29 - Passi nel buio

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Il silenzio fa sì che le immagini del passato non suscitino desideri ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia.

Erich Maria Remarque


Mi aveva sempre fatto bene camminare, mi aiutava a riflettere, a pensare con lucidità. Era questo che facevo per ore, lungo le strade di New York,  quando mi sentivo solo,  quando avevo bisogno di pensare con calma a un caso che stavo seguendo, o al passato che mi ero lasciato alle spalle, quando il ricordo della mia famiglia si faceva lacerante.
Era così che mi ero imbattuto nel locale di Christina.

Era proprio Il bisogno di riflettere, che mi aveva fatto scegliere di arrivare a piedi a casa di mio padre. Avevo pensato che, dopo l'incontro con la mia famiglia o con Sam, avrei avuto bisogno di schiarirmi le idee. Il destino però, si sa, gioca le sue carte in modo strano, e inaspettatamente, era stato l'incontro con Jamie a destabilizzarmi maggiormente.

Alzai gli occhi al cielo, un cielo estivo e tempestato di una miriade di stelle. Sarebbe stato bello poterle ammirare insieme a una persona cara, sarebbe stato bello guardarlo insieme a Chris.
Il pensiero di lei mi fece male: ricordai i suoi occhi farsi malinconici, mentre si lamentava del fatto che a New York la notte fosse sempre troppo luminosa per vedere le stelle: le mancavano i cieli della sua Irlanda, le mancavano le sue origini.
Un sorriso fiorì sulle mie labbra quando ricordai quella volta in cui Chris, con l'aiuto di un suo amico, guardia giurata al Flat Iron, era riuscita a portarmi in cima al grattacielo per ammirare il cielo stellato in una splendida notte senza luna. Dio, com'ero stato cieco.

Come avevo potuto non notare il suo interesse per me?

Tutte quelle piccole cose, tutte le delicate attenzioni delle quali mi aveva ricoperto.
Scossi la testa, il ricordo di Chris faceva troppo male. La sua assenza era un doloroso buco nella mia anima. Non l'avevo amata, forse, ma le avevo voluto bene, era un'amica, la migliore che avessi mai avuto.

Mi concentrai su Jamie.

L'incontro con mio fratello non era andato nella direzione che mi sarei aspettato; era cambiato molto, come se in lui albergassero due diverse personalità: da una parte il fratello dolce, comprensivo e tenero, che mi aveva accolto e sostenuto durante il breve racconto del mio recente passato; dall'altra, l'uomo sprezzante, con evidenti problemi di dipendenza dal sesso e con una fortissima voglia di rivalsa nei miei confronti.

Ero amareggiato e triste; durante la mia assenza i suoi problemi si erano acuiti; probabilmente proprio la mia lontananza ne era stata la causa. Se gli fossi restato vicino, se gli avessi fatto vedere Samantha per ciò che è in realtà, forse le cose non sarebbero arrivate a questo punto.

Non c'ero stato, quando Sam l'aveva circuito dopo il mio rifiuto; non gli ero stato accanto, quando mi aveva detto che forse sarebbe diventato padre. L'avevo allontanato, proprio come dopo la sua richiesta di aiuto di ieri. Ero troppo incazzato con lui, per la sua assenza nella mia vita, da pensare che potesse davvero aver bisogno di un parere sincero da parte mia. Probabilmente una parte di lui si rendeva conto di quanto fosse cambiato, di quanto male potesse fare a chi gli stava intorno.
Purtroppo non sapevo molto di psicologia: ciò di cui ero certo, era che la speranza di un suo ritorno alla normalità, senza un aiuto esterno, era svanita; avevo di fronte un uomo diverso e profondamente arrabbiato, avevo di fronte un fratello che in parte mi detestava.
Si era scopato tutte le mie vecchie amanti e l'aveva fatto con l'intenzione di dimostrarmi di essere migliore di me; di poter stare senza di me. E l'avevo vista, la strana luce di trionfo in fondo ai suoi occhi, quando mi aveva rivelato che con qualcuna aveva fatto più di un bis.

Mi sedetti su una panchina, perso nelle mie riflessioni, mentre l'aria fresca della sera faceva muovere dolcemente i miei capelli allontanando per un istante l'amarezza dal mio cuore. Non sapevo cosa fare con lui, per lui. Non sapevo come comportarmi. James era mio fratello, e nonostante i nostri dissapori, gli volevo bene e anche lui me ne voleva, ne ero certo.
Quando mi aveva rivisto: il volto emaciato, gli occhi stanchi, si era dimostrato sinceramente preoccupato per la mia salute. Mi aveva abbracciato, consolato, compreso, ascoltato. Era stato mio fratello.

Solo un uomo (un uomo solo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora