La giovane sussultò, come se le mie parole avessero rotto il bozzolo di disperazione nel quale si stava avvolgendo.
«Hai ragione, Urchin» sussurrò, passando un braccio sotto la schiena di Merlino. «Lady Ygraine, non riesco a sollevarlo da sola. Potreste aiutarmi?»
«Ma certo, ma certo» disse la regina, appoggiando Artri con delicatezza nella sua culla. A differenza di Freya, Ygraine non aveva idea di cosa fare, e si limitò a seguire le sue istruzioni.
Le due donne caricarono Merlino sul letto matrimoniale e gli sfilarono sia il pesante mantello che la tunica rossa, lasciandolo a petto nudo. Sembrava più fragile di quanto non si sarebbe detto a una prima occhiata, senza le spalle imbottite dei vestiti. Non avevo mai visto Merlino senza il suo pastrano intimidatorio; così sembrava solo un ragazzo, e il suo corpo, che un tempo doveva essere apparso più robusto, aveva cominciato a perdere sostanza, assumendo i tratti di quello di una fata, sottili e alieni se paragonati a quelli di un uomo.
Freya esitò di fronte a quel corpo dalla vita troppo sottile e il torace più ampio del normale, ma si riprese subito dopo. Frugò nell'ampia borsa di cuoio dove Merlino teneva tutte le proprie erbe, fino a trovare un composto giallastro all'interno di un barattolino di vetro. Svuotò la boccetta sul petto di Merlino, massaggiando con movimenti dal basso verso l'alto, finché il composto non fu stato assorbito del tutto dalla sua pelle.
«E io cosa devo fare?» farfugliò Ygraine, desiderosa di aiutare, mentre faceva avanti e indietro fra la culla di Artri, per controllare che il bambino stesse bene, e il letto. «Voglio essere utile! Qui mi trattano tutti come se non sapessi fare nulla. Per favore, Freya, voglio aiutare Myrddin, dimmi solo come.»
«Cercate della... della lavanda nella borsa, sì» disse la giovane, che aveva cominciato a massaggiare anche il volto di Merlino. Gli sollevò la palpebra destra: l'occhio del Mundbora era ancora di un intenso verde iridescente. Forse c'era qualcosa di positivo riguardo la presa che Medb aveva su di lui: gli aveva conferito una resistenza che trascendeva quella di qualunque altro uomo. «Bruciate la lavanda, bisogna purificare questo luogo dall'influenza negativa di Medb.»
Ygraine annuì e fece come le era stato ordinato. Si vedeva che lei non era stata educata per diventare una regina ma solo una dama di campagna. Malgrado conoscesse bene i doveri di una signora e fosse esperta nelle arti femminili, le mancava la pomposità e lo sdegno dell'alta nobiltà, che non si sarebbe mai prestata a prendere ordini da una paesana qualunque come Freya, o persino ad ammettere che una persona di rango inferiore avesse delle conoscenze più ampie delle proprie in qualsivoglia materia.
Una volta bruciata la lavanda l'aria si fece meno pesante e il respiro di Merlino diventò più profondo.
Il sole era già tramontato quando Freya, che aveva continuato ininterrottamente a offrire preghiere a Nimueh e impiastricciare il corpo inerte di Merlino con unguenti medicamentosi, sbirciò un alito di vita sul volto del maestro.
Merlino sollevò le palpebre di mezzo centimetro e deglutì. Sembrava molto confuso e impiegò qualche secondo per riconoscerci.
«Freya... Urchin» sussurrò, abbozzando un sorriso. La regina si accostò al letto, stringendogli una mano, e il volto di Merlino si contrasse in una smorfia di preoccupazione. «Ygraine... il bambino... come sta?»
«Bene, mio caro Myrddin» rispose lei, baciandogli il dorso della mano. «Non so come ringraziarti. E' solo merito tuo se Artri sta bene. Grazie.»
«Era il minimo che potessi fare, dopo averti causato tanto dolore» rantolò il Mundbora, cercando di mettersi seduto. «Sono felice di esserci riuscito. Per un attimo ho creduto che le mie energie non sarebbero state sufficienti. Mi sono sentito come se stessi cadendo in un baratro.»
Merlino cominciò ad annusare a fondo l'aria come un cane da fiuto. Le donne si scambiarono un'occhiata preoccupata, temendo che il mago potesse aver perso il senno.
«Cos'è questo odore di... di... rosmarino, per la circolazione? E biancospino per ottenere il favore delle fate benigne? Allora non dormivi mentre stavo spiegando, Freya... e io che credevo di essere noioso» biascicò il mago, ridendo piano. Sprofondò di nuovo fra i cuscini e Freya, dopo aver tratto un sospiro di sollievo - grazie agli dei quell'incantesimo non gli aveva causato dei danni mentali -, gli rimboccò le coperte.
Merlino si addormentò poco dopo, rannicchiato su un fianco. I Mundboran anziani dormivano molto poco, e il fatto che lui riaprì occhio solo per mangiare e andare in bagno nei tre giorni che seguirono dimostrò che aveva davvero dato fondo a tutte le sue energie.
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Il mago venne trasferito in una delle stanze degli ospiti, e Uther si rivelò piuttosto soddisfatto che il suo erede fosse di nuovo in salute, malgrado non avesse affatto apprezzato di essere stato escluso dalla procedura di guarigione con un inganno da quattro soldi e che sua moglie potesse avere un legame con Merlino che andava al di là del mero rapporto padrone servitore. Il re a malapena tollerava che gli altri uomini guardassero Ygraine, figurarsi se uno di questi arrivava a esserle amico. Non poteva esistere cosa come l'amicizia fra uomo e donna secondo i suoi canoni... Ma mise un punto alla faccenda pensando che Merlino era troppo prezioso per essere decapitato e, in ogni caso, quella bizzarra creatura dai tratti femminei non si poteva davvero definire "uomo": aveva più in comune con Medb che non con uno dei vigorosi maschi che si battevano in duello durante i tornei, dunque Uther permise a Merlino di curarsi a palazzo per tutto il tempo che fu necessario, e lasciò che Ygraine gli facesse visita più volte.
Quello che non poteva immaginare era che la regina, Freya e, ovviamente, il sottoscritto, stavamo pianificando con Merlino il da farsi, affinché Artri potesse crescere lontano da quel bruto di suo padre.
Merlino sapeva che sia Medb che Uther avrebbero tentato di mettere loro i bastoni fra le ruote, ma, testardo com'era, voleva essere onesto e andare dalla Crudele Regina a chiederle di affrancarlo. Ignorò del tutto le suppliche di Freya; secondo lui doveva pur esserci un modo per liberarsi dalla sua influenza. In fondo, se la Daone Sith lo stimava davvero come aveva sempre detto, l'avrebbe lasciato andare. E, in ogni caso, se ormai lo odiava, non avrebbe avuto senso tenerlo ancora sotto la propria ala.
Quelli erano i ragionamenti di Merlino, che ancora, nonostante tutto, non riusciva a liberarsi della visione rosea che aveva della mostruosa Medb, cui aveva dedicato anima e corpo per tanti anni. Non ti dico cosa accadde quel giorno, perché lo scambio fra il nostro povero Mundbora e la Regina Eterna non andò a buon fine, ma sappi che ci mancò tanto così perché lei uccidesse Merlino, che venne salvato da Nimueh, la quale decise di accoglierlo ad Avalon, fra i propri protetti.
Non che Nimueh desse nulla per nulla, anzi. Ciò che fece fu ordinare a Merlino di diventare il mentore di Artri e proteggere il giovane principe, perché un re umano ben disposto verso le fate, cresciuto a contatto con la magia di Avalon, era l'unico che potesse cambiare le sorti del Popolo Nascosto, senza che umani e fate finissero per uccidersi a vicenda.
La Dama però non era per niente ben disposta verso Merlino, nonostante lui avesse dimostrato le proprie buone intenzioni. Il suo occhio verde per molto tempo lo bollò come reietto fra le fate di Avalon. L'unica che gli volesse davvero bene e lo conoscesse per ciò che era, fu Freya, che decise di sostenerlo nel suo futuro compito di protettore.
Tutto ciò che avrebbero dovuto fare in seguito era strappare il neonato Artri da Uther, ma per quello avrebbero avuto Ygraine dalla loro parte, il cui unico sogno era di poter dare al suo bambino la vita migliore possibile, e almeno per una volta non avrebbero dovuto agire da soli.
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasi"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...