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Hayden spalancò gli occhi scioccato; si era completamente dimenticato della punizione e del fatto che sarebbe durata ancora per due giorni e che lui avrebbe dovuto passare i pomeriggi con Cole.

Ma come avrebbe fatto? Non si reggeva nemmeno in piedi. E poi come avrebbe spiegato a Cole che anche lui era raffreddato senza destare sospetti? Dannazione, era nel pallone!

Stava male, ma doveva andare a scuola per non suscitare sospetti, però allo stesso tempo non aveva idea di come nascondere il suo malessere a tutti ma soprattutto a Cole.

Esalando un profondo respiro — anche se gli era servito a ben poco poiché il suo malessere era ancora lì a tormentarlo —, si alzò dal suo letto poi issandosi sulle sue gambe indebolite, si affrettò (si faceva per dire) a raggiungere il bagno per farsi una doccia e lavar via l'influenza.

Traballò ad ogni passo, si trascinò appoggiandosi contro alla parete della sua stanza e successivamente al suo armadio, ma alla fine riuscì ad entrare in bagno.

Passò una decina di minuti sotto al getto dell'acqua calda, cercando di eliminare i segni della stanchezza e dell'influenza. Mentre con la mente in uno stato confusionale, provò a pensare a cosa fare e dire in caso Cole si fosse accorto del suo malessere, senza, però, trovare niente di particolarmente convincente.

Una volta che fu fuori dal box doccia, si guardò allo specchio e si spaventò nel vedere il suo riflesso. Aveva un aspetto orribile, proprio come aveva detto Sebastian il giorno prima.

Era pallido come un cencio. Le occhiaie erano molto evidenti e sempre più scure e profonde. Le labbra sottili avevano perso quasi del tutto il rosato acceso che gliele contraddistingueva ed erano molto screpolate.

Si passò la lingua sul labbro superiore su cui si aprì un piccolo taglietto che gli provocò n leggero bruciore, poi prendendo dal suo beautycase un burracacao, se ne spalmò una buona quantità su tutta la bocca.

Successivamente si tamponò i capelli per poi asciugarli col phon, giusto per evitare di avere in testa la criniera di un leone, dato che gli aveva spesso gonfi di natura.

Dopo essersi vestito a fatica, troppo stanco e senza forze per farlo più svelto, si truccò con moltissimo fondotinta così da coprire le sue occhiaie poi infilò dei libri a caso nel suo zainetto ed infine uscì dalla sua camera, cercando di tenere un passo normale.

«Seb», tossì Hayden, attirando così l'attenzione del fratello, il quale era intento a indossare il suo cappotto rosso mattone pronto per uscire di casa, «M-mi porteresti a scuola?», strascicò le parole a fatica, esalando poi un profondo respiro.

Il maggiore strabuzzò gli occhi incredulo, «Ma stai scherzando? Ti reggi a stento in piedi e tu vorresti andare a scuola? Non se ne parla», replicò con autorità, ma lo faceva per suo fratello e la sua salute.

«Non posso saltare questi giorni di scuola. Ho una punizione da scontare co—»

«Con quel ragazzo che ti piace? È per questo che rischieresti di peggiorare la tua salute? Per un ragazzino?», Sebastian si passò una mano nei riccioli biondi poi sospirò, avvicinandosi al fratello e appoggiando entrambe le mani sulle sue spalle leggermente incurvate in avanti, «Stai a casa. Chiamo la scuola e avviso che non stai bene, va bene?»

Hayden scosse piano il capo, mordicchiando l'interno guancia, «No, devo andare. Prenderò le medicine durante la pausa intervallo e a pranzo e tutto andrà per il meglio.»

Sebastian si lasciò sfuggire dalle labbra un altro sospiro snervato, «Lo spero per te perché se dovessi peggiorare, ti ammazzo io altro che l'influenza.»

Il biondo ridacchiò leggermente, «Okay!»

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora