21 - Tutti soffrono ... a volte

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Salve a tutti, di solito scrivo a fine capitolo, ma in questo caso faccio un'eccezione. Volevo avvisare tutti i lettori che questo capitolo ha un contenuto un po' crudo sia nelle descrizioni che nel linguaggio. Si tratta inoltre di un capitolo speciale perchè, per la prima volta , la voce narrante non è di David, ma di Tea. A coloro che vorranno continuare, auguro buona lettura.

B

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Il male non e'spettacolare,
e' sempre umano
e condivide i nostri letti e mangia alla nostra tavola

W.H. AUDEN



TEA

Di quella notte ricordo tutto, ogni cosa, proprio come se fosse accaduto ieri e non quasi quattro anni fa. Gli incubi, che per quasi due anni hanno tormentato le mie notti, hanno contribuito non poco a imprimere a fuoco nella mia mente tutti i dettagli. Ricordo il freddo pungente, sulla pelle nuda, il puzzo di urina del vicolo, il buio, l'odore di alcool che emanavano i loro aliti, il fetore di sudore e di sperma. Ricordo le risate sguaiate e le loro mani su di me, ma più di tutto ricordo loro, un branco di animali dalle facce pulite e dalla reputazione irreprensibile. Loro, i miei compagni scuola.

Faceva freddo quella sera, non era tardi, stavo uscendo dal supermercato; un atto normale, un acquisto dell'ultimo minuto per prepararci a festeggiare l'ultimo dell'anno.

Li incontrai lì John, Steven, Dylan...

Erano miei amici, quelli che mi hanno aggredito in quel vicolo buio, quelli che credevo fossero miei amici: per questo non sono scappata subito, per questo ho permesso loro di affiancarmi, di circondarmi.

Ora, non lo farei mai.

Erano ubriachi, un branco. Per loro non ero più Tea, la loro amica e compagna di scuola, per loro ero solo una cheerleader con la quale volevano divertirsi e sfogare le frustrazioni da adolescenti incompresi.

"Che cosa volete da me?" Chiesi, rendendomi conto troppo tardi delle loro reali intenzioni.

"Tea, non vogliamo farti del male, soltanto stare un po' insieme." Iniziai a tremare, il loro tono mi spaventava a morte, era così diverso da quello che conoscevo. "Vogliamo solo che tu ci dia quello che hai già dato a tutti i membri della squadra di football! Noi lo sappiamo, quello che fate negli spogliatoi, i ragazzi parlano tra loro.".

Quella frase mi ferì profondamente.

Era questo ciò che i ragazzi pensavano di noi? Che la davamo a tutti?

Io, non avevo mai fatto nulla di tutto questo, e anche se non ero più vergine, avevo avuto un solo ragazzo: Andrew. Avevamo rotto quattro mesi prima.

"Non mi sono mai scopato una cheerleader... " a quel punto, la mia paura crebbe a livelli esponenziali, volevo scappare, ma non potevo, mi avevano circondata. "Chi comincia per primo?" "Facciamo la conta?" John rise sguaiatamente.

Volevano giocarsi me, come se fossi una cosa...

"Io mi tiro fuori, voglio prenderla da dietro... " Dilatai lo sguardo in preda all'orrore. "La mia ragazza non me lo concede... ma sono sicuro che il bel sederino di Tea Singer sarà piuttosto allenato." Dylan, sorrise enigmatico, dandomi una forte sculacciata. Sussultai, dilatai lo sguardo per il terrore e cercai, ancora una volta di scappare, di urlare, di fare qualunque cosa che mi salvasse da tutto questo. Scoppiai in lacrime, li implorai, li pregai di lasciarmi stare e infine tentai nuovamente di fuggire.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora