scese dalla macchina sbattendo la portiera, senza aspettarla e procedendo verso il portone.

*
Ilaria entrò in casa con passo spavaldo, gettando giacca e borsa sul divano come se fosse casa propria.
"Fai pure, tranquilla."
Ilaria la guardò con un sorriso radioso. "Grazie! Allora, dov'è la mia stanza? Ho bisogno di rinfrescarmi."
"Da quella parte, la porta a sinistra."
"Bene. Me le porti tu le valigie, tesoro?" Non le diede il tempo di rispondere che già si era avviata.

Sissi sospirò gravemente e iniziò a calciare le valigie verso la sua stanza, spingendole con mala grazia verso la sua porta. La cugina la guardò con aria indignata. "Ma ti sembra il modo?"
"Se non ti piace il modo portatele da sola."
Ilaria la guardò in cagnesco e si chiuse in camera, sbattendo la porta.
Sissi tornò in salotto e si sdraiò sul divano.
Non era decisamente dell'umore per tollerare la cugina.

Sentì suonare alla porta e si alzò di scatto.
Corse verso di essa e la aprì, vedendo Laura.
Sorrise speranzosa. "Ti prego, dimmi che hai risolto."
Laura abbassò lo sguardo. "Mi dispiace."
"Ti dispiace?"

Laura percepì il tono alterato dell'amica e recuperò in fretta. "Lo farò presto, però. Ho già detto a mamma della pallavolo."
"Della pallavolo? Quella è la cosa minore, Laura! Ma stai scherzando? Cosa diamine aspetti ancora? Matteo sta arrivando!"
"Lo so, lo so!" Laura la guardò con aria sgomenta. "Per favore, non arrabbiarti."
"No." Sissi sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Questa situazione mi sta snervando."
"Lo so. E mi dispiace di averti coinvolta, davvero."
"Lo so."

Si guardarono per qualche secondo e Laura la strinse a sé. "Per favore non essere arrabbiata." Sissi annuì contro la sua spalla. "Stamani ho parlato un po' con Marco e si è reso conto di quanto siamo diversi. Ora non devo far altro che dirgli di Matteo. Poi lo dirò a mamma. E tutto si risolverà. Giuro."
"Va bene."
Si separarono.
"Sono giusto andata a fare la spesa per il pranzo, sono passata a trovarti dato che ero di strada. Volevo anche chiederti un consiglio su come dire tutto."
L'amica ci pensò su qualche secondo. "Dillo e basta Laura. Questa storia è durata fin troppo."
Laura annuì. "Giusto." La guardò speranzosa. "Non è che puoi venire anche tu?"
Sissi scosse la testa. "C'è mia cugina."
"Ah, giusto. Beh allora ci aggiorniamo."
"Fammi subito sapere quando avrai detto tutto, okay?"
"Certo."
"E chiamami anche se hai bisogno."
Laura annuì. Abbracciò nuovamente l'amica e uscì.

Sissi tornò a sdraiarsi sul divano, non notando la cugina appostata dietro alla porta della camera.


Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora