40 - Buonanotte Fratello

82 6 0
                                    


"Il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi."  (Sun Tzu)

La mia schiena poggiava su qualcosa di morbido, il tappeto forse, o il divano: mio fratello doveva aver avuto pietà di me. Era successo di nuovo, avevo perso il controllo delle mie emozioni e loro mi avevano sopraffatto. Parlare di Chris con Jamie, non era stato facile; fargli sapere tutto il resto: che li avevo volontariamente tenuti all'oscuro della nascita di Lizzie, perché ero incazzato con loro, e troppo orgoglioso per chiedere aiuto; era stato mille volte più complicato. Non era così avrebbero dovuto scoprire la verità; avevo bisogno di tempo, un tempo improvvisamente scaduto. Sentii la voce di James: mi chiamava, era spaventato, ma nonostante tentassi di rassicurarlo, le mie braccia rifiutavano di muoversi e le mie labbra di emettere parole.

"Jamie, prendi un po' di aceto... aiutami a farlo riprendere!" Sentii dire.

Tea, Dio, Tea era vicino a me... e a Jamie!

Un'altra. Fottutissima. Complicazione.

No, non volevo svegliarmi, non volevo dover affrontare un'altra discussione difficile.

"David..." La voce di Tea era così dolce alle mie orecchie.

Parla ancora, Tea. Pensai, mentre ricordavo fin troppo bene il suo corpo morbido stretto al mio. "Ti prego, apri gli occhi David, Lizzie ha bisogno di te!" Lizzie, la mia bambina, la mia ancora, la mia forza... e Tea, che stava diventando sempre più fondamentale nella mia vita. Come il canto delle sirene chiamava a sé i marinai, così la voce di quella ragazza, stava tirandomi fuori dalle tenebre che mi circondavano. Poi un pensiero mi attraversò la mente... Tea e Jamie. Lei stava soffrendo molto a causa sua, stava male! Non sarebbe dovuta uscire dalla mia stanza, doveva rimanersene a letto, stargli lontano, evitare di incrociare il suo sguardo con quello di lui, almeno fino a che fosse stata un po' meglio. I miei occhi erano aperti ora, vedevano solo lei, cercavano di consolare il suo sguardo afflitto e preoccupato.

"Torna a letto, fino a poco fa avevi la febbre..." dissi, non senza difficoltà, cercando di alzare la mano ancora debole per farle una piccola carezza. Era ancora calda, ma la febbre era scesa.

"Sto meglio!" rispose, confermando le mie deduzioni. "Le tue medicine sono state miracolose..." poggiò la sua mano sulla mia. "Ora sei tu ad aver bisogno di aiuto!" Continuò, guardandomi dolcemente negli occhi.

Mi persi.

Nel suo sguardo tenero.
Nelle sue mani che scostavano i miei capelli dalla fronte.
Nella sua bocca, che avrei voluto baciare ancora.

Mi persi. Dimentico di tutto, anche di Jamie, che ci fissava allibito o di mia figlia, che dormiva placidamente nella stanza accanto.

Per un istante infinito mi persi e mi ritrovai negli occhi Tea.

"Lascia che ti aiuti Dave!" continuò. Un sorriso dolce ad aleggiarle sul viso ancora stanco."Che tutti noi ti aiutiamo!" Lo sguardo fugacemente rivolto verso mio fratello.

"Sto bene!" dissi mettendomi lentamente a sedere; la testa mi girava e il senso di nausea mi chiudeva lo stomaco. "Sto bene!" ripetei incrociando, solo in quel momento, lo sguardo ancora sconvolto di Jamie.

Mentivo.

Lo sapevo io e lo sapeva anche lui.Non stavo più bene da quando Christina era morta, ma ero così dannatamente bravo a negare la verità, che speravo di convincere anche me stesso. Erano passati pochi mesi dalla morte della mia più cara amica, pochi mesi da quando ero diventato padre. Solo pochi mesi... troppo pochi per elaborare il lutto, per accettare il dolore e le responsabilità, per lenire una ferita, che dubitavo si sarebbe mai cicatrizzata.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora