Rose stava tamburellando con le dita sul bordo della panchina. Era da ben quaranta minuti che stava aspettando Wulfric, eppure lui non si era ancora fatto vedere. Non riusciva a capire perché lo stesse ancora aspettando; se ci fosse stato qualcun altro al suo posto, se ne sarebbe andato da tempo.
Era più che arrabbiata, era furiosa. Eppure non riusciva ad andarsene. Era da tanto tempo che lei e Wulfric non riuscivano a passare un po' di tempo assieme per via della preparazione frenetica al periodo degli esami, e questo l'aveva messa di pessimo umore. Una volta Wulfric trovava sempre un modo di stare un po' con lei: la portava con sé quando usciva con i suoi coinquilini e le telefonava nei momenti più assurdi, specie quando Rose si era appena seduta per mettersi a studiare. E ora che era lei ad avere bisogno di chiacchierare con qualcuno per staccare un po', lui le faceva uno dei suoi tiri. Per qualche motivo nell'ultimo periodo aveva cominciato a farsi sentire sempre di meno, come se in certi momenti scomparisse dalla faccia della Terra. I messaggi non gli arrivavano, nessuna doppia spunta, niente di niente. Capitava che le rispondesse anche dopo giorni interi, ed era per questo che Rose aveva cominciato a preoccuparsi. C'era qualcosa che Wulfric non le stava dicendo. Ancora non sapeva cosa, ma era sicura che la stesse evitando per un motivo ben preciso.
Rose si guardò attorno e trasse un profondo sospiro. La gente camminava per le vie sterrate del parco: gruppi di amici che ridevano, fidanzati che si tenevano per mano, famiglie con dei coni di zucchero filato che erano arrivati per le giostre. Durante la settimana di Dicembre prima del Natale, una fiera si stabiliva nel parco di fronte al college frequentato da Rose. Le luci e la musica proseguivano fino a tarda notte; non che fosse un problema, dato che Rose passava spesso delle notti in bianco a studiare, in quel periodo. Avrebbe dovuto dare il suo ultimo esame l'indomani, e poi sarebbe finalmente stata libera per un breve periodo. Aveva sempre trovato inutile studiare il giorno prima di un esame, quindi aveva deciso di tentare di alleviare la tensione occupandosi di qualcos'altro. Non avrebbe potuto immaginarsi che si sarebbe solo procurata un'ulcera nervosa per colpa di un amico cui non fregava abbastanza di lei da presentarsi.
Rose decise che era stufa e che non aveva nessuna intenzione di passare tutto il pomeriggio ad aspettarlo. Si alzò dalla panchina, stringendosi nel suo cappotto, e decise di fare un giro da sola. Si fermò di fronte a una bancarella che vendeva degli scones e ne prese uno con burro e marmellata. Mentre mangiava non poté fare a meno di controllare il cellulare per l'ennesima volta. Ancora niente.
Era inutile tentare di negarlo, essere stata liquidata in quel modo l'aveva ferita.
«Sei uno stupido» sbottò Rose, rivolta alla foto profilo di Wulfric, che la osservava coi suoi occhietti azzurrini da sotto le sopracciglia bianco latte.
«Se stai parlando con una foto, siamo davvero messi bene» sussurrò una voce flautata pericolosamente vicina a lei.
Rose sussultò e si rese conto solo in quel momento di non essere più da sola a condividere lo spazio ristretto dell'alto tavolino dove si era sistemata. Davanti a lei c'era un uomo sui trent'anni, intento a sorseggiare un the da un bicchiere di carta. Indossava un cappello a bombetta mezzo sfondato e portava degli occhiali da sole malgrado fosse pieno giorno. A Edimburgo era spesso nuvoloso, ma Rose non aveva mai visto nessuno andare in giro con degli occhiali da sole, a parte dei quarantenni pompati che credevano di essere fighi e una persona instabile che parlava da sola.
I vestiti logori dell'uomo, assieme a quegli occhiali, fecero subito attivare i suoi radar. Rose provò l'istinto di andarsene, ma l'uomo la prevenne.
«Non preoccuparti, non sono pericoloso» disse, rivolgendole un sorriso.
Aveva i denti leggermente a punta, o era solo un'impressione?
«E' quello che una persona pericolosa direbbe.»
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Mundbora - L'ombra degli antichi
Fantasy"Non ci si dovrebbe fidare delle fate. Sono creature volubili e non hanno gli stessi canoni morali degli esseri umani. Non gli importa di niente, il loro unico desiderio è divertirsi il più possibile. Non lo fanno per malvagità, ma perché non capisc...