Quando giungemmo al castello, un paggetto dal taglio di capelli più orrendo che avessi mai visto - per qualche motivo gli uomini pensavano che le scodelle fossero d'alta moda, in quel periodo - si avvicinò a noi con aria trafelata.
«Mio signore, Myrddin, grande mago del-»
«Sì, sì, taglia con le cerimonie» sbottò Merlino, con una smorfia. «Se ascoltassi tutti questi titoli, mi tornerebbe a crescere la barba. Allora? Che succede?»
«Uther desidera vedervi subito. Il bambino... Artri... c'è un problema.»
Ogni traccia di ilarità scomparve dal volto di Merlino, e lui tornò a essere il servitore serio e impettito che avevo conosciuto tanto tempo addietro. Corse subito verso le stanze del re.
Trovò Uther seduto sul suo elaborato trono di legno, decorato da una placca dorata e sottili schegge d'ambra. Il re era intento a tormentarsi il pizzetto, e la corona sulla sua testa era sbilenca. Il volto dai lineamenti marcati, altrimenti austero, era marcato da una serie di rughe di preoccupazione. Delle occhiaie circondavano i suoi occhi color tempesta, togliendogli la poca regalità che gli restava.
Non appena vide Merlino, gli andò incontro, reggendo il lungo mantello color porpora ornato in pelliccia di volpe per non inciampare.
«Myrddin!» disse, senza riuscire a liberarsi della nota arrogante che caratterizzava la sua voce baritonale. Non era sempre stato così. L'aveva acquisita di recente, e a Merlino non piaceva per niente. Gli ricordava troppo quella di Vortigern, nel momento in cui gli aveva cominciato a minacciare Merlino di morte, se non avesse fatto come desiderava. «Perché ci hai messo tanto? E' da ore che stiamo aspettando, e Artri è-»
«Non sapevo nulla delle condizioni di Artri. Mi dispiace di non essere arrivato prima, mio re, ma sono dovuto passare a prendere Freya, la mia apprendista.»
Uther si accorse di lei solo in quel momento e la sua bocca si contrasse, mentre la esaminava velocemente. Quella ragazza non gli piaceva. Per quanto fosse bella, con gli occhi affilati che ricordavano quelli di un felino e i capelli setosi, aveva un'espressione sfrontata e non chinava mai il capo di fronte a nessuno. Uther non ricordava una sola volta in cui Freya gli avesse rivolto un inchino. Era come se non comprendesse i fondamenti della società, e Uther lo trovava oltraggioso. Trovava ancor più oltraggioso il fatto di trovarsi un posto più in basso rispetto a lei nella lista delle priorità di Merlino.
«La prossima volta vedi di essere più puntuale o potrei ricorrere a dei provvedimenti» disse Uther, in tono freddo. Si avvicinò a Myr, parlando a voce più bassa per essere sentito solo da lui, mentre Freya era intenta a camminare per la sala del trono, del tutto disinteressata al re. «Il primo dei quali sarebbe allontanare quella che tu chiami "apprendista" dal mio regno. Non mi piace averla qui. Parla sempre con tutti, cerca di traviare le serve e convincerle a comportarsi come gli pare. Se tutti facessero quello che vogliono, Myrddin, non ci sarebbe più disciplina, e io non lo posso permettere.»
Merlino strinse i denti, ma non disse nulla, limitandosi a chinare il capo. Ormai a stento tollerava la presenza di Uther. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di levarselo dai piedi in fretta, persino baciargli l'anello d'oro che portava alla mano destra.
«Sì, mio re. Prometto che non vi farò più aspettare» mormorò il Mundbora, osservando Uther con la coda dell'occhio. Scorse un sorriso compiaciuto sul volto del regnante e si trattenne a stento dal fare una smorfia di disgusto. «Mio signore, mi stavate parlando di Artri...»
«Sì. Mio figlio... non ho idea di cos'abbia, Myr. E' tutta la notte che sta male. Le ancelle se ne sono prese cura, ma tu sei il suo precettore e il suo custode. Vedi? Se fossi stato qui, la situazione non si sarebbe aggravata tanto.»
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...