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Hayden infilò nello zaino il libro di matematica mentre ascoltava sua cugina parlare della festa a cui aveva partecipato insieme al suo ragazzo.

«Saresti dovuto venire anche tu! Sai quanto ti saresti divertito? C'erano un sacco di ragazzi gay alla festa», si lamentò Alice, ripensando a come suo cugino aveva rifiutato la sua proposta per poter passare la serata insieme a suo fratello, davanti alla televisione a guardare stupidi film.

Il ragazzo roteò gli occhi mentre dalle sue labbra rosee uscì un sbuffo annoiato, «Sono fidanzato anche io, o te ne sei già dimenticata?», rispose, chiudendo il suo armadietto con un forte suono metallico. Prima o poi l'antina dell'armadietto si sarebbe staccata dai chiavistelli a fuori si sbatterlo con forza, al posto di chiuderlo normalmente.

Alice assottigliò gli occhi poi scosse il capo, «Giusto... Sei fidanzato con lui. Quando gli dirai la verità? Hays, non puoi continuare a mentirgli in questo modo. Okay, che mi sta sul cazzo, ma prima o poi si accorgerà che là sotto non c'è una vagina, ma un pene eh.»

Hayden sospirò pesantemente, socchiudendo appena gli occhi mentre un groppo gli si formò in gola; sapeva perfettamente che prima o poi dovrà dirgli la verità, ma continuava ad aver paura della sua reazione. E se incominciasse a disprezzarlo? E se iniziasse ad odiarlo?

«Glielo dirò... Solo, non so quando...», biascicò lui con un filo di voce, salendo le scale che portavano sul tetto — anche s'era vietato andarci — insieme a sua cugina, la quale gli rifilò subito un'occhiataccia che gli gelò il sangue nelle vene.

«Hayden...», la ragazza marcò bene il suo nome, stringendo i pugni lungo i fianchi, «Devi dirglielo. "Non so quando" non dovrebbe nemmeno esistere sul tuo vocabolario. Diglielo oggi. Domani, ma non aspettare troppo perché così facendo manderai a puttane ogni cosa.»

Hayden non fiatò. Non disse nulla. Sentiva solamente i battiti del suo cuore aumentare e il groppo in gola farsi sempre più soffocante, all'idea di dovergli confessare ogni cosa. Di dovergli parlare della sua identificazione come genderqueer e spiegargli cosa significava.

Aveva paura. Così tanta paura che le sue ginocchia cedettero per alcuni secondi, ma, per fortuna, riuscì a non darlo a vedere a sua cugina, appoggiandosi contro il muro per cercare di calmarsi, dato che stava tremolando.

«Glielo dirai, sì o no?», domandò Alice dopo pochi minuti, facendo gli ultimi gradini che la separavano dalla porta per il tetto.

«Non ora... Ti prego», farfugliò il ragazzo, portandosi una mano alla gola. Non riusciva a deglutire talmente percepiva un nodo stretto intorno al suo collo. Mi sento male. Vorrei non aver mai accettato la richiesta di Cole di messaggiare. Vorrei aver avuto le palle di fare subito coming out con lui.

«Senti, Hayden, ma vaffanculo! Sai vero che te ne pentirai? Non è giusto continuare a mentirgli. Devi dirglielo. So che ti spaventa l'idea, ma più continuerai a mentirgli e più ti verrà difficile parlargliene! Lo dico per il tuo bene, già stai male adesso, non mi immagino quando lo scoprirà», sbottò la ragazza, facendo inevitabilmente spalancare gli occhi a suo cugino che non si sarebbe mai aspettato quella reazione da lei, «Io vado a mangiare con Holly. Ciao», detto quello scese le scale, lasciandolo da solo davanti alla porta per il tetto della scuola e con le lacrime agli occhi.

«Alice...», singhiozzò Hayden con un filo di voce e il cuore a pezzi, accasciandosi sull'ultimo gradino per poi rannicchiarsi su se stesso, nascondendo la testa tra le ginocchia mentre le lacrime continuarono a solcargli il viso come un fiume in piena.

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora