"L' incontro di due personalità è come il contatto tra due sostanze chimiche; se c'è una qualche reazione, entrambi ne vengono trasformati."
Carl Gustav Jung
Erano quasi sei mesi che frequentavo il Lost Road e il mio rango era salito: da novellino, a cliente abituale, a pianista abituale. Con Rick e Tom eravamo diventati talmente amici, da non credere che ci conoscessimo da un tempo tanto breve. Andavamo spesso a cena insieme prima delle serate: a volte da loro, a volte a casa mia. Sì, avevo aperto la mia casa agli amici, avevo aperto il mio cuore agli amici. Era la prima volta, da tantissimo tempo, che mi fidavo di qualcuno, tanto da permettergli di entrare nella mia vita. Loro non sapevano chi era David Lewis, figlio di Joshua Lewis, multimilionario.
Per fortuna.
Per loro ero soltanto Dave, un giovane avvocato con la passione per la musica jazz e blues, e con la famiglia a chilometri di distanza, sulla west coast. Ero soltanto David, un uomo come tanti, e la cosa mi stava più che bene. Anche Chris, ogni tanto, si univa alle nostre allegre riunioni, ma a parte qualche battutina o qualche divertita allusione, il nostro rapporto si manteneva piuttosto freddo: io suonavo nel suo locale, nel tempo libero che il lavoro mi lasciava; lei mi offriva da bere tra un'esibizione e l'altra. Non avevamo fatto molti progressi, rispetto alla prima volta che c'eravamo incontrati.
Christina mi piaceva. Era diretta, sincera, dolce e soprattutto, totalmente diversa da Samantha.
In qualche modo eravamo simili lei ed io: Chris era una donna orgogliosa e fiera di essere riuscita a realizzare parte dei suoi sogni da sola; io stavo facendo di tutto per affermarmi, senza l'aiuto di nessuno. La sua schiettezza, tipicamente newyorkese, traspariva nell'irruenza dei modi; le sue origini irlandesi, dai vividi occhi verdi e dai capelli rossi e ribelli. Sapeva ciò che voleva dalla vita e rifiutava di farsi abbattere dalle difficoltà.
E sì, mi piaceva più di quanto volessi ammettere, più di quanto il mio cuore indurito mi permettesse di sentire. Per la prima volta, dopo Sam, desiderai conoscere meglio una donna.
****
Quella sera, eravamo tutti da Richard: una cena informale, per festeggiare una serata andata particolarmente bene. Qualche hamburger, un paio di birre a testa, ed eravamo finiti a giocare come degli adolescenti a obbligo o verità."Cosa scegli allora?" Tom mi rivolse la domanda una seconda volta.
Odiavo questo gioco: scegliere obbligo, mi avrebbe costretto a fare qualcosa di stupido; scegliere verità, mi avrebbe portato a rivelare qualcosa di me. Non ero certo di volere che gli altri mi conoscessero più di quanto desideravo, preferii dunque la scelta meno imbarazzante.
"Se potessi decidere, in questo preciso momento, qual è la cosa che desidereresti più fare?" Tirai un sospiro di sollievo, non era una risposta facile, ma nemmeno terribile.
Desideri. Sapevo davvero cosa desideravo?
Poi all'improvviso un'illuminazione. Sì, c'era davvero una cosa che desideravo fare in questo preciso momento.
"Usciresti con me?" Dissi, rivolgendo a Chris un sorriso radioso.
"Stai scherzando, vero?" Rispose lei, incredula e sensuale, inarcando un sopracciglio.
"Ho scelto verità: mi è stato chiesto cosa desidero in questo momento ed io ho risposto." Feci una pausa a effetto prima di continuare la mia frase, fissandola negli occhi, scavando nelle sue verdi profondità. "La verità è che desidero davvero uscire con te."
"Beh, era ora!" la voce di Rick interruppe il nostro scambio di battute. Una pacca sulla spalla, un boccone di hamburger, quasi sputato per terra, un sorriso imbarazzato di Chris, uno sornione da parte mia; tosse, risate, sguardi d'intesa. Dio, come amavo quest'atmosfera cameratesca e come mi mancava l'intesa che avevo un tempo con James.
STAI LEGGENDO
Solo un uomo (un uomo solo)
Romance#56 in #storiedamore il 21-4-2018 «Due strade divergevano in un bosco, ed io io presi quella meno battuta, E questo ha fatto tutta la differenza.» R. Frost Questo è David, un uomo logorato da un passato ingombrante , un privilegiato, un potente, u...