Wake the White Wolf
Miracle of Sound
La prima volta che ho visto Merlino è stata durante uno dei miei peregrinaggi alla ricerca di cose luccicanti da rubare. Era all'incirca quello che voi chiamate il 449 dopo Cristo. Merlino si trovava nel Galles, ed era già un Mundbora. Cos'è un Mundbora? Diciamo che... che era già un mago potente, ecco. Comunque, quella volta Merlino stava tentando di persuadere Vortigern a non fidarsi dei Sassoni. Per farla breve, il nostro caro re sventato aveva pensato fosse saggio invitare due fratelli sassoni, Hengest e Horsa, nella contea del Kent. Da questo derivarono quattro guerre, nelle quali il buon Merlino si vide coinvolto. Lui non era un combattente, ma uno stratega, e restò nelle retrovie. Le truppe di Vortigern riuscirono a uccidere Horsa, ma Hengest regnò sul Kent per ventiquattro anni, assieme al figlio Esc.
Merlino aveva riposto la propria fiducia in Vortigern, come re che riportasse in auge l'Antica Religione, che stava cominciando a venire minacciata dalla diffusione del Cristianesimo. All'epoca Merlino lavorava per Medb, una Daone Sith, fata molto antica e potente, che gli aveva dato il proprio sangue per far sì che egli acquisisse parte dei suoi poteri. Merlino era molto fedele, faceva tutto ciò che lei gli chiedeva, senza porsi domande.
Quando Vortigern venne coinvolto dalla figlia di Hengest, Rowena, e se ne innamorò, Medb si rese conto che non avrebbe mai potuto convincerlo a sostenere l'Antica Religione. Arrivò alla conclusione che a Vortigern non importava nulla del Popolo Nascosto. Voleva solo potere, donne e oro.
Esiste una leggenda per la quale chi non giace con Medb la prima notte del proprio regno, si vede strappata la corona in tempo molto breve. Vortigern non fece in tempo a godersi la propria nuova moglie, che venne soppiantato dalla casata dei Pendragon. Loro erano i successori legittimi al trono di Lloegr, ovvero l'attuale Inghilterra.
Uther aveva due fratelli, Ambrosio e Costante. Quest'ultimo aveva succeduto al trono il padre, Costantino III, e poi era rimasto ucciso a causa di una delle trame di Vortigern, allora suo consigliere. Uther e Ambrosio fuggirono in Francia e, una volta cresciuti, tornarono per affrontare Vortigern, riuscendo a sconfiggerlo con l'aiuto di Merlino.
Il Piccolo Merlo non faceva che seguire gli ordini di Medb. La Daone Sith aveva pensato di dare una possibilità alla casata Pendragon, dato che le promesse fattele da Vortigern non erano state mantenute. Tuttavia Merlino ebbe vita difficile nel far accettare il proprio aiuto a Uther. Egli sapeva che Merlino aveva supportato il traditore della corona; se avesse potuto, l'avrebbe fatto uccidere, col pretesto di non potersi fidare di una creatura che faceva il doppio gioco con tanta facilità. La Dama del Lago, che invece aveva sempre supportato la dinastia dei Pendragon, concesse a Uther un composto segreto da versare nell'acqua di Merlino. Questo avrebbe indebolito il suo corpo e la sua mente, in modo da poterlo rendere inerme, liberandolo dall'influsso di Medb. Forse il mago avrebbe potuto essere utile a Uther, una volta che non fosse più stato uno schiavo della Regina Eterna, troppo volubile per i suoi gusti.
Il piano però non andò a buon fine. Merlino si accorse dell'inganno, e si infuriò. Si ritirò in uno dei suoi eremi per pensare, senza riuscire a capire perché mai gli umani continuassero a rifiutarlo in quel modo. Lui sapeva che il volere di Medb era la strada migliore, e si chiedeva perché gli altri non riuscissero a vederlo. Il poveretto aveva la mente talmente offuscata dal potere della Regina che non riusciva a vedere nemmeno ciò che si trovava sotto il suo naso.
Fu allora che lo sentii borbottare in una radura. Stavo lanciando dei sassolini contro dei viandanti, quando avvertii un potere molto singolare varcare la soglia della foresta. Accorsi subito ed eccolo lì, il grande mago, intento a scavare nel terreno con la punta del suo scettro in legno di sambuco.
«Umani... la feccia di questa terra... l'unica cosa che sanno fare è guerreggiare, passare il tempo a sputarsi in faccia l'un l'altro e fare sesso come dei porci in calore...»
«Venerabile Myrddin» lo interruppi, atterrando su un suo ginocchio. C'erano già diverse fate e creaturine d'ogni sorta nella radura, attratte dalla sua naturale influenza. Dopotutto era un Mundbora, un protettore, e si sarebbe dovuto prendere cura di noi. Era sempre stato bravo in questo, e si affaccendò ad aiutare, quando alcuni amici si avvicinarono per farsi sistemare una ferita o le ali stropicciate. Il suo cipiglio, però, non migliorò affatto.
«Che vuoi, folletto sgrufolante?» ringhiò Myrddin, mentre era intento a osservare una silfide con una lente, massaggiandole le spalle con un ago di pino smussato. «Hai un mal di denti atroce che ti turba? Un improvviso prurito al deretano? Sto lavorando.»
«Grande Myrddin» borbottai, cominciando a perdere la pazienza. «Perché odi così tanto gli umani?»
«Perché?» aveva sbottato lui, facendo volare via la povera silfide, che atterrò nell'erba piagnucolando. «Scusa, non volevo farti male. Guarda cosa mi fai combinare! Razza di... sei un folletto-riccio, vero? Un Urchin! Medb sola sa quanto io detesti i monelli, sia umani che fatati!»
«Non è da te essere tanto aggressivo» gli feci notare. «Ricordo quando ancora vivevi con tua madre Ynvare. Eri un ragazzino molto gentile, mentre ora sei peggio di un vecchio incattivito dagli anni.»
«Si dà il caso che io sia vecchio, Urchin. Ho almeno duecento anni, e li sento tutti. Ma tu come fai a sapere di mia madre e di com'ero un tempo? A momenti nemmeno io lo ricordo.»
«Io sono più vecchio di te, Myrddin. Molto più vecchio, e ho visto tante cose. Mi ricordo di quando te ne stavi da solo a pescare nel laghetto del tuo villaggio. Era sulla strada percorsa dal fiume che passa di qui, non è vero?»
Merlino sembrò rilassarsi nel pensare all'infanzia, e terminò di rattoppare la silfide, che se ne andò reggendosi il minuscolo braccio fasciato, la schiena impiastricciata di pomata guaritrice.
«Hai ragione. E' a malapena a un giorno di cammino da qui» mormorò il mago, grattandosi il mento. Già quella volta non gli cresceva più la barba. La sua pelle era liscia come quella di un bambino e non dimostrava affatto i trent'anni, l'età in cui Medb aveva deciso di congelarlo per l'eternità. Le sue orecchie avevano solo un accenno della forma appuntita che caratterizza quelle delle fate, ma l'occhio... il suo occhio destro era terribile, allora. Era di un verde talmente intenso da brillare nell'oscurità come un fuoco fatuo, e dietro a esso era possibile scorgere lo sguardo di Medb, che vedeva ogni cosa tramite il suo servitore. «Che begli anni, quelli. La mia signora però non approverebbe questi discorsi. Devo solo pensare al mio compito, ovvero trovare un modo per scacciare questi dannatissimi invasori dal nostro territorio e far sì che le tradizioni vengano mantenute! Lo fa solo per voi, Urchin. Non capisco perché così tante creature la detestino e si uniscano alla Dama del Lago. Nimueh è una traditrice. Lei non vi ha a cuore quanto Medb. Lei-»
«Medb ha a cuore solo se stessa, Myrddin! Ma tu non riesci a vederlo. Lei ti tiene talmente stretto che non sei più in grado di ascoltare gli altri. Anche in questo momento posso vedere i tuoi pensieri che annegano nel suo veleno. Tu non sei mai stato un messo di morte, e ora vieni coinvolto in guerre, e affari di sangue, solo perché lei te lo ordina. Un tempo non eri crudele, Myrddin, e ora pugnali alle spalle un amico per passare al lato opposto alla prima occasione.»
Questo lo fece arrabbiare oltre ogni misura. Cominciò a blaterare e a sbraitare, dicendo che lui era perfettamente padrone di se stesso e che serviva Medb solo perché era la cosa giusta da fare. Non volle più sentir ragioni e, dopo aver curato gli altri folletti in fretta e furia, se ne andò, tornando all'accampamento di Uther. Disse al futuro re che non era adirato con lui, malgrado fosse una bugia spudorata, e gli offrì comunque il proprio aiuto per uccidere Vortigern, sostenendo che quest'ultimo non era degno di Medb, mentre la casata dei Pendragon aveva occasione di dimostrare la propria lealtà alla Regina Eterna. Avrebbero ricevuto grandi compensi in cambio, tutto ciò che avrebbero desiderato.
Uther all'inizio pensò di rifiutare, ma questo genere di proposte attecchiscono sempre negli uomini desiderosi di potere. Alla fine, Merlino lo aiutò a uccidere Vortigern e il resto della sua casata, e a conquistare tutte le terre che desiderava.
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N/A: Io amo la storia dell'Inghilterra antica, spero che questa digressione vi sia piaciuta! E quanto non è bella la canzone dei Miracle of Sound? Al prossimo capitolo :)
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...