01 - Festa di Natale

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Il dolore è un paese dove piove di continuo, ma non cresce nulla.

I morti vivono da un'altra parte, con addosso i vestiti con cui li ricordiamo.
(Simon Van Booy)


Dicembre 2009

Il party di beneficenza natalizio delle Lewis's Industries era un appuntamento immancabile per gli abitanti della mia città; era stata mia madre a istituirlo, venticinque anni prima, in occasione della mia nascita. Aveva voglia di festeggiare, di condividere la gioia per la sua prima maternità, con tutti quelli che amava e che avevano bisogno di un pizzico di luce nella loro vita.

Mia madre amava il Natale, amava aiutare gli altri, amava la nostra famiglia. Ricordo ancora che quando Jamie ed io eravamo molto piccoli, ci prendeva in braccio e con il volto serio ci raccomandava di essere sempre gentili con tutti.  Noi eravamo dei privilegiati, diceva, e chi era fortunato come noi doveva sempre trovare il modo di stare vicino a chi aveva meno.
Era un giorno felice, quello della festa di Natale della mia famiglia, un giorno che mio fratello ed io attendevamo con ansia. Mai, e per nessuna ragione, mia madre avrebbe rinunciato a questa tradizione. Così, la festa aveva avuto luogo anche quando lei era in fin di vita, e l'anno dopo, quando non era più con noi a dispensare dolci sorrisi e augurare buon Natale a tutti.

Erano passati ormai sette anni dalla sua morte e qualcosa era lentamente cambiato, trasformando quest'appuntamento conviviale e gioioso, in un avvenimento totalmente diverso, qualcosa che mia madre non avrebbe mai approvato.

******

La vigilia di Natale, il multi-milionario Joshua Lewis apriva la sua casa e permetteva ai "poveri mortali" di ammirarne la magnificenza.

Ero disgustato dalla piega che quest'appuntamento aveva preso negli ultimi anni, nauseato dall'ostentazione di potere, infastidito dalla freddezza che si respirava ovunque.

Mia madre non aveva mai fatto sfoggio della sua ricchezza, mai aveva messo una distanza tra sé e gli altri, mai ci aveva impedito di stare lontani dal mondo reale. La sua scomparsa aveva trasformato mio padre e la nostra famiglia in maniera quasi irriconoscibile, ci aveva distrutti e ricomposti, ma non tutti i pezzi erano tornati al posto giusto.

Perso in tali pensieri, notai a malapena la figura elegante riflessa nello specchio: ero sicuramente un uomo affascinante, di questo ero consapevole, ed ero ricco, sfacciatamente ricco. Sapevo di poter avere tutto ciò che desideravo, sapevo che se solo avessi schioccato le dita, mi sarei ritrovato intorno talmente tante donne da non riuscire a soddisfarle tutte. La ricchezza, si sa, apre molte porte e... molte gambe.

*****

Un leggero bussare mi riportò alla realtà. Oggi, mi sentivo stranamente in vena di riflessioni ed ero triste, mi mancava mia madre, come ogni anno, come sempre.

"Dave, posso entrare?"

Jamie veniva ad avvertirmi che i giochi erano iniziati?

"Vieni pure!" Dissi, invitandolo a entrare.

"Papà vuole parlarci prima dell'inizio della festa, ci aspetta nel suo ufficio".

La cosa m'insospettiva, nostro padre era piuttosto strano in quell'ultimo periodo, sperai solo che non avesse problemi economici o peggio, giudiziari.

"Hai idea di cosa voglia dirci?" Chiesi. Mio fratello sorrise.

"Secondo me c'entra una donna." Ammiccò ed io mi sentii rivoltare lo stomaco per il disgusto.

Potrebbe essere possibile? Avrebbe offeso il ricordo della festa amata dalla mamma, presentandoci la sua nuova fiamma? Proprio oggi?

"Una donna, cosa te lo fa pensare?" Dissi, sperando in cuor mio che Jamie si sbagliasse(ed era una cosa che accadeva raramente).

"Non hai notato che sorride più spesso? Da quanto tempo non lo vedevi sorridere, eh!? " Jamie, era un ottimo osservatore del comportamento umano.

"Mah, se lo dici tu, sei sempre stato più bravo di me a capire gli umori di nostro padre."
Bussammo.

Joshua Lewis ci accolse seduto dietro alla sua scrivania di mogano massello: una lampada a illuminarne la figura ancora snella ed elegante; le dita intrecciate, i gomiti sul tavolo; pensieroso e guardingo; come se quello con noi fosse un incontro di affari; come se dovesse guardarsi alle spalle.

"David, James, prego sedetevi... "

La voce di mio padre era diversa dal solito, notai. Sembrava quasi... titubante, direi.
Non lo avevo mai visto intimorito da qualcosa, nemmeno dopo la morte di nostra madre lo era sembrato, ma ora... ora percepivo un'aura diversa. Era un uomo diverso.  Sembrava ai miei occhi, improvvisamente invecchiato e spaventato forse, ma al contempo, la sua espressione era più serena. 
Forse Jamie aveva ragione, c'era una luce nuova nei suoi occhi, sembrava felice.

"Papà," esordii, "è successo qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci?"

Joshua si schiarì la voce, poi si alzò dalla sedia e si mise di fronte a noi poggiandoci le mani sulle spalle.

"Ragazzi, sono ormai passati sette anni da quando Lizzie non c'è più, ed io... " S'interruppe, improvvisamente imbarazzato.

"Papà, vuoi forse dirci che hai incontrato una donna?" Jamie sorrise, empatico come sempre. Riusciva a percepire gli umori di nostro padre, precedendolo, precedendomi.

Era dunque questa la ragione per cui ci aveva convocato, per presentarcela?

Mi sentivo ribollire dalla rabbia; contro me stesso, più che contro lui.

"Ecco... noi non ci conosciamo da molto, ma mi sono reso conto che lei, lei è una donna davvero speciale."

Mio padre continuava a blaterare di quella fantomatica, fantastica donna, mentre io riuscivo a pensare soltanto che lei avrebbe sostituito nostra madre  e che nessuna, mai, avrebbe potuto o dovuto prenderne il posto.

Guardai Jamie, lui non sembrava turbato. Lui sperava da tanto che nostro padre trovasse una nuova compagna.
Mio fratello era una persona generosa, aperta, positiva; io, al contrario, ero ombroso ed egoista (questo pensava di me chi si fermava alla superficie), ma non mia madre: lei vedeva  la mia dolcezza, la sensibilità, la paura di essere ferito che nascondevo in fondo al cuore. Da quando era morta, nessuno si era più preso cura dei miei sentimenti, o del mio animo ferito, ed io mi ero man mano indurito. Inaridendomi.

"Quindi ragazzi miei, cercate di comprendermi, di appoggiarmi... " gli mancarono le parole, parole che non avevo affatto ascoltato.

"Non preoccuparti papà, noi ti capiamo e ti appoggeremo, non è vero, Dave?" Jamie mi diede una gomitata. Annuii, arrossendo leggermente. Mio padre e mio fratello aspettavano solo un mio cenno di assenso.

Non potevo tradire me stesso e il ricordo di lei.

Comprendevo il desiderio di mio padre di trovare una nuova compagna, ma speravo che non si pretendesse da me che la accettassi, come una seconda madre. Mamma restava insostituibile. Nessuna donna avrebbe mai potuto occupare il suo posto nel mio cuore.

...E infine, Joshua aprì la porta della sua biblioteca personale.



by this river _ brian eno

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Eccoci, avete conosciuto David Lewis, che impressione vi siete fatti di lui?

E della sua famiglia cosa pensate?

Secondo voi è giusto l'atteggiamento che ha nei confronti della nuova compagna del padre?

Al prossimo capitolo per conoscere qualcosa in più sulla donna del mistero.

A presto B.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora