03 - La scala verso il paradiso

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C'è una signora sicura che tutto ciò che luccica sia oro
Ha intenzione di comprare una scala per raggiungere il Paradiso
E quando vi arriva sa, se i magazzini sono chiusi,
che con una parola può avere ciò per cui è venuta.

Led Zeppelin


Il salone di casa Lewis, tutto addobbato a festa, stava per diventare il palcoscenico per lo spettacolo più penoso cui avrei mai assistito. Alcuni invitati erano già arrivati, ma noi eravamo ancora al piano di sopra: dovevamo fare il nostro ingresso trionfale. Ero incazzato come non mai mentre guardavo mio padre prendere la mano di Samantha, come il vecchio gentiluomo qual era, e poi portarsela alle labbra per un galante baciamano. Ero incazzato con tutti, soprattutto con me stesso, per la debolezza che ancora dimostravo di fronte alla donna che mi aveva fatto soffrire di più nella vita.

John, il nostro maggiordomo, ci avvertì che era giunto il momento di scendere.

"Che lo spettacolo abbia inizio, allora!" dissi con una voce carica di sarcasmo e un sorriso amaro sulle labbra.
Mio padre mi scoccò un'occhiataccia, che voleva essere un avvertimento ben preciso: - non  fare cazzate - mentre in modalità "famiglia perfetta" ci apprestavamo a scendere dalla scala monumentale che occupava il centro del salone.

"La famiglia perfetta", così apparivamo a un osservatore distratto; il quadretto stereotipato della famiglia unita, ma a uno sguardo più attento quest'immagine, sapientemente costruita, s'infrangeva rivelando tutto il dolore, la rabbia e le bugie che ci univano.

Mi allontanai dalla vista di Sam, che mano nella mano con mio padre, dispensava falsi sorrisi a invitati che non conosceva, ma che puntava con la precisione di un cecchino. Mi diressi verso il buffet, per versarmi il primo di una lunga serie di bicchieri di superalcolici. Non ce la facevo a rimanere lucido, non volevo rimanere lucido.

"David, si può sapere cosa ti è preso prima?"

La voce di mio fratello mi raggiunse prima che potessi bere il primo sorso, interrompendo il flusso dei miei pensieri.

Che cosa avrei potuto rispondergli: che mi ero scopato la futura moglie di nostro padre; che quella donna dal volto d'angelo era in realtà una furba manipolatrice?

No, avrei dovuto tenere tutto per me, almeno fino a quando non avessi capito il gioco di Sam.

"Lei non mi piace!" mi limitai a dire, provando, per la seconda volta a portarmi il bicchiere alle labbra. Era l'unica cosa che mio fratello poteva sapere del mare di odio e di ricordi dolorosi che mi si agitavano dentro.

"Ma David, come fa a non piacerti Samantha? E' una donna bellissima, dolce... e poi guarda... " disse, volgendo lo sguardo verso la strana coppia che era al centro di tutte le conversazioni. "Lei, rende felice nostro padre!"

Innocente, giovane Jamie.

"Non mi fido di lei, James!" Sbottai. "Cosa ci fa una donna così giovane con nostro padre? Non può essersi innamorata di lui in così poco tempo! Da quando credi ai colpi di fulmine? " Questa volta ingollai il contenuto del mio bicchiere tutto d'un fiato. "No, se lei si è lasciata sedurre da nostro padre, l'ha fatto solo per soldi, i nostri soldi!"

Jamie mi mise una mano sulla spalla, sorridendomi comprensivo.

"Non cadere anche tu nel solito cliché! Io sento che ti sbagli, nostro padre non è uno sciocco; è un uomo d'affari molto scaltro, avrà sicuramente preso delle informazioni. "

Sorrisi all'ingenuità e alla bontà d'animo di mio fratello. Samantha sapeva essere molto convincente se s'impegnava. Lo ricordavo fin troppo bene.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora