36 - ...e ti vengo a cercare

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Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita che rinuncia a sé
.

(Franco Battiato)

TEA

Non so da quanto tempo fossi sotto quella doccia, circondata dal profumo di bagnoschiuma di David; né quanto tempo fosse passato, da quando avevo scoperto la vera natura di Jamie, il ragazzo che credevo di amare; né tanto meno sapevo quanto tempo fosse trascorso da quando mi ero offerta a suo fratello. L'unica consapevolezza che avevo, erano i vestiti bagnati che mi si appiccicavano addosso, impedendomi i movimenti, e le braccia che cingevano le ginocchia, ostacolando temporaneamente il mio definitivo crollo fisico ed emotivo; l'unica certezza era che l'accogliente tepore dell'acqua, non riusciva a entrarmi nelle ossa e nel cuore. Sentivo freddo; pezzi di ghiaccio avevano racchiuso il mio spirito, tanto che dubitavo esistesse un calore in grado di scioglierli. E allora rimasi lì, accoccolata in quella grande doccia, a casa del fratello del mio ragazzo, lasciando che l'acqua semplicemente mi scivolasse addosso, con la vana speranza che trascinasse via con sé anche il dolore, l'imbarazzo e il tormento che mi avevano devastata.

Speranza vana.

Ripensai a tutto ciò che era successo prima di arrivare qui: al mio desiderio di concedermi a Jamie, anche se in fondo al mio cuore provavo una strana inquietudine; alla scoperta delle sue preferenze; al suo sguardo torbido e lascivo, prima di mandarmi via; alla sua risata beffarda... Un brivido mi pervase le membra al ricordo di lui, nudo e bellissimo; mentre faceva sesso con quelle sconosciute. Il suo sguardo acceso, completamente diverso da quello che riservava a me, mi era entrato in fondo all'anima trasformando per sempre l'immagine di lui e di me. In quel momento Jamie era intenso, cattivo, appassionato, folle, disperatamente eccitante e profondamente ripugnante. Ero sconvolta, mentre lo guardavo scoparsi quelle ragazze, ma nello stesso tempo, e ammetterlo rimetteva in discussione me stessa, ero profondamente eccitata, mentre guardavo il suo mondo dal buco della serratura. Questa scoperta mi aveva turbata: non avevo mai pensato che in me albergasse un lato tanto oscuro, quello stesso aspetto del mio carattere, che desiderava far parte di quel mondo senza freni inibitori. Io ero Tea Singer e non c'era spazio per le tenebre nella mia realtà edulcorata, non più, non dopo quanto mi era già accaduto a causa della mia stupidità e della fiducia, che inconsapevolmente, riponevo sempre negli altri.

E allora ero scappata via, fuggita lontano dalla parte più buia di me; terrorizzata ed eccitata, in un mix che non credevo possibile. Mi ero allontanata, è vero, ma non si può fuggire lontano da sé stessi troppo a lungo, e allora ero arrivata qui, senza neanche rendermene conto; qui, a implorare un quasi sconosciuto di farmi sua. Mi accoccolai in posizione fetale per proteggere il mio cuore dal mio vergognoso comportamento. Brividi e singhiozzi a scuotermi le membra e a ricordarmi che ero ancora viva, vibrante, terrorizzata, fragile, eccitata e desiderosa di vivere e volare.

L'acqua scendeva sul mio corpo, ma io quasi non la sentivo più, avevo la testa leggera, ebbra di emozioni.

Ripensai a Dave e ai suoi baci: uno gliel'avevo quasi rubato, curiosa di sentire se le sue labbra fossero morbide come sembravano; l'altro dolce, appassionato, tenero, sensuale, me l'aveva concesso dopo la mia disperata, assurda richiesta; il terzo però... quello davvero non sapevo definirlo: mi aveva completamente destabilizzata. Era rabbioso, vorace, era disperato e intensamente triste. Tante sfaccettature; troppe, per un solo uomo.

Chi era davvero David Lewis?

Tornai con la mente a pochi momenti prima, pensai alla tristezza che avevo scorto nei suoi occhi chiari, quando aveva rifiutato la mia proposta e mi sentii sopraffare dall'imbarazzo e dalla vergogna.

Cosa avrei potuto dirgli una volta uscita dalla protezione di questa stanza? Come avrei affrontato la sua derisione o la violenza del suo desiderio? Ero pronta per l'una o l'altra eventualità?

Mi toccai le labbra, che pulsavano ancora per la violenza del suo bacio e provai un brivido ripensando alle sue mani sul mio corpo. Erano mani che stringevano, esigevano, desideravano...

Non erano le goffe mani di un ragazzo alle sue prime esperienze, non erano quelle troppo esperte e violente di chi fa del sesso la sua stella polare: quelle di David, erano le mani di un uomo adulto, di qualcuno che sa come amare.

Sentii in bocca il suo sapore: sapeva di bourbon e caffè. Ripensai alla prepotenza con la quale la sua lingua si era insinuata tra le mie labbra, esplorando ed esigendo una risposta, che per paura non avevo avuto la forza di dargli. Non mi ero mai sentita così combattuta: nel mio cuore si agitavano troppe e contrastanti emozioni, per riuscire a riflettere con lucidità. Desiderio, paura, aspettativa, panico, si alternavano nella mia mente; non sapevo più cosa provavo per Jamie, per David, per me stessa...

Cosa volevo da Jamie, che mi prendesse con la forza e mi facesse sua come con le altre? Mi chiesi tormentandomi l'orlo del vestito.

Se non era così, perché ero rimasto a guardarlo fare l'amore con quelle donne? Già, perche?

Cosa volevo da David, e perché mi ero gettata tra le sue braccia senza ritegno? Come mi sarei comportata con lui ora? E la piccola Lizzie, che ne sarebbe stato del rapporto bello che avevo instaurato con lei?

Mi ero comportata da bambina irresponsabile, nemmeno per un istante avevo pensato al fatto che mi stavo occupando di chi aveva già perso molto. Mi ero offerta a Dave per ripicca, per vendicarmi del comportamento di Jamie, senza riflettere sulle conseguenze delle mie azioni.

David avrebbe fatto bene a cacciarmi via. Non ero adatta a occuparmi di sua figlia. Ero una stupida, stupida ragazzina, come avrei potuto aiutare la piccola Elizabeth a non sentire troppo la mancanza della sua mamma?

Chiusi gli occhi mettendomi le mani tra i capelli:

Dov'era finita la mia dignità? Dov'era finito il mio amor proprio?

In fondo, pensai, non ero poi così diversa dalle donne che si scopava Jamie: solo più puritana e impacciata. D'ora in poi, David mi avrebbe considerato così: una ragazza disponibile a concedersi al primo uomo che le capita a tiro.

E forse era questa la ragione del suo ultimo bacio.

Ero sbagliata, lo sapevo, lo ero sempre stata... e ora avevo incasinato tutto, proprio con l'unica persona di cui mi fidavo davvero. L'avevo provocato e volontariamente portato al limite. Un nuovo flusso di lacrime fluì dai miei occhi, impedendomi persino di respirare.

Chi pensavo di ingannare...

David era un uomo solo, con una bambina da crescere; un uomo, che probabilmente stava ancora piangendo la morte della donna che amava: la madre di sua figlia. Ed io, io ero solo una bambina, inesperta e sconvolta.

Come potevo soltanto pensare di interessargli o peggio di riuscire a provocargli un qualche interesse?

Eppure il suo bacio, il suo primo bacio era stato dolce e appassionato; le sue mani avevano percorso il mio corpo con delicatezza e desiderio. Non mi aveva spaventata; lui non mi spaventava mai. Quasi mai.

Non potevo riporre alcuna speranza su un futuro sviluppo del nostro rapporto, David era stato fin troppo chiaro: "io non posso farlo, non posso fare l'amore con qualcuna per cui non provo niente!" Ascoltando quelle parole mi ero sentita morire dall'imbarazzo.

Rimasi lì, con l'acqua che continuava a bagnare il mio corpo ormai privo di forze; immobile, silenziosa. L'ultima cosa che percepii, prima che i miei occhi si chiudessero, fu l'intenso profumo di David che riempiva i miei polmoni.



Franco Battiato - E ti vengo a cercare

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora