16 - Freddo

83 12 7
                                    

Cammino attraverso il giorno
col cappotto a coprirmi le orecchie.
Cerco la mia compagna
Ho asciugato le mie lacrime
Sembra che lei sia andata via
Lasciandomi troppo presto
(Sting)


Caro diario,

Le cose con lui vanno meglio di quanto avessi mai sperato: sta lentamente, inesorabilmente conquistando la mia fiducia, con la sua pazienza, il suo rispetto. E' bello stare insieme, riconquistare lentamente quella normalità che credevo perduta per sempre. E' bello sentire l'anima rifiorire e tornare alla vita. Forse lui è quello giusto, la persona con cui potrei nuovamente tornare ad amare, a provare quei sentimenti che avevo soltanto sfiorato, prima che la brutalità del mondo reale me li portasse via. Non riesco ancora a lasciare il cuore libero di aprirsi e battere. Fa ancora troppa paura, fa ancora dannatamente male.

Domani sera passerà a prendermi, io incrocio le dita e spero. Sceglierò con cura l'abito che metterò, non voglio essere provocante, forse solo un pochino...

Dio. Mi piace davvero tanto: quando le sue dita mi sfiorano, non ho paura, perché so che il suo tocco sarà gentile; che la sua mano non tratterà con crudeltà la mia pelle candida. Lui sa cosa ho passato... lo intuisce, lo sa!

Forse.

Oddio, io, ho cercato di dirgliela in tutti i modi, la verità, ma la verità spaventa tutti, anche me; inoltre, a nessuno piacciono le persone piene di problemi.

No, basta, non voglio pensarci ora, ho bisogno di concentrarmi soltanto su pensieri positivi: sulla morbidezza della sua pelle; sul sapore delle sue labbra piene, che desidero assaggiare ogni volta di più; sulla bellezza dei suoi occhi, verdi, come foglie di primavera; occhi dolcissimi, non azzurri e tempestosi come quelli del mio angelo salvatore, ma quieti e altrettanto luminosi.

Sai diario, a volte penso ancora al bellissimo cavaliere che mi ha salvato la vita. Chissà cosa starà facendo in questo momento... forse starà aiutando qualche altra ragazza in pericolo. A me piace pensarlo. Spero solo che, dovunque sia, viva una vita felice.

Se la merita.

****

New York

"Lei è un parente... " qualcuno, dalla voce gentile, si accorse di me.

Ero rimasto lì, in quella stanza asettica e bianca, dove Chris era appena morta. Le mie gambe rifiutavano di muoversi, i miei occhi di lasciare quel letto dove il corpo della mia amica giaceva ancora, composto e pietosamente coperto da un lenzuolo.

Era ancora tiepida la sua pelle o il gelo della morte l'aveva già afferrata?

"Signore... " La voce della donna a entrarmi nella mente, cercando di scuotere quella parte di me che era ancora sotto shock. "Signore... " La sua mano tesa, in un inutile tentativo d'aiuto. Tutto di me era a terra, corpo, anima, cuore. Le gambe bloccate, rigide per la prolungata immobilità; la pelle fredda, pallida, proprio come se insieme con lei, fossi morto un po' anch'io. "Signore, sta bene?" La voce della donna a chiedere una risposta che non riuscivo a darle.

"Io... " La mente a rifiutarsi di formulare frasi di senso compiuto. Le parole erano fuggire via, come la vita di Chris, e per quanto le cercassi, rifiutavano di ritornare.

"Signore, chiunque lei sia, deve spostarsi, non può rimanere qui!" Il tono era ormai spazientito; la sconosciuta doveva fare il suo lavoro: ripulire la stanza, liberarla, dare a un'altra persona, a un'altra vita, la possibilità di essere salvata.

"È il padre della bambina che è appena stata portata in terapia intensiva pediatrica... " La voce ferma di Richard, mi sorprese alle spalle, era irritato, era infelice.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora