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Il ragazzo biondo era appena uscito di casa per andare a prendere Hayden, quando si sentì strattonare da un braccio e poi gridare nelle orecchie il suo nome. Cosa vuole ora? Perché non può mai uscire di casa senza prima stare a sentire tutte le loro stupide raccomandazioni?

«Aspetta Cole, usciamo con te!», strillò Elizabeth Evans con indosso un vestito nero molto elegante con lo scollo a cuore mentre avvolgeva le sue dita intorno al polso del fratello del suo ragazzo.

Cole strabuzzò subito gli occhi per lo sgomento. Suo fratello Cameron e Lizzy a cena con loro? Ma neanche per sogno, cazzo.

«Cosa? No! Devo andare a prendere Hays che stasera festeggiamo», sbraitò lui, dandosi poi mentalmente uno schiaffo in faccia per avere lasciato trapelare informazioni sulla sua serata che era meglio se avesse tenuto per sé perché sicuramente adesso Elizabeth vorrà sapere ogni cosa.

«Festeggiate che cosa?», la ragazza arcuò un sopracciglio mentre sulle sue labbra carnose e rosse nacque un sorrisetto compiaciuto. Voleva assolutamente sapere quale evento avrebbero festeggiato quella sera.

Il ragazzo sbuffò sonoramente, alzando gli occhi azzurri al cielo con esasperazione; si era fottuto da solo. «Due settimane insieme quindi vi pregherei di non seguirmi», replicò con fare scocciato poi controllò l'ora sul suo cellulare e vide che mancavano venti minuti alle otto.

Se non si sbrigava, sarebbe arrivato in ritardo all'appuntamento con Hays e lui non voleva di certo farle pensare che gli aveva dato buca perché, per all'appunto, non era così.

«Non possiamo fare una cena a quattro? Vorrei tanto conoscerla di persona», Elizabeth fece la sua espressione da cane bastonato, che tra l'altro aveva successo solo con Cameron, mentre strattonava il ragazzo da un braccio per cercare di convincerlo.

Cole si lasciò sfuggire dalle labbra dischiuse un sospiro snervato, non poteva cedere davanti a quegli occhioni scuri, «Lizzy... Ti prego, no...», biascicò, distogliendo poi lo sguardo dalla sua giovane cognata che finse di piagnucolare contro la sua spalla.

«Dai, sarà divertente! "I Powell a cena insieme con le rispettive fidanzate", non suona elettrizzante come cosa?», provò a convincerlo nuovamente, sporgendo poi il labbro inferiore in fuori e cercando in ogni modo di incrociare il suo sguardo perché Elizabeth sapeva che nemmeno il minore di Powell riusciva a resistere ai suoi occhi e alla sua espressione da cucciolo, anche se lui continuava a negare.

«No, per niente», rispose secco il ragazzo, staccandosi di dosso Elizabeth che batté i piedi per terra come una bambina piccola e incrociò le braccia al petto con un'espressione carica di delusione dipinta sul volto. Anche se fai così, Lizzy, io non ci casco.

«Eh? Perché?», il labbro inferiore della corvina incominciò a tremolare, anche se dentro di sé la ragazza stava ghignando perché sapeva di avercelo quasi in pugno.

Cole roteò gli occhi perché Lizzy sapeva benissimo come fosse fatto il suo ragazzo e che era un campione nel mettere in imbarazzo gli altri, «Perché so già che Cam cercherà di mettermi in imbarazzo o di far sentire fuori luogo Hays con le sue stupide battutine!»

Elizabeth portò entrambe le mani davanti al suo petto e le fece combaciare tra loro poi assunse un'espressione intensa, «Prometto che non farà nessun commento, nessuna battutina. Promesso», marcò la sua promessa, sperando in una risposta positiva perché voleva proprio conoscere Hays.

Il ragazzo scosse il capo in segno di negazione; non voleva che suo fratello e Elizabeth si unissero alla sua cena con Hays perché se lo sentiva nel cuore che avrebbero fatto di tutto per mettere entrambi in imbarazzo, più Cameron che lei. «Lizzy, sorellona, non voglio arrivare in ritardo all'appuntamento quindi posso andare?»

«Ti lascio andare solo se ci dai il consenso di venire a cena con voi due», gli occhi di Elizabeth brillarono di eccitazione, «Sarà super divertente. E se Cameron dovesse mettervi in imbarazzo, ci penso io a castrarlo.»

«Eh? Perché adesso vuoi castrarmi?», domandò Cameron, dopo essere uscito anche lui da casa, con le sopracciglia aggrottate e la voce sorpresa, ma in modo negativo perché non capiva cos'avesse fatto per fare arrabbiare Elizabeth.

La ragazza corvina gettò le braccia al collo del suo ragazzo e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra ancora socchiuse, «Non ti voglio castrare, amore mio, ma per favore non mettere in imbarazzo tuo fratello o la sua fidanzata, stasera.»

Lui inclinò la testa di lato poi guardò suo fratello con un'espressione da pesce lesso sul volto, «Mi sono perso qualcosa? Dobbiamo uscire con Cole e la sua tipa?», domandò infine alla sua fidanzata.

Cole alzò le braccia in aria con fare teatrale mentre i suoi occhi rotearono per l'ennesima volta in quei minuti, «Vedi? Lascia perdere, Lizzy. Bene, ciao, Adios!»

«No, tu rimani qui fin quando non accetterai», la ragazza attanagliò un polso di Cole e lo tenne fermo davanti alla porta di casa quando lo vide provare a scappare da loro, «Ti prego.»

Il ragazzo si passò le mani nei capelli con esasperazione poi annuì voracemente, essendo arrivato al suo limite di sopportazione. Volevano rovinargli la serata? Bene, ma se dovessero davvero mandare all'aria il suo rapporto con Hays, lui non rivolgerà più la parola ad entrambi e quella era una promessa che avrebbe certamente mantenuto.

«Okay! Va bene! Sì, ma ti prego lasciami che devo andare a prenderla.»

Cameron si scambiò un sorriso con la sua ragazza che aveva incominciato a strillare con esultazione, «Ti accompagniamo noi, fratellino. Mi sembra il minimo.»

«Giuro su Dio che se mi rovinate la serata, non vi parlerò mai più», Cole mise subito in chiaro le cose e nonostante fosse conscio del fatto che le sue parole fossero uscite più come una minaccia che come un'avvertenza, voleva che se lo ficcassero per bene in testa.

«Faremo i bravi, promesso», ribatté Elizabeth, baciandolo su una guancia per poi incamminarsi verso la macchina di Cameron, parcheggiata davanti al vialetto di casa.

«Di te mi fido abbastanza, Lizzy. È di Cameron che non mi fido per un cazzo», lanciò un'occhiataccia a suo fratello che ricambiò, mostrandogli il dito medio e facendo spallucce.

«Che stronzo! Non ti farò fare brutta figura, tranquillo. Ora andiamo! Devi solo darmi il suo indirizzo», esclamò lui in risposta, dandogli poi una pacca sulla schiena che lo fece mugugnare dal dolore improvviso.

«Sì, okay.»

«Evviva! Sono contenta», solo tu, Lizzy perché io avrei preferito passare la serata solamente con la mia ragazza, ma ovviamente non posso con voi due nei dintorni. E in questo caso a cena con noi.

Girlish [Youth Series ~ Book #18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora