Scelte

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I've been around the world but never in my wildest dreams / Would I come running home to you / I've told million lies / But now I tell a single thruth / There's you in everything I do.
(I Bet My Life – Imagine Dragons)

Laura scese le scale lentamente.
Osservò sua madre indaffarata in sala da pranzo, alle prese con gli ultimi dettagli della tavola.

Si fermò e si sedette sull'ultimo scalino.
Debora la notò dopo qualche attimo. "Laura! Si può sapere che ti è preso? Dai aiutami."
"No."
"No? Ma che ti prende oggi?"
"Non è solo oggi. Sono più di due mesi."
"Che cosa? Laura per favore parla chiaramente non capisco!"
"Siediti mamma."
"Sedermi? Devo finire di preparare la tavola!" Guardò la figlia sconcertata, ma che diavolo le stava prendendo?
"Non pranzeremo."
"No?"
"Siediti." Debora sbuffò e decise di accontentare la figlia.
"Veloce però, si fredda tutto!"

Laura riordinò le idee e sospirando iniziò a parlare. "Marco ed io non stiamo più insieme."
"Che cosa? Che è successo? Avete litigato?"
Scosse la testa, guardandosi i piedi. "Io l'ho tradito mamma."
"Hai fatto cosa?!" Debora si tirò su di scatto mentre la figlia continuava a guardare a terra. "Con quel ragazzo, non è vero?"
Annuì esitante.

Debora si passò una mano tra i capelli. "Ma come hai potuto?"
Laura si strinse nelle spalle. "Mi sono innamorata."
"Ti sei innamorata." Rise seccamente. "Avevi un impegno verso Marco."
"Lo so. Ed è questa la cosa che più mi dispiace." Si alzò finalmente e la guardò negli occhi. "Ma non posso fingere che Matteo non mi piaccia."
Debora scosse la testa, sedendosi a tavola.
"Ho anche intenzione di rallentare con l'università."
"Cosa? Spero tu stia scherzando."
"No. Qualche tempo fa mi hai detto che essere felici implica pensare al futuro. E nel mio futuro voglio la pallavolo. E voglio Matteo."

Laura si sentì improvvisamente leggera.
Guardò la madre; era seduta con i gomiti appoggiati al tavolo, il mento posato sui suoi pugni.
"A cosa pensi?"
"Penso a chi tu sia. O chi sei stata. Com'è possibile che tu abbia cambiato così totalmente quello che sei? Tu non eri così Laura! È colpa di quel ragazzo?"
"Colpa? Forse vorrai dire merito. Da quanto papà è morto io sono diventata il contrario di quello che ero. Il contrario!" Debora si alzò e la guardò. "Non sono felice mamma."
"E pensi che lo sarai con la pallavolo e Matteo?"

Annuì decisa.
Debora scosse la testa. "Laura, lo so che è un periodo difficile. Ma non è con questi colpi di testa che migliorerai la situazione! Tu sei convinta che così starai meglio, ma non è così."
"E come fai a saperlo?" Alzò il tono della voce esasperata.
La donna la fissò intensamente. "Anche io ero come te, sai? Ho lasciato perdere tutto per amore."

La figlia la interruppe. "E guarda cosa ti è successo! Hai una figlia che ti adora, una bella casa, un buon lavoro e hai trovato l'amore della tua vita." Si avvicinò alla madre prendendole le mani tra le sue. "Lo so che ti manca, perché manca anche a me. Non sono colpi di testa mamma. Te lo giuro."

Debora scosse la testa debolmente. "Ma non capisci che Marco ti vuole davvero bene?"
"Mi vuole bene, è vero. Ma non mi ama. E io non amo lui. Voglio avere l'amore che avete avuto tu e papà. Lo so che il futuro fa paura ma non è possibile pianificare tutto."
Strinse la figlia in un abbraccio mentre le lacrime le bagnavano le guance.

Rimasero unite per diversi minuti, aggrappandosi l'una all'altra.
Quando si separarono, Laura la guardò. "Te lo assicuro mamma, non è un capriccio. È ciò che voglio. E... lo farò in ogni caso, ma vorrei davvero tanto avere il tuo appoggio."
Debora sospirò e dopo qualche secondo annuì lievemente. "Mi fido del tuo giudizio, tesoro. Ho solo paura che tu stia male, capisci?"

"Così sto male, mamma. Non sono felice. Ho... Ho combinato tanti di quei pasticci." Sospirò amaramente. "Ho mentito a te, a Sissi, a Marco e a Matteo. E adesso lui mi odia."
Guardò la figlia negli occhi. "Sei davvero certa di tutto questo? Sei sicura di voler prendere questa strada?" Laura annuì. "Non posso dirti di essere totalmente d'accordo ma... Voglio che tu sia felice. È l'unica cosa che conta davvero per me."

"Grazie mamma. Ti prometto che non ti deluderò più."
Sospirò accarezzandole la guancia. "Non mi hai deluso. Sono piuttosto delusa da me stessa, per non averti capita."
Laura le sorrise commossa. "Ti voglio bene mamma e l'ultima cosa che volevo era darti un dispiacere."

"Lo so, tesoro. Ma... Se tu sei felice, lo sono anche io."

Laura la strinse ancora. "Sarò felice quando risolverò tutto."
Le accarezzò il viso. "Vedrai che tutto si aggiusterà. Ma avresti dovuto trovare prima il coraggio di farlo."
"Lo so. Ma avevo paura."
"Di cosa?"
Esitò. "Di te."
"Di me?" La guardò sbalordita mentre Laura annuiva. "Io non... Non volevo tesoro. Davvero, non avrei mai immaginato di..." Si passò una mano tra i capelli. "Tu puoi dirmi tutto quello che vuoi. Sempre. Non devi avere paura di me, tutto quello che ho fatto era per il tuo bene. E ho comunque sbagliato." Sorrise amaramente.

Laura le sorrise. "Lo so mamma. Ho sbagliato io a non avere abbastanza coraggio. Tutta questa situazione è nata da uno stupido equivoco che non ho saputo gestire. Sono scappata via come una codarda."
La guardò con uno sguardo comprensivo. "Adesso però ce l'hai fatta, no?"
Scosse la testa. "Solo perché mi sono trovata alle strette. Non sono abbastanza forte. Papà sarebbe così deluso." La sua voce si incrinò.
"Tesoro... Tuo padre non sarebbe assolutamente deluso."
"Lo pensi davvero?"
"Assolutamente." Sospirò stringendole le mani. "Crescere significa fare errori, è inevitabile. Il coraggio non è qualcosa con cui nasciamo ma dobbiamo svilupparlo nel corso del tempo. Hai sbagliato, è vero. Ma quello che conta adesso e che tu l'abbia capito e che tu faccia qualcosa per rimediare. Conta ciò che costruiamo con le nostre esperienze più che le esperienze stesse. Dobbiamo sempre ricavare qualcosa di positivo, in qualsiasi situazione."

Laura si lasciò andare ad un lungo sospiro. "Matteo era davvero arrabbiato, mamma."
"Posso immaginarlo. Ma sono certa che se gli spiegherai tutta la situazione capirà. Però... Devi lasciargli un po' di tempo."
Laura annuì stringendosi nelle spalle.
"Sissi si è arrabbiata?"
"Per fortuna no. Non molto, almeno."
Debora annuì. "Ti vuole davvero bene. Tuo padre non faceva che ripetere quanto sembraste sorelle."
Sorrise ripensando a quel dolce ricordo. "La sorella priva di talento sportivo."
Risero entrambe, scaricando un po' di tensione.

"Quindi... Pensi sia Matteo quello giusto?"
Laura annuì e la donna non poté non notare la luce nei suoi occhi. "Mi rende così felice. Lui mi capisce e mi sostiene sempre. È davvero un bravo ragazzo. Se penso al mio futuro... Io mi vedo con lui."
Sospirò. "Anche io dicevo esattamente la stessa cosa riguardo a tuo padre. E... Vi auguro davvero la stessa felicità che abbiamo avuto noi."
Laura sorrise e si strinse alla madre, finalmente con il cuor leggero.

Somewhere in NeverlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora