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«Sono tuo padre quindi se ora ti ordino di uscire da questa stanza e di andare in biblioteca a studiare, tu ci vai!», urlò Bruce Powell, dopo aver trovato suo figlio al cellulare piuttosto che con la testa sui libri.

Cole sbuffò esasperatamente poi si mise su un fianco — era sdraiato sul letto —, continuando a spulciare il profilo di quella ragazza e dando la schiena a suo padre. L'uomo strinse i pugni lungo i fianchi per la rabbia poi con passi decisi, si avvicinò a suo figlio e con una forza inaudita gli diede uno scappellotto che gli fece picchiare la testa contro il suo cellulare e mugugnare per il dolore.

«Prima cosa: tu non mi volti le spalle. Seconda cosa: se vuoi ancora usare il tuo cellulare, ti consiglio di andare a studiare in biblioteca. Terza cosa: prova a disubbidirmi e vedi te come ci giocherai ancora a football.»

Bruce era furibondo. Suo figlio era uno scansafatiche che pensava solamente a divertirsi e proprio per quello rischiava di perdere l'anno scolastico. Cole era il contrario di Cameron, che pur giocando a football e uscendo tutti i sabati a divertirsi con le ragazze — questo prima di fidanzarsi con Elizabeth —, aveva sempre studiato e aveva sempre portato a casa pagelle con ottimi voti. Cole invece era un caso perso. Persino Cameron aveva provato in ogni modo a spronarlo a finire l'anno scolastico senza venir rimandato, ma inutilmente, anche perché non ascoltava mai.

Il ragazzo si voltò verso suo padre con le guance rosse dalla rabbia, continuando a massaggiarsi la nuca dolorante.

«Va bene, vado!», sbraitò adirato poi si alzò dal suo letto, afferrò lo zainetto nero e uscì dalla sua camera, dando una spintonata a suo padre che lo fece solamente incavolare di più.

«Scordati di uscire questo sabato sera — proferì a denti stretti —. Più continuerai a comportati in questo modo e più io ti punirò quindi vedi di darti una regolata.»

Cole fece spallucce poi in fretta e furia uscì da casa, sbattendo con violenza la porta mentre si metteva lo zaino in spalla e cercava di non pensare a tutti gli insulti che gli stavano passando nella sua mente da rivolgere a suo padre e a suo fratello. Scrollando le spalle, si diresse velocemente verso la biblioteca con il viso contratto in una smorfia minacciosa.

Stava incominciando a detestare suo padre. Lo paragonava sempre a Cameron, come se lui non avesse mai sbagliato nella sua vita. Come se lui fosse perfetto in tutto quello che faceva, quando non era assolutamente vero. Anche lui si era comportato malissimo con loro padre nella sua adolescenza, ma lui era sembrava essere giustificato. Da cosa poi?? Dal fatto che loro madre li aveva abbandonati?? Anche lui aveva sofferto per quell'abbandono, non solo Cameron, ma tutti sembravano dimenticarselo.

«Chissà se Brian può ospitarmi per stasera a casa sua... Non ho voglia di vedere mio padre», pensò ad alta voce il ragazzo, bloccandosi poi in mezzo al marciapiede, quando vide la ragazza di instagram passare dall'altra parte della carreggiata mentre i suoi lunghi capelli biondo svolazzavano nell'aria.

«Ehi, tu!»

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora