07- Via

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Si compiono sicuramente più progressi nella propria oscurità che nella luce altrui.
(Anthony De Mello)


Aprile 2010

Avevo fallito in tutto.

Nulla di quanto avevo previsto o programmato era andato come speravo. Mio padre l'aveva infine sposata e Jamie continuava ad avere una relazione (malata) con lei.

No. Niente era andato come avrei voluto.

Nonostante avessi provato a convincerlo in ogni modo della follia della cosa; nonostante fossi arrivato a minacciarlo di raccontare tutto a nostro padre; niente era riuscito a smuovere mio fratello dalle sue posizioni: James aveva lo sguardo sereno di chi non sentiva di fare niente di male. Mio fratello aveva completamente perso la testa per la novella sposa; rimbambito dal suo corpo e dalla storia strappalacrime che Sam, conoscendola, gli aveva propinato. Una storia totalmente falsa, ovviamente, un racconto talmente inverosimile, che soltanto un ragazzo come lui, accecato dalla lussuria e in preda agli ormoni, poteva bersi.

E Jamie era quella tipologia di ragazzo.

Se solo avesse ascoltato una sola delle mie parole; se avesse voluto conoscere tutta la verità sul mio passato con lei, su quelle che erano state da sempre, le vere intenzioni di Samantha; probabilmente l'avrebbe lasciata su due piedi, ma non l'aveva fatto, si era rifiutato di ascoltare, di capire fino in fondo l'abisso in cui era caduto ed io, beh, io non avevo insistito.

Che cosa sarei stato disposto a sacrificare, pur di pararmi il culo? Sarei riuscito a essere onesto con il ragazzo che mi considerava un modello da imitare?

No, non potevo raccontargli tutto, ne andava del mio orgoglio ferito e dell'ammirazione che lui aveva sempre nutrito nei miei confronti. Un comportamento del cazzo, dovevo ammetterlo, ma sicuramente mi rispecchiava, o meglio, rispecchiava la parte più vanitosa di me. Dovevo trovare una soluzione alternativa; non sarei passato per uno sciocco ragazzino ai suoi occhi. Inoltre, Jamie era talmente impantanato in quel rapporto, che sapere del mio passato con lei, avrebbe potuto giocare a mio svantaggio, e con una giocatrice esperta come Sam, non potevo permettermi questo lusso.

Samantha Johsonn era una falsa manipolatrice, lo sapevo bene, ma nonostante ciò potesse apparire evidente a uno sguardo esterno, noi uomini Lewis, avevamo tutti ceduto, in un modo o nell'altro, al suo fascino ammaliatore: un ragazzo, in cerca di una storia senza complicazioni, che si era fatto fregare dall'amore come uno sciocco; un uomo ricco, maturo e cieco, innamorato di una donna molto più giovane di lui; un adolescente, schiavo della lussuria e dall'amore... ecco in breve cosa eravamo diventati di fronte a lei.

Sam era una calamita per gli uomini, per noi in particolare; e questo avrebbe portato solo guai, grossi guai.

****

Non ero mai andato molto d'accordo con mio padre, lui era autoritario e duro, soprattutto con me, che ero il figlio ribelle, ma nello stesso tempo, sapeva essere incredibilmente tenero, giusto e attento. Mai e poi mai, lo avrei creduto capace di ricattare Samantha pur di averla nel suo letto. Solo mio fratello, testardo e ingenuo al tempo stesso, poteva credere a una cosa tanto assurda. Joshua Lewis era un uomo affascinante e ricco, un binomio in grado di fargli avere qualunque donna volesse. Lui non era solito pregare o ricattare per avere una donna al suo fianco. Gli bastava schioccare le dita e magari... fare una piccola capatina da Cartier. No, purtroppo mio padre era davvero innamorato di lei, gli occhi con cui la guardava oggi, nel giorno del loro matrimonio, erano una prova più che sufficiente per me.

Guardai mio fratello nel suo abito da testimone di nozze, guardai i suoi occhi verde foglia splendere alla vista di Samantha, che come una regina altera, avanzava lungo la navata. Non era lì per lui, non sarebbe mai stata lì per lui, salvo che la cosa non tornasse a suo vantaggio, eppure dallo sguardo di James traspariva tutto l'amore che nutriva per lei, esattamente come l'odio che sentivo, traspariva dal mio.

"Non avrai creduto di poter vincere contro di me?" La voce della mia nuova mammina era appena un sussurro, ma aveva una sfumatura piena di trionfo, mentre soffiava leggera nel mio orecchio. Stavamo ballando, i testimoni avevano il dovere di ballare con la sposa. Io avevo ceduto malvolentieri alla "gentile" richiesta di mio padre, ma non era il caso di fare scenate di fronte al gotha dell'alta finanza della west coast. "Io ottengo sempre ciò che voglio, David, e non importa quanti cuori dovrò calpestare per riuscirvi!" Continuò. La guardai stringendola più forte a me, volevo farle male, distruggere la sua ostentata sicurezza. "Volevo te al mio fianco!" Disse, divincolandosi con abilità, "ma tu hai pensato bene di rifiutarmi. Per fortuna, Jamie ha capito da che parte stare, e a dire il vero, tuo fratello mi piace. Ama in maniera davvero... intensa, se capisci cosa voglio dire!" Sam s'inumidì lentamente le labbra guardandomi, mentre i ricordi di quanto avevo visto nella stanza di mio fratello, mi tornarono nitidi alla mente.

La odiavo. Profondamente.

"Il cuore di mio padre è debole e provato dalla sofferenza" dissi, intensificando nuovamente la stretta, "non starai pensando di spaccarlo? In quel caso, l'amministratore delegato delle Lewis's Industries diventerei io. Non so, a quel punto, se la tua presenza e quella della tua insignificante azienda, all'interno della nostra holding, sarebbero ancora ben accette."

Sorrisi, guardando il volto di Sam farsi terreo per un istante, ma si riprese subito, passando al contrattacco.

"Per il momento, non ho intenzione di spezzare nessun cuore, ma attento, non minacciarmi David, perché se solo volessi, potrei metterti contro ciò che resta della tua famiglia e a quel punto, saresti davvero solo!" Le sue parole erano cariche di astio e di paura giustificata, una paura di cui approfittai subito.

"Non credo che mio padre sarebbe contento di sapere che ti scopi mio fratello." sussurrai.

"Concordo con te stavolta, non credo che tuo padre sarebbe contento di saperlo, soprattutto per Jamie. Sai, avere la consapevolezza che il proprio figlio sia un pervertito, che ha costretto con la forza la propria matrigna a sottostare a pratiche così aberranti... e se te lo stai domandando, sì, ho le prove di quanto dico, David. Prove filmate." La musica cessò ed io la lasciai andare improvvisamente, come se mi fossi appena scottato.

Lei sorrise soddisfatta e si allontanò tra la folla degli invitati.

Mi aveva fregato! Ci aveva fregati tutti!

****

Dovevo scappare, il solo respirare ancora l'aria malsana di questa città, mi faceva bruciare le viscere; dovevo andar via da questo luogo, troppo denso di ricordi spiacevoli.

Via, in un posto dove nessuno mi conoscesse, dove nessuno sapesse chi fossi o chi fosse la mia famiglia.

Via, in un'altra città, un luogo sconosciuto dove poter dimostrare di non essere un totale fallimento come figlio, come fratello, come uomo.

Via da lei e dalla consapevolezza della mia ingenuità.

Ce l'avrei fatta, questo era il mio proposito, ce l'avrei fatta da solo: senza alcuna spinta, senza alcun aiuto esterno.

Ero David Lewis dopotutto, questo nome e la mia costosa educazione, dovevano pur servirmi a qualcosa!

Voglio andar via, i piedi chiedono dove ma via
tanto non ti perderò perché tu non sei stata mai mia
voglio andar via
da quei tuoi occhi che tirano sassi
e come in un duello far dieci passi
e poi guardarci l'ultima volta e via.

Ascoltando Via di Claudio Baglioni

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David è partito, sconfitto da Samantha e dalle sue astuzie. Secondo voi ha fatto bene oppure era giusto che raccontasse tutta la verità a Joshua?

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora