La piccola pianura che si trovava fra la roccia e il ramo principale del fiume di Avalon era stata allestita con dei tavoli in solido legno di noce, sui quali erano stati aggiunti addobbi e cornucopie traboccanti di ogni tipo di cibo. Elfi coppieri si aggiravano fra la folla, servendo nettare e Sali speciali ai presenti, creati appositamente per la festa. Creavano una particolare euforia in chi li assumeva, dando degli effetti simili a quelli di un paio di bicchieri di vino a un essere umano.
Una piccola orchestra stava suonando in un angolo, e fra di loro spiccava una fata di fattezze femminili, con indosso un lungo vestito dei colori dell'inverno. Il suo canto pervadeva l'intera pianura, e il pubblico la ascoltava in un silenzio assoluto, puntando le orecchie in sua direzione per non perdersi neanche un suo respiro.
Il lato destro della pianura, proprio sul ciglio del fiume, era occupato da un trono di ghiaccio sul quale era seduta Nimueh. Era vestita a festa, e dove i suoi piedi toccavano terra nascevano scie di brina tanto pura da sembrare cristallo. Nella mano destra reggeva la sua lunga bacchetta con la coda di sirena, e i suoi capelli d'acqua erano stati decorati da dei pesci lucenti, che si avvicinavano gli uni agli altri, per formare una corona argentea.
Davanti al trono si allargava una strada di ghiaccio, che si apriva in una pista da ballo, dove i festeggianti danzavano in coppia o in gruppo, tenendosi per mano. La danza delle fate era frenetica e seguiva la musica dell'orchestra. Ogni volta in cui li vedeva ballare in quel modo, Rose avvertiva una frenesia fiorirle nell'anima, e veniva pervasa dalla tentazione di unirsi a loro, malgrado fosse consapevole di essere aggraziata quanto un elefante con indosso delle scarpe di piombo.
Ai piedi del trono di Nimueh c'erano due figure familiari. In un angolo, quella imponente di Wulfric e, ai piedi della regina d'acqua, Myr. Il Mundbora era in ginocchio col capo chino, e stava conversando con Nimueh.
Rose si fece largo fra la folla e raggiunse il trono appena in tempo per sentirli discutere della nomina di Wulfric.
Il giovane, che indossava un abito maschile molto elegante con degli spacchi lungo i fianchi e pantaloni in tessuto argenteo, fu sollevato nel vederla e alzò una mano per salutarla, rischiando di far cadere il pesante mantello che portava sulle spalle. Rose sorrise a sua volta e si permise di trarre un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta.
Si avvicinò a Wulfric fino a far scivolare il proprio braccio nel suo.
«Dove diavolo eri finita?» gemette lui, continuando a sorridere alle altre fate, malgrado la stesse fulminando con lo sguardo. «Myr sta litigando con Nimueh da almeno mezz'ora. Vi siete messi d'accordo o cosa?»
«Perché? Che gli prende?»
«Il solito. trattando con Nimueh per rimandare, e deve farlo proprio adesso! Non so più che fare. Spero solo che Nimueh lo convincerà a...»
La voce di Wulfric si spense, quando la Dama permise a Myr di salirle su un palmo per poterlo guardare negli occhi. «Myr, non abbiamo tempo. Lo capisci, questo, vero? Abbiamo bisogno di nuovi Mundboran per proteggere Avalon.»
«Ma mia signora...»
«Senza questi poteri, il ragazzo sarebbe troppo esposto. Sapevi che sarebbe successo, prima o poi: è per questo che l'hai allenato in questi due anni. Ormai Wulfric è pronto, e tu, come maestro, dovresti lasciare che percorra la sua strada.»
Myr strinse i pugni, ma abbassò il capo in segno di accettazione. Nimueh lo posò di nuovo a terra e fece cenno a Wulfric di avvicinarsi. Il ragazzo sussultò e Rose gli strinse una mano per dargli un incoraggiamento. Gli diede una spintarella e Wulfric avanzò con passo esitante.
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...