Rose non aveva mai osato definirsi innamorata di nessuno, ma non avrebbe saputo descrivere in altro modo quello che provava per Wulfric. Non era come se l'era immaginato. Non era affatto ciò che tanti dicevano accadesse in un istante, ma un lento entrare nella vita dell'altro, finché ci si rendeva conto quanto si tenesse a quella persona, e che porzione davvero occupasse nel proprio cuore. Innamorarsi era come accorgersi di ciò che già c'era, di ciò che non avrebbe potuto essere altrimenti.
«Io invece non te l'ho mai detto perché pensavo che non sarei mai stato abbastanza per te» sussurrò Wulfric, raccogliendo una mano di Rose con la propria. Lei adorava avvertire le sue mani ruvide sotto le dita. Erano callose, le mani di uno spadaccino, ma per Rose non avrebbero potuto essere più perfette. «Credevo di dovermi accontentare solo di essere tuo amico. Di fronte a Myr, poi, chi avrebbe preferito me? Lui è affascinante e sa sempre cosa dire, mentre io...»
«Allora è per questo» sussurrò Rose, provando un fiotto di tenerezza per lui.
Wulfric sembrò imbarazzato e guardò altrove, deglutendo rumorosamente.
«Non riuscivo a capire perché fossi tanto freddo, alcune volte. Eri davvero geloso?»
«Insomma, mi sentivo avvilito perché pensavo di non avere nessuna chance. In ogni caso, tu saresti tornata nel mondo degli umani e avresti continuato la tua vita. Ti saresti dimenticata di me. Non sono nemmeno certo di cos'avrei fatto, se tu fossi andata via. Avrei persino potuto seguirti.»
«E rinunciare ad Avalon?»
«Ci ho pensato molto, e mi sono detto che, anche se avessi avuto una vita lunga quanto quella di Myr e avessi potuto fare ciò che amavo di più, avrei sempre sentito che mancava qualcosa, senza te al mio fianco. Dopo aver visto il suo rimpianto, è diventato un pensiero sempre più logorante. Non hai idea di quanto io sia stato felice, il giorno in cui sei diventata una Mundbyrnes. Talmente felice che mi sento un bastardo a raccontartelo» rispose Wulfric, con un sorriso che sapeva di disprezzo verso se stesso. «Voglio dire, tu avevi la tua famiglia. Non era giusto che io ti imponessi la mia presenza, se tutto ciò che volevi da Avalon era curare Alan. Sarebbe stato troppo meschino costringerti a scegliere fra me e la tua vita da umana.»
Rose pensò che lei non avrebbe mai avuto la sua forza. Lasciar andare qualcuno, perché così sarebbe stato più felice? Lei era rimasta nell'ombra perché era una codarda, non perché avesse avuto un tale spirito di sacrificio.
«Ma a un certo punto non ce l'ho più fatta» continuò Wulfric. «Ho cominciato a starti più vicino, e pregavo che restassi. Ero così felice quando camminavamo assieme per le strade di Avalon. Mi sembrava di essere in un mondo dove tutto andava a meraviglia. Poi è arrivata la Festa dell'Inverno, e finalmente ho terminato il mio addestramento. Abbiamo ballato, e ho provato a dirti quello che sentivo, ma ho visto che non stavi bene. Qualcosa non andava. Allora ho deciso di rimandare finché le cose non fossero andate meglio. E ora, nel momento peggiore che si possa immaginare, vengo a raccontarti queste cose. Non c'è limite a quanto io possa essere cattivo, non trovi?»
«Io sono egoista e stupida, e tu sei bastardo e meschino. Che bella coppia» mormorò Rose, con un sospiro.
«Forse stiamo solo esagerando, e siamo melodrammatici.»
«Io sono melodrammatica. Mi ricordo il periodo in cui ascoltavo musica deprimente, e sono venuta a condividere con te il mio disagio.»
Wulfric rise, e quel suono fu come una cascata purificatrice che sciolse la tensione che si era creata fra loro.
Quando Rose lo guardò, scoprì che gli luccicavano gli occhi, e aveva un gran sorriso sulle labbra. Si era tolto un peso dal cuore, e forse anche la faccenda di Myr gli avrebbe fatto meno male, da quel momento in poi. Almeno non avrebbe più affrontato quel peso da solo. In quanto a Rose, si sentiva come se avesse trovato un fiore dorato in un mare di petrolio.
STAI LEGGENDO
Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...