«Primule. Ne sei sicuro?»
«Ma certo. C'è scritto anche nel Grimorio, dubitona» mormorò Puck, mentre si curava il naso con un indice. Formò una pallina con le secrezioni della sua appendice nasale e le lanciò in un angolo dello studio di Alan sotto lo sguardo disgustato di Rose, Wulfric e Urchin.
«Mi fido, non preoccuparti» borbottò la ragazza, facendo un passo indietro per evitare i suoi proiettili. «Dunque, ricapitolando, ci servono solo una Pietra delle Fate» Rose soppesò il sasso ricoperto di muschio che aveva procurato loro Puck: non aveva nulla di mistico, tranne il peso sproporzionato alla taglia. «E un numero ignoto di primule. Non puoi essere più preciso?»
Puck riprese a scavare nel suo naso. «No, no, il numero non è ignoto!»
«E non potevi dircelo subito?» ruggì Urchin, rifilandogli un calcetto. «Non abbiamo tempo da perdere. C'è un airone da umanizzare!»
«Skreeeek!»
«Ecco, infatti. Hai sentito cos'ha detto il nostro pennuto, quindi datti una mossa!»
Puck sussultò nel sentirsi rovesciare tante accuse addosso e si pulì la mano sul tavolo. Si alzò e si grattò la striscia di pancia che emergeva dalla sua giacchetta. «Il numero di primule dev'essere esatto, non una in più, non una in meno.» Raccolse una scatolina contenente delle primule essiccate. «Tutto ciò che dovrete fare sarà disporle in cerchio attorno alla roccia, prendendone una per ogni persona o animale o spirito o...»
«Sì, abbiamo capito. Taglia.»
«Insomma, una per ognuno dei presenti, più un'altra per la Fata del Passaggio, che vi porterà fino ad Avalon.»
«Fata del Passaggio?»
«Nessuno sa il suo nome, perché non si ferma mai a chiacchierare. Non si sa nemmeno che faccia abbia. Ma è appurato che ci sia, altrimenti come fareste ad arrivare in un posto del tutto diverso solo chiacchierando con delle primule e una roccia?» fece notare loro Puck, parlando come se si stesse rivolgendo a dei bambini ottusi.
Rose pensò che la sua osservazione avesse un senso, per quanto ridicola. Ormai il suo cervello stava processando gli avvenimenti su un altro livello, come se avesse fatto un patto con le stranezze della realtà, accettandole finché mantenevano una logica interna.
«Infatti è proprio per via della presenza della fata che dovete usare un numero di primule esatto: se non la pagaste, lei si infurierebbe e voi finireste chissà dove. Nessuno è tornato per dire in quale luogo.»
«Ah, fantastico» borbottò Rose, raccogliendo quattro primule dalla scatolina. Meglio portare a termine quella storia in fretta. Guardare Wulfric le faceva saltare i nervi: non vedeva l'ora che lui scomparisse per processare con calma tutto ciò che le era successo. Ancora non le era chiaro se lo aveva perdonato o meno. Al momento la sua parte più irrazionale, tendente a legarsi i torti al dito, era più incline all'o meno. «Puck, pensaci tu a tenere d'occhio Ann e la casa, d'accordo? E non farti vedere dalla mamma e dalla nonna. Comincerebbero a mettere colla per ratti dappertutto.»
«Agli ordini! La casa è al sicuro con me» esclamò Puck, mettendosi sull'attenti.
Rose ne dubitava, ma non avevano altra scelta che fidarsi di lui. In fondo era il Custode del Grimorio, doveva pur significare qualcosa, anche se l'unico oggetto che avesse custodito fino a quel momento erano le pepite del suo naso.
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Myrddin era seduto su una sedia a dondolo davanti al focolare, quando i piedi di Rose scricchiolarono sui gradini.
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...