52 - Amico

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I veri amici sono la famiglia che ti puoi scegliere.

(Audrey Hepburn)


La riaccompagnai a casa, rubandole un ultimo bacio appassionato, prima di lasciarla andare. Era stata una delle notti più belle che avessi trascorso negli ultimi anni; le averle rivelato i miei sentimenti e le mie paure, mi aveva alleggerito il cuore. Sì, mi ero reso conto di amarla, o forse è meglio dire, che avevo accettato l'ineluttabilità dell'amore che provavo per lei da molto tempo, ormai. Non sapevo quando avevo cominciato ad amarla: forse quando mi aveva dato quell'innocente bacio sulla guancia; o forse prima, quando l'avevo vista addormentata con la mia bambina stretta al petto...

Non importava, ora ero soltanto consapevole che questi sentimenti mi stavano esplodendo dentro, impedendomi persino di pensare lucidamente. La mia mente era piena di lei. Amavo Tea, la sua innata dolcezza, la sua passione, quando facevamo l'amore, la tenerezza materna che aveva nei confronti di Lizzie, la sua fragilità. Le avevo sussurrato questo mio amore, con voce tremante, pieno di paura per il futuro; l'avevo fatto a bassa voce, quasi timoroso di un suo rifiuto. Tea aveva sorriso: gli occhi accesi da una gioia inaspettata; lo sguardo colmo di passione e dolcezza infinite; il corpo, vibrante di desiderio che si era stretto al mio. Avevamo iniziato a danzare; dapprima lentamente, poi sempre più appassionatamente fino a perderci nella potenza di un orgasmo che ci aveva lasciati stravolti.

Avevo avuto molte donne nella mia vita, tutte poco importanti, a dire il vero, ma mai con nessuna, mi ero mai sentito così consapevolmente legato: mai, non con Sam, che credevo di amare; né con Christina, con la quale avevamo condiviso una profonda amicizia e momenti di sfrenata lussuria. Nessuna era riuscita a sconvolgere il mio equilibrio, come questa piccola donna con gli occhi grigi come un cielo in tempesta. Solo lei era riuscita a farmi sentire totalmente e completamente a mio agio e nello stesso tempo totalmente preda dell'emotività; solo con lei avevo avuto il coraggio di scoprirmi completamente, mostrandole la parte più ferita del mio animo. Tea comprendeva, anche lei aveva sofferto molto, anche lei nascondeva il suo dolore dietro un'armatura di finta serenità. Ci eravamo trovati, perché figli dello stesso dolore, anime affini, cuori sofferenti, eppure desiderosi di trovare quella normalità che agli altri sembra, appunto, normale, ma che per noi è un miraggio irraggiungibile.

Mi passai il dito sulle labbra sentendo ancora il suo sapore in bocca, bramando ancora il suo corpo caldo, le sue parole d'amore, sussurrate pelle contro pelle, mentre la facevo mia con tutta la passione di cui ero capace. Dio, come mi era costato lasciarla andare; avrei voluto tanto tenerla con me, costatare, ancora una volta, come i nostri due corpi allacciati combaciassero alla perfezione. Avrei voluto tenerla con me questa sera, ma dovevo lasciarla andare. Tea viveva ancora con i suoi genitori, ed io avevo ospiti, ospiti che speravo avessero perdonato la mia assenza e il fatto che avessi lasciato loro Lizzie per tutta la serata.


La casa era immersa nel silenzio, quando rientrai. Rick e Jo dovevano essersi addormentati dopo aver accudito la mia bambina per la milionesima volta. Provai un vago senso di colpa nei confronti di queste persone, di questi amici meravigliosi, che avevano attraversato un intero continente, pur di venirmi a trovare, ma il sentimento sfiorò soltanto la mia mente, sostituito dal ricordo della serata appena trascorsa e dal peso considerevole della mia confessione. Mi versai una generosa dose di bourbon, mi sedetti sul grande divano che troneggiava di fronte al camino e sorseggiai lentamente il liquido ambrato, mentre ricordi della serata appena trascorsa, tornarono ad affollare i miei pensieri.

"Passata una piacevole serata?" La voce di Richard mi colse di sorpresa, sovrastando tutti i miei pensieri. Alzai il volto verso di lui con un mezzo sorriso ancora ad aleggiarmi ai lati della bocca e alzai il bicchiere alla sua salute. "A giudicare dalla tua espressione, direi, più che piacevole." Un luccichio di gioia accompagnò le sue parole, un lieve rossore a comparire, inaspettato, sulle mie guance.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora