I piedi di Rose frusciavano fra i fili d'erba, saltando da un atollo di muschio all'altro per evitare le Piote Vaganti. Si stavano tutte dirigendo alla festa e indossavano dei minuscoli abitini fatti di campanule.
Il muso puntuto di Urchin fece capolino dal colletto della tunica e strappò una risata alla ragazza, quando le annusò il collo. «Rosmarino?»
«Hm?»
«A che pensi? Sei così seria.»
«A niente di particolare. Solo che una volta credevo che Nimueh fosse del tutto malvagia da come me l'aveva descritta Myr, e invece non è così. E' solo complicata. Ma forse io sono stata fortunata e non ho ancora visto le sue facce peggiori.»
Urchin sorrise, assumendo le sue sembianze antropomorfe, e le si posò su una spalla. «Io ho detto quelle cose su di lei per metterti in guardia, ma non credo che Wulfric si sbagli del tutto. Si è comportata male con Myr, ma è stata gentile con voi. E' vero, è complicata, come un rebus.»
Rose gli diede un buffetto affettuoso e si sentì più leggera. Urchin riusciva sempre a sdrammatizzare.
«Senti un po', ma dov'è che stai correndo come se avessi un troll infuriato alle calcagna?» le chiese il folletto.
«Ma come... te ne sei dimenticato?»
Urchin la guardò con aria interrogativa.
«Se solo non passassi tutto il tuo tempo a dormire nei sacchi di lavanda... è La Festa dell'Inverno! L'anno scorso Nimueh ha scelto me, tra l'altro fuori dalla tabella di marcia. Quest'anno è il turno di Wulfric.»
«Allora il gigante dal cervello roccioso diventa un Mundbora? Per davvero? Che Finvarra ci salvi.»
«Tanto so che ti piace» ribatté Rose, mentre saltava per schivare una radice. Quel balzo leggiadro le venne naturale come scavalcare un cavo elettrico nella sua camera durante le sessioni di computer prima degli esami. Sembrava passata un'intera vita da allora.
«Vorrai dire che piace a te» sogghignò Urchin, dandole un pizzicotto. «Quand'è che glielo dirai? In fondo non hai più niente a trattenerti. So che gli vuoi bene.»
«A me va bene anche così» disse Rose, stringendosi nelle spalle, mentre scendeva lungo un pendio. Identificò una Piota Vagante che si stava trascinando dietro un grosso fungo, e stette ben attenta a non pestarla. Non aveva intenzione di far tardi alla festa, men che mai a quella di Wulfric. «Non voglio rovinare ciò che abbiamo adesso. Sono contenta di essere solo la sua amica.»
«Però non è giusto» mormorò Urchin, poggiando il volto sulle mani.
«Preferisco che le cose vadano così, anziché dirgli cosa penso. Cosa farei se lui non mi volesse più vedere? Non posso tornare dalla mia famiglia, né dai miei vecchi amici» sussurrò Rose e, all'improvviso, il peso di quelle parole le cadde sulle spalle.
A volte sapere di non poter tornare a casa le metteva una grande malinconia: sapeva che andava tutto bene, che Alan stava meglio e che la sua famiglia proseguiva alla grande anche senza di lei. Non dovevano nemmeno più preoccuparsi di mantenerla a Edimburgo. Alan aveva riaperto il ristorante ed era tornato a essere la persona creativa che Rose aveva conosciuto, il suo amato papà.
Nonostante tutto questo l'idea di tornare a Ca' dei Glicini le metteva orrore. Tutto ciò che voleva vedere in quel luogo era un peso del quale si era finalmente liberata, un mondo con cui aveva avuto una relazione malsana. Non voleva essere nostalgica. Non voleva permettersi di provare altro per quel posto, altrimenti temeva che Myr l'avrebbe guardata con disprezzo, rimproverandola con un "te l'avevo detto". No, le cose andavano bene in quel modo. Avalon era perfetta per lei. E, in ogni caso, Nimueh aveva detto che avrebbe potuto fare l'ambasciatrice nel mondo degli umani, se l'avesse voluto. Doveva solo chiedere, e allora sarebbe potuta tornare a casa dai suoi, giusto per vedere come stavano, senza che loro si accorgessero di nulla. Quello non avrebbe fatto male a nessuno.
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...