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Alla fine i messaggi che si era scambiato con Cole avevano riportato la verità: era sul serio raffreddato. Dopo aver vomitato persino l'anima, suo fratello gli aveva fatto misurare la febbre e aveva scoperto essere piuttosto alta, motivo per cui continuava a sentire brividi in tutto il corpo.

Certo, l'alcool ingerito aveva fatto il suo lavoro nel renderlo quasi del tutto incapace di pensare e agire normalmente, ma anche il freddo della sera prima aveva aiutato a farlo stare ancora più male, obbligandolo a rannicchiarsi sotto alle coperte al caldo e imbottito di medicinali.

Aveva passato tutta la domenica nel letto a provare a chiudere gli occhi per dormire un po', ma aveva sonnecchiato poco e niente nonostante tutte le medicine che aveva ingerito e ai messaggi da parte di Cole che gli consigliavano di riposarsi al meglio quindi adesso si sentiva sempre più stanco e stordito.

Era lunedì mattina e aveva dormito sì o no quattro ore, giusto il tempo di smaltire totalmente il medicinale e vomitare ancora una volta. Cosa avesse rimesso era ancora da capire, dato che non aveva toccato cibo dal giorno prima.

Ora, alle cinque e tredici minuti, era sveglio, ma stanco morto con delle profonde occhiaie, la pelle lucida e pallidissima e un atroce mal di testa che continuava a martellargli incessantemente contro le tempie e la fronte.

Si rigirò per l'ennesima volta nel letto, stringendo tra le braccia uno dei suoi tanti cuscini mentre con un piede scalciò una coperta di pile in fondo al materasso poiché percepiva il corpo bruciare e aveva tanto, troppo caldo, tant'è che si sentiva soffocare sotto a tutte quelle trapunte.

Dalle sue labbra screpolate e leggermente violacee fuoriuscì un sospiro fiacco poi socchiuse gli occhi e vide l'ora che si era fatta dalla sveglia sul suo comodino quindi emise un piccolo grugnito, massaggiandosi le palpebre e pensando che facendo così si sarebbe rimesso a dormire, ma non successe.

Solo dopo quasi un'ora riuscì finalmente ad addormentarsi, ma nemmeno mezz'ora dopo suo fratello venne a fargli visita per sapere se fosse o meno andato a scuola.

Hayden mugugnò qualcosa di impercettibile e impossibile da capire poi scosse piano il capo, non riuscendo nemmeno ad aprire gli occhi per la stanchezza, «N-non ho dormito niente», tossicchiò infine, nascondendo la testa sotto al cuscino, sperando di dormire ancora qualche altra ora.

«Stai a casa che è meglio. Ti preparo una tazza di thé e miele quindi vedi di berla e poi più tardi prendi le medicine, okay?», Sebastian accarezzò delicatamente la schiena al fratello poi emise un debole sospiro ed infine gli lasciò un piccolo bacio sulla nuca, «Dormi piccolo.»

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora