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【ǫᴜᴀᴛᴛʀᴏ ᴍᴇsɪ ᴘʀɪᴍᴀ】

Non appena la sveglia iniziò a suonare, il mal di testa post-sbronza cominciò a picchiettare fastidiosamente nel cranio di Hayden, il quale mugugno per il dolore lancinante.

Sapeva che sarebbe stata una pessima idea quella di ubriacarsi la sera prima, ma almeno era riuscito a non pensare alla chiamata che aveva ricevuto dai suoi genitori, i quali lo avevano intimato a prendere i suoi ultimi effetti personali, se non voleva che glieli bruciassero.

Ripetendogli costantemente che un figlio che si travestiva da donna non lo volevano. Menomale che suo fratello Sebastian lo aveva accettato per quello che era e lo aveva accolto a braccia aperte nel suo appartamento.

Tirò un pugno contro la sveglia che smise di suonare poi si tolse il cuscino da sopra la testa e la sua parrucca bionda e arricciata gli ricadde sul viso lucido e pallido come la luna.

Sapeva di avere un aspetto orribile, del resto, quando era tornato a casa quella mattina presto, non si era nemmeno preso la briga di struccarsi o di svestirsi. Indossava ancora la sua gonnellina rosa antico e un maglione enorme color panna che gli aveva regalato suo fratello appena trasferitosi da lui.

Hayden in quel momento aveva gli occhi da panda, il viso ricoperto di brillantini rosa e la bava secca attaccata ai capelli arruffati e gonfi. Era davvero uno spettacolo orribile. Menomale che non deve vedermi nessuno, pensò lui, sbuffando poi quando suo fratello bussò alla porta della sua stanza. Come non detto.

«Hays, sei sveglio?», domandò Sebastian con un filo di voce, aprendo di poco la porta della stanza di suo fratello, facendo entrare un po' di luce dal corridoio.

Hayden mugugnò qualcosa di incomprensibile persino alle sue stesse orecchie poi si arrotolò nelle coperte, coprendosi il viso con il cuscino. Non aveva intenzione di uscire da sotto le sue calde coperte né tantomeno di andare a scuola, non dopo essersi sbronzato per bene ieri notte.

«Alzati da quel letto e fila a farti una doccia che devi andare a scuola», esclamò il maggiore alzando la voce per farsi sentire dal minore che picchiò con forza i talloni sul materasso, scuotendo più volte il capo, come un bambino che faceva i capricci.

«No», strillò con voce rauca, coprendosi poi le orecchie per non sentire la risposta di suo fratello, il quale quando si rese conto di non essere ascoltato, entrò nella camera e con passi decisi e veloci, spalancò le teste e aprì la finestra per fare entrare un po' d'aria primaverile.

Sebastian si portò le mani ai fianchi, sentendosi quasi sua madre in quel momento, «Se non esci immediatamente da quelle coperte, giuro su Dio che ti faccio andare a scuola vestito come sei e con il trucco sbav—», non fece in tempo a finire la frase che Hayden si era già alzato dal letto e fiondato in bagno, urlandogli che era uno stronzo.

«Lo so, ma lo faccio per il tuo bene», replicò lui, uscendo poi dalla camera di suo fratello.

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora