Myrddin deglutì a fatica e strinse i pugni al punto da sbiancarne le nocche.
«Mia signora, non so dirvi quanto me ne dolga, ma temo che dovrete uccidermi allora, se vorrete impedirmi di fuggire da voi. Perché finché avrò respiro, da questo momento in poi, cercherò di fermarvi.»
Myrddin avvertì il soffio caldo di Medb sul proprio volto. I capelli fluttuanti della regina erano come muschio lucente, di un verde ideale, il colore nella sua forma più vera.
«Oh, no. Non ti ucciderò. Però eliminerò la creatura che ti ha traviato in questo modo, così potrai essere finalmente libero dal suo maleficio.»
Myrddin per la prima volta trovò la forza di sollevare lo sguardo.
Per quanto fosse abituato alla bellezza di Medb, ne restò incantato per un attimo, ma nemmeno lei riuscì a fargli dimenticare la paura.
«Mia signora, no. Qualunque cosa, ma non questo. Risparmiate Freya. Sono io a essermi innamorato di lei, sono io ad aver deciso di sfidarvi. Nel nome di tutto ciò che ho fatto per voi in passato, non prendetevela con nessun altro che non sia io.»
I lineamenti di Medb si ammorbidirono, aprendosi in un sorriso di una dolcezza infinita. La sua pelle color ebano riluceva di un'aura verde chiaro che si espandeva nell'ambiente circostante come un fluido benefico, rianimando ogni cosa.
«Sacrificarti così... per una di quelle creature che avevi giurato di eliminare, gli stessi esseri che hanno ucciso tua madre» sospirò la regina. Le sue labbra si curvarono in una smorfia simile a quella di una bambina capricciosa, gli occhi verde foresta che dardeggiavano da un punto all'altro della stanza, come se stesse pensando a qualche marachella. «Vedrai, Myrddin, dopo che lei se ne sarà andata, tornerai in te e mi ringrazierai.»
«No!»
Myrddin non seppe dove trovò il coraggio di afferrarla per un polso. Una scarica di energia gli attraversò il corpo, facendolo tremare come una foglia, prima che si afflosciasse. Ogni singola fibra dei suoi muscoli gemeva, contraendosi e distendendosi senza alcun controllo.
Quella era la seconda sciocchezza commessa quel giorno. Una sciocchezza mortale. L'essenza di Medb non aveva distrutto la sua all'istante solo perché Myrddin era un Mundbora, e di umano in lui era rimasta solo l'anima.
«Myrddin» sussurrò Medb, chinandosi su di lui. In quegli occhi, pungenti come le spine di una rosa crudele, non era rimasta alcuna traccia di benevolenza - solo rabbia per aver perso l'amore incondizionato di uno dei suoi giocattoli preferiti. «Mi hai deluso molto, mio dolce Mundbora... forse hai ragione. Forse è meglio ucciderti, prima che tu possa fare qualcos'altro di stupido.»
Myrddin la vide sollevare una mano. Fra le sue dita comparve un pugnale di damasco, lo stesso che lui aveva abbandonato fuori dalla caverna.
«Farò in fretta, Myrddin. Spero che questo ti aiuterà.»
Affondò una mano fra i capelli di Myrddin e gli tirò indietro la testa per fargli scoprire la gola. Il Mundbora non riusciva a opporsi. Non una singola stilla di forza era rimasta nel suo corpo. Tutto ciò che poteva fare era chiudere gli occhi.
Addio, Freya. Perdonami.
Era stato così stupido a credere di poter affrontare Medb. In fondo era ancora lo stesso sciocco della prima volta in cui si erano incontrati.
«Ferma la tua mano, Medb» disse una voce cristallina, simile allo scrosciare di un placido ruscello. «Non ucciderlo.»
«Nimueh?»
Myrddin aprì gli occhi e mise a fuoco un'altra figura, materializzatasi da uno dei rivoli d'acqua che emergevano dal trono di Medb. Nimueh era bella tanto quanto Medb, nonostante i suoi lineamenti fossero più aguzzi e la pelle di un pallore invernale. Indossava un vestito sfavillante, che scivolava sulla sua pelle come uno strato d'acqua.
I suoi occhi, di un azzurro chiaro quanto quello delle montagne all'orizzonte, guardavano Myrddin come se riuscissero a stento a contenere la gioia.
«Hai detto di non volere più Myrddin, non è vero, sorella?» sussurrò Nimueh, accarezzandole una guancia con la punta di un indice. «Perché ucciderlo? Aldilà delle nostre dispute, lui è una punta di diamante fra i protettori degli Antichi. Di quelli come lui ne nascono uno ogni mille anni. Se non lo desideri più, lascialo a me. Le mie fate hanno un disperato bisogno di cure, e l'attuale Mundbora che se ne occupa non è molto bravo... in fondo, a te che servirebbe, una volta morto?»
Medb rifletté in silenzio e a lungo, come se sospettasse ci fosse un inganno dietro quella proposta o che il Mundbora stesse complottando con Nimueh. Ma Myrddin non aveva la minima idea del perché la Dama del Lago si fosse improvvisamente interessata a lui. Aveva sempre creduto che lo odiasse.
Ma forse furono proprio la confusione e la paura di Myrddin a convincere Medb a concederlo a Nimueh. L'unica cosa che voleva per lui era sofferenza, e se una vita di servizio sotto il comando di sua sorella gli avrebbe causato dispiacere, Medb sarebbe stata più che felice di concedergliela.
«Hai ragione, Nimueh» mormorò la regina, con un lieve sorriso. «Prenditi pure questo Mundbora. Io posso sempre crearne degli altri.»
«Molto bene, sorella. Vieni, Myrddin. Vieni con me. Ho molti progetti in mente per te.»
La Dama del Lago si chinò su di lui, raccogliendolo fra le proprie braccia sottili. Myrddin si era aspettato di avvertire lo stesso dolore che aveva provato nel toccare Medb, ma con lei fu diverso. Si sentì invadere da un dolce calore, che attutì le stilettatee costole e rilassò i suoi muscoli.
«Non temere, Myrddin» sussurrò Nimueh, mentre il suo volto si addolciva, distendendosi in un sorriso. «Mi occuperò io di te. Forse non potrai vivere con la tua amata una volta al mio servizio, ma ti prometto che non permetterò a nessuno di farle del male. Nemmeno a Medb. Però devi capire, Myrddin, che è giusto che i nostri mondi restino separati. Medb non lo comprende ancora, non l'ha mai capito... ma il nostro tempo su questo mondo è agli sgoccioli. Gli umani hanno imboccato una strada opposta rispetto alla nostra, ed è giusto lasciarli andare... Freya compresa.»
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...