44 - L'altra Metà

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TEA

"Gli innamorati hanno, come i pazzi, un cervello tanto eccitabile e una fantasia tanto feconda, che vedono assai più di quante la fredda ragione riesca poi a spiegare."


William Shakespeare


"Fai l'amore con me, David." Questo gli avevo chiesto, e lui l'aveva fatto, con delicatezza, con passione. La sua tenerezza a sorprendermi, le piccole attenzioni, le carezze appassionate, le sue labbra sulla mia pelle, ad accendere il mio corpo, a infuocarmi il cuore. Mi aveva spogliata con lentezza quasi esasperante, scoprendo il mio corpo, baciandomi la pelle, la bocca; torturandomi le labbra con un desiderio profondo, intenso, quasi doloroso. Mi voleva, lo sentivo, ma nello stesso tempo, ne soffriva; spaventato all'idea di aprirmi il cuore, di scoprire una parte di quell'anima che stava tentando disperatamente di proteggere. Era reticente, spaventato dall'idea di commettere un enorme errore. Non voleva farmi del male, lo sentivo: nei suoi abbracci; nei suoi baci delicati, quasi timidi; lo percepivo sulla mia pelle, che si scopriva sempre di più, centimetro dopo centimetro.

Pensavo di amare Jamie, lo credevo davvero, anche dopo aver scoperto del suo tradimento... lo pensavo, fino a quando le labbra di David non avevano toccato le mie. Il suo bacio, il suo primo vero bacio, quello cercato, quello desiderato da entrambi, mi aveva aperto gli occhi e il cuore sui miei veri sentimenti. Dopo la sconvolgente scoperta del "passatempo preferito" del mio ormai ex fidanzato, la testa si era svuotata di colpo, lasciandomi inerme e totalmente devastata. Come sotto un incantesimo malevolo, il mio mondo aveva in un istante perso ogni colore; solo il calore e la morbidezza delle labbra di David mi avevano risvegliata, lasciandomi stordita, come investita dalla forza di un uragano; colmando in un breve istante, tutti i vuoti della mia anima.

David era su di me, dentro di me, intorno a me: un solo bacio e lui era diventato tutto il mio mondo. Un altro vestito stava abbandonando lentamente il mio corpo...

Le sue labbra sul mio seno mi facevano vibrare, le sue mani tra le cosce mi eccitavano come non mi era mai capitato in tutta la mia breve vita. David ci sapeva fare, ed io ero totalmente in balia delle sue carezze. Non avevo paura di lui, e questo era strano: dopo l'aggressione non c'era stato giorno in cui non fossi stata spaventata da un contatto con i ragazzi. Non mi fidavo di loro, li temevo, passavo sempre in luoghi illuminati, non mi fermavo mai da sola a parlare con loro. Jamie aveva allentato un po' le barriere che avevo innalzato, ma non le aveva mai abbattute; Dave le aveva semplicemente dissolte.

"Fermami ora, Tea, ti prego!"La sua voce implorante a distogliermi dai miei pensieri.

"Non fermarti, David... " la voce decisa e sicura, tradita da mani tremanti che sollevavano il bordo della sua maglietta, portandolo oltre la testa e scoprendo il torace sodo e forte al di sotto. Dio, David era bellissimo. "Non fermarti mai!" sussurrai sulle sue labbra, catturandole con le mie. David mi guardò intensamente poi chiuse gli occhi baciandomi ancora e ancora. Lentamente, i pantaloni abbandonarono il suo corpo scoprendo le gambe forti e la prepotenza del suo desiderio. "Fai l'amore con me, Dave."quasi implorai. Non sarei riuscita a resistere nemmeno un istante senza sentirlo in me. "Ora!" Era ciò che aspettava da me: una richiesta; una preghiera; la sicurezza del mio desiderio; la certezza di non farmi del male.

Lui non poteva saperlo, ma io mi sentivo sicura accanto a lui, avevo la certezza che Dave, mai e poi mai, avrebbe mai potuto farmi del male: era il mio salvatore, il mio angelo dagli occhi di cielo. Quando finalmente entrò in me, mi sembrò la cosa più giusta e naturale del mondo, come se il destino avesse distribuito le sue carte, indipendentemente dalla nostra volontà.

Eravamo destinati a essere una sola cosa, ne ero certa.

Il corpo di David si muoveva lento, affondando nel mio corpo con profonde spinte: esigendo, donando; desiderando, prendendo. La mia eccitazione montava in onde sempre più alte, io non mi ero mai sentita così in tutta la mia vita. Jamie non era riuscito mai a donarmi tanto piacere e quanto al mio primo fidanzatino... beh, lui non aveva tanta esperienza, ero la sua prima ragazza, proprio come lui era il mio. Dave era un mare in tempesta: era onda che bagna, sommerge, scalda, culla ed io non riuscivo più a resistergli, volevo solo naufragare dolcemente in quell'oasi di piacere.

"Ti amo, David... " gridai al culmine della passione. Gridai perché era ciò che sentivo: io lo amavo, quest'uomo tormentato e dal passato oscuro; questo padre solo; quest'anima generosa e dolce. Sì, lo amavo, ma dirglielo era stato uno degli errori più grandi che potessi commettere: David era una persona complicata e spaventata dalla vita; un uomo che rifuggiva l'amore. Voleva stare solo, forse per paura, forse per sicurezza. Non lo capivo, non comprendevo i labirintici recessi della sua anima, ma lo amavo senza riserve, come se non potessi farne a meno.

Ora giacevo abbracciata a lui, le mie labbra sulle sue, riflettendo su quanto era accaduto tra noi, sulla sua tenerezza, sulla passione, sulla freddezza del suo comportamento dopo l'amore. Ero certa che la mia dichiarazione l'avesse sorpreso, e non ero sicura gli fosse gradita, ma allo stesso tempo, sentivo che la sua freddezza fosse una maschera, un'armatura che lo proteggeva dai dolori del mondo esterno. Ero certa che avesse sofferto infinitamente, sentivo la sua paura di vivere, di costruire un futuro felice con la sua bimba e perché no, con una donna accanto, una donna che avrei potuto essere io.

Mi strinsi a lui e sentii il suo corpo irrigidirsi allontanandosi impercettibilmente dal mio. Rilassai allora i muscoli, cercando di fingere un sonno che ero ben lontana dal sentire. Troppo eccitata, troppo felice, troppo spaventata per dormire con serenità. David era un riccio irto di spine, se non avessi agito con tatto e delicatezza, rispettando i suoi tempi, mi sarei ferita e il suo dolore si sarebbe presto materializzato nelle crisi di cui era vittima. Conoscevo la paura, sapevo riconoscerla, avevo avuto paura per tanto tempo, da riuscire a sentirla, a guardarla negli occhi, a convivere con essa come con una malattia cronica con cui bisogna fare i conti. David trasudava paura di vivere da ogni poro, era un uomo sensibile, ma mai e poi mai avrebbe mostrato questo suo lato al mondo ostile fuori dalla sua casa.

David mi abbracciò nell'incoscienza del sonno, il suo corpo caldo e solido a scaldarmi il cuore, il suo respiro regolare a cullarmi, trasportando verso l'oblio del sonno.

Una fitta nebbia circondava il mio corpo, non riuscivo a vedere altro che un grigio intenso che rendeva inesistenti i contorni delle cose attorno a me. Mi guardai attorno, ero sola, David era scomparso lasciandomi in balia di quel luogo sconosciuto. Tremai provando sulla mia anima il brivido dell'abbandono. "David"chiamai, "dove sei?" Mi guardai intorno, e lo vidi: era di fianco a me, ma il suo sguardo era distante, triste, freddo. Perché, perché non voleva avvicinarsi? Feci un passo verso di lui, ma Dave mantenne le distanze evitando di guardarmi. "Perché sei così freddo... " il mio sguardo ad abbassarsi, lacrime a solcare le mie guance fredde, un tepore improvviso a riscaldarmi il cuore, le sue braccia a stringermi...Il cuore a battere più lento, il respiro a rallentare la sua corsa. Le sue labbra sulle mie, il suo corpo a stringermi con struggente tenerezza.

La luce del sole illuminava i nostri corpi allacciati e nudi, il tepore di un radioso giorno d'estate pareva esortarmi a vivere, ad amare, ad amarlo. Aprii gli occhi scontrandomi con il suo volto addormentato. Nell'incoscienza del sonno, David sembrava più giovane. Nessuna ruga a increspargli gli occhi o la fronte, nessuna tristezza a offuscare l'intensità del suo sguardo, azzurro come il cielo d'estate.La punta delle mie dita a sfiorargli lentamente una guancia, ruvida di barba incolta; i suoi occhi ad aprirsi lentamente, impastati di sonno e languidi di passione malcelata; le sue labbra a sollevarsi in un sorriso assonnato e tenero.

Gli sorrisi, baciando con delicatezza le labbra morbide. Lui era con me, ed io ero in pace.


Fiorella Mannoia – L'altra Metà

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Ciao a tutti, ecco a voi un capitolo tutto dedicato a Tea. Spero possa piacervi.

Auguro a tutti buona lettura e buona Pasqua

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora