43- Silenzi

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"I nostri dubbi ci tradiscono, e impedendoci di affrontare la battaglia ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria."

William Shakespeare

Restai in silenzio mentre i suoi baci coprivano il mio viso. Muto, mentre la prendevo, appagando il desiderio carnale e passeggero del suo corpo. Non parlai, perché avrei rovinato tutto, poiché sapevo di non riuscire a ricambiare il suo amore come forse avrebbe voluto e come, certamente, avrebbe meritato. Io non sapevo più come amare davvero una donna, non ne ero più capace o forse, non avevo mai saputo farlo.

Ora le labbra di Tea riposavano sulle mie, potevo sentire il suo respiro regolare e caldo sulla mia bocca. Dormiva. E guardandola, abbandonata nel sonno che l'aveva colta, potevo tornare a respirare e a pensare. E i pensieri che aleggiavano nella mia mente, erano confusi e teneri, arrabbiati e dolci. Mi discostai leggermente da lei per poterla osservare meglio. Era stanca, stremata dalle troppe emozioni di quell'unica, intensa giornata. Troppo dolore e troppe scoperte, troppa passione e troppa rabbia, per albergare in un unico cuore.

Io ti amo, mi aveva detto al culmine dell'amplesso ed io mi ero come gelato, irrigidito e spaventato dalla portata di una tale affermazione. Sperai per un istante che quel "ti amo" fosse stato detto in un vuoto di lucidità, ci sperai davvero, ma sentivo che non era così, lo sentivo da un po' di tempo; dalla prima volta, che sconvolta, aveva bussato alla mia porta. Tea era una ragazza troppo pura per impelagarsi con un insensibile come me, troppo ferita dalla vita per meritarsi qualcuno come Jamie. La nostra famiglia era troppo incasinata, perché lei finisse dentro una stupida faida tra fratelli. Perché, ne ero certo, James si era legato al dito il fatto che Tea fosse corsa da me dopo aver scoperto le sue attività "collaterali" con altre donne.

Mi misi una mano tra i capelli.

Cazzo! Pensai, lo sapevo che fare sesso con lei sarebbe stato un madornale errore! Certo che lo sapevo!

L'avrei fatta soffrire, e Jamie si sarebbe inventato qualcosa per vendicare il suo orgoglio ferito: eppure il mio egoismo e la mia lussuria mi avevano impedito di mettere lei al primo posto. Avevo pensato a me stesso, senza riflettere sulle conseguenze... proprio come era successo con Chris.

Richard aveva ragione, come sempre del resto, quando mi rimproverava di lasciare che la mia parte più masochista, quella che sa di cacciarsi in madornali casini, prendesse il sopravvento. Ric e Josephine mi mancavano terribilmente.

Guardai ancora la ragazza mollemente addormentata al mio fianco e mi chiesi la ragione della mia facile resa. C'era qualcosa in lei che mi rendeva difficile dirle di no. Mi era accaduto fin dalla prima volta che l'avevo rivista, quando, vestita con un semplice jeans e un maglione troppo largo, si era presentata alla mia porta per rispondere alla mia inserzione. Anche allora avrei dovuto respingerla, lei che non era abbastanza qualificata da occuparsi di una bambina piccola, eppure... erano bastati pochi gesti per farmi ricredere. Avevo cercato di resistere al suo fascino acqua e sapone, ma mi era risultato impossibile dirle di no. Era la ragazza di mio fratello, cazzo, ed io me l'ero scopata tutta la notte. Non ero migliore di Jamie, non lo ero mai stato.

Tea invece era speciale, una giovane donna come tante, è vero, ma allo stesso tempo, diversa: una ragazza che parlava con una voce nuova, pronunciando parole che mi avevano destabilizzato totalmente; dichiarando sentimenti che non riuscivo a ricambiare, ma nemmeno a respingere.

Le carezzai delicatamente i capelli, depositando un piccolo bacio sulla sua fronte. Dopo Samantha, avevo rinchiuso il mio cuore in una cassaforte talmente spessa e con una combinazione così complessa, da stentare a credere di riuscire mai a riaprirla. Troppa sfiducia e troppo dolore provato, per cadere di nuovo nello stesso errore.

Amare fa soffrire. Amare distrugge. Amare spezza il cuore e l'anima, riducendole in minuscole briciole sanguinanti.

Per questo, dopo Sam, non avevo più amato nessuna; per questo avevo rifiutato ogni coinvolgimento sentimentale.

L'amore fa male. Il sesso no.

Con Christina avevo commesso un fatale errore, confondendo l'affetto con l'amore: per un istante il morso della gelosia mi aveva colpito, rendendo le mie azioni, le mie parole e il mio cuore, duri come pietre. A causa del mio sbaglio, Christina era morta, e mi sarei portato dentro questo rimorso per tutta la vita. Mai, però, in tutte le nostre notti di infuocata passione, Chris aveva mai detto di amarmi.

Tea si mosse nel sonno, cercando inconsapevolmente un contatto con il mio corpo distante, ma io ero ormai su un altro universo, perso in tristi pensieri, per badare a lei.

Sarei mai riuscito ad amare di nuovo? Mi chiesi in un impeto di malinconia.

Con Lizzie avevo fatto un grande sforzo e nonostante fosse mia figlia; per un po' l'avevo rifiutata, così come avevo rifiutato l'idea di essere diventato padre.C'erano voluti un grande spavento, tempo, tranquillità e il sorriso dolce della mia bambina, per farmi ricredere. Riuscire a provare amore per una donna però...

"Dave..." la voce di Tea mi riscosse dai miei pensieri. Mi voltai a guardarla ma notai che dormiva di un sonno agitato. Parlava nel sonno cercandomi il viso con mani timide. "Dove sei?" chiese ancora muovendosi appena verso il calore del mio corpo, "David..." sussurrò ancora "perché sei così freddo..." poi smise di parlare, tranquillizzata dal battere regolare del mio cuore e tornò placidamente a dormire, lasciandomi la mente in subbuglio e piena di domande e sensi di colpa. La baciai sulla fronte, poi mi avvicinai nuovamente a lei, stringendola tra le braccia e coprendo pudicamente il suo corpo giovane su cui spuntavano alcune piccole cicatrici, ormai rimarginate dal tempo.

Ricordai la notte in cui l'avevo incontrata, ricordai la mia rabbia e l'odore di sangue e sporcizia che permeavano l'aria di quel vicolo; ricordai il suo giovane volto ferito e pieno di lacrime. Non sapevo quanto male le avessero fatto, né sapevo cosa le avessero fatto: dopo averla accompagnata in ospedale non mi ero trattenuto, ero fuggito via, troppo preso dai miei pensieri tormentati, per soffermarmi oltre su quelli di una ragazzina. Avevo voglia di spaccare delle ossa quella sera, e quei tre bastardelli stupidotti avevano fatto al caso mio. Egoista, anche allora, anche quando il mio gesto sembrava tanto generoso. Solo ora avevo una vaga idea di quello che quella giovane donna aveva subito, ora che stringevo il suo corpo nella penombra di un sole nascente.


Franco Battiato_ Oceano di Silenzio


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Rieccomi. non so se vi sono mancata, (un po' spero di sì, ma spero soprattutto spero vi sia un po' mancata questa storia)

Ancora un capitolo pieno di riflessioni confuse e dolci e preoccupate di Dave, ancora i suoi dubbi e la sua paura di amare messi in primo piano dalla rivelazione di Tea. Ma sarà vero il sentimento che la ragazza ha confessato, oppure è stato frutto di un momento di lucida follia? lo scoprirete nel prossimo capitolo narrato con ma voce di Tea.

A presto.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora