(R) Capitolo 11: Rituale di protezione (1/2)

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Rose camminava a testa china nella scia di Ann, che stava arrancando nella neve, mentre imprecava sottovoce. Il nevischio si era trasformato in un solido strato bianco, come se un fantasma si fosse addormentato sopra Ca' dei Glicini.

Dopo la discussione nell'ingresso, Ann e Rose avevano trascorso il resto del pomeriggio ad aiutare controvoglia Ilenia e la nonna a preparare il cibo per il cenone. Avevano fatto un tale disastro con la farina e le dosi per la pasta dei ravioli che, alla fine, le due donne le avevano cacciate dalla cucina. Finalmente erano state libere di andare in cerca del Puck che, secondo Urchin, avrebbe saputo dare loro qualche consiglio su come liberarsi dall'influenza di Medb.

«Puck conosceva bene Alan. Si divertiva a fingersi un ciocco di legna quando pà andava a prenderla e diventava sempre più pesante, finché pà non era costretto a posare il secchio. Solo allora Puck si metteva a ridere come uno scemo e se ne andava saltellando, ancora sotto forma di ciocco di legno. Ma non è finita lì, adorava nascondersi anche fra i pennelli di pà e, proprio quando lui si accingeva a porre il ritocco finale, Puck si metteva a impiastricciargli tutta la tela, facendogli perdere le staffe» raccontò Ann, col fiatone, mentre risalivano la collinetta sopra la quale nonna Maria e suo marito Gianluca avevano eretto la legnaia decenni addietro. Si trovava vicino alla conigliera, al porcile e al piccolo spazio riservato alle capre. Non appena Rose e Anna entrarono nel loro campo visivo le creature si fermarono e si avvicinarono alla recinzione, sperando di ricevere del cibo.

Rose si allungò e accarezzò la testa di un capretto, prima che un caprone cominciasse a borbottare.

«Ma siamo sicure che Puck abiti ancora nella legnaia?» sussurrò la ragazza, imbacuccandosi meglio nella sciarpa.

Urchin emerse dal suo giubbotto e si sistemò il cappello, come se fosse stato il capitano di una nave. «Ne sono sicuro! Sento la sua presenza, anche se è molto debole. Forse si è mimetizzato nell'ambiente per non farsi trovare. Tastate tutti i ciocchi! Se gli farete il solletico, prima o poi lo troverete.»

Rose scoccò un'occhiata ad Ann, che trasse un profondo sospiro: tutte quelle stramberie non le piacevano per niente. Era andata via da Ca' dei Glicini per non dover più pensare alle fate, e ora si ritrovava a fare il solletico alla loro scorta di legna.

Le due giovani si misero a tastare ogni singolo ciocco di legno con i guanti, finché un ramo particolarmente muschioso non cominciò ad agitarsi.

«Eccolo!»

Dal ciocco provenne un lungo lamento, seguito da un sonoro sbadiglio.

«Stavo dormendo! Ti sembra il modo di svegliarmi, Alan? Ah, dannato...»

Il legno assunse le sembianze di un folletto tarchiato dalla testa sproporzionata. Sul capo portava un cappello a punta che lo faceva sembrare una cipolla, ed era avvolto in una coperta di lana marroncina dalla quale sporgevano un paio di piedi lunghi cinque centimetri, avvolti in babbucce consumate.

Rose diede una gomitata ad Ann, euforica per la loro scoperta, e sua sorella emise un grugnito di disapprovazione. «Buongiorno, signor... coso... folletto! Accetta questo come segno di pace.» Rose si frugò in tasca e offrì a Puck un pezzo di sapone profumato.

«Gah!» gemette lui, nascondendosi più a fondo fra i legni. «Tienimi lontana quella robaccia! Sono pulitissimo, io! Ho fatto l'ultimo bagno dieci anni fa, non avrò bisogno di lavarmi per altri due lustri! Alan, le tue manie d'igiene...»

Rose guardò male Urchin. «Credevo che gli sarebbe piaciuto.»

Il folletto, che si era abbandonato a una risatina malefica, assunse un'aria innocente. «Io adoro i buoni profumi, credevo sarebbero piaciuti anche a lui... evidentemente questo Puck è del tipo sudicio: magari apprezzerebbe di più qualcosa di umido e ammuffito da mangiare.»

Mundbora - L'ombra degli antichiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora