-- Capitolo 11 -

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- GIORGIA. -

Mi volto di nuovo verso Giacomo che non ha ancora smesso di guardarmi. Non mi piace che mi fissi, nessuno gli ha insegnato che è maleducazione fissare le persone? Lo guardo pronta a ribattere, ma mi perdo nei suoi occhi.

I suoi occhi sono davvero belli. <<Wow.>> Mi sfugge dalla bocca e poi ridacchio.

Ridacchio come una completa stupida, ma non riesco a fermarmi. Non per questo smetto di guardare quegli splendidi occhi azzurri. Dovrebbe iniziare a indossare degli occhiali da sola anche di notte.

Giacomo mi sta guardando divertito.<<Wow?>>

Gli prendo il viso tra le mani sentendo l'accenno di barba sulle guance. <<Non montarti la testa, Medusa uomo.>>

<<Andiamo a casa.>> dice ridacchiando.

Sorrido entusiasta davanti alla sua espressione. Sta ridacchiando? Forse ha bevuto troppo anche lui. Io sicuramente ho bevuto, non posso negarlo. Ovviamente non lo dirò, da quel sorrisetto penso proprio che stia ridendo per me, però è bello. I suoi occhi sono divertiti e sereni e mi piacciono. Potrebbe sorridere più spesso, anche se forse è meglio di no perché le ragazze impazzirebbero. Io impazzirei. No, non posso impazzire per così poco, sarebbe stupido.

<<Caro?>> chiedo preoccupata per la mia amica.

<<Tom la porterà a casa. >> dice girandosi verso il barista. <<Vero?>>

Mi volto e il ragazzo annuisce davanti al mio sguardo indagatore. <<È in buone mani.>>

Sembra sincero e mi sembra che Caro sia un po' brilla. Forse dovrei farlo presente a Jack, anche se credo che lo sappia già. Non la lascerebbe mai da sola se fiutasse del pericolo, non mi è sfuggito il suo senso di protezione nei confronti di Caro e Cam.

Annuisco per poi guardare Jack. <<Bisogna avvisare Sandro.>>

<<Ce la fai a camminare, Scricciolo?>>

<<Certo!>> esclamo alzandomi, ma mi deve sostenere al primo passo.

Forse non ha tutti i torti. Mi libero dalla sua mano e vado in fretta al tavolo degli altri.

Ci vedono arrivare e io ridacchio davanti alle loro facce sorprese. Spostano lo sguardo da me al ragazzo e vedo Stefano aggrottare la fronte confuso. Oh caro mio, non sei il solo confuso. In realtà sono più confusa sul suo modo di vestire e di comportarsi. Forse è gay? Dovrei chiederlo. Potrei intavolare un discorso adesso, ma... no, non ho proprio voglia perché non so se riuscirei a tenere in piedi un discorso.

Apro la bocca, ma Camilla mi parla sopra. <<Caro?>>

<<Con Tom.>> affermo fiera.

Infondo è anche merito mio se ora gli occhi color cioccolato di Tom sono tutti per la brunetta.

Lancia un'occhiata al suo amichetto di fianco a me. <<E voi due?>>

Ridacchio a quella domanda. Hanno già capito che fra me e Giacomo non scorre buon sangue, anche se il suo braccio è intorno alla mia vita. Sembra quasi un segno di affetto. Ho cercato di spostarlo, ma ha insistito e a me in realtà serve una mano. Non voglio sbattere da nessuna parte. Mi fa anche piacere, lo ammetto almeno a me stessa.

<<Gio?>> dice il mio coinquilino.

Sorrido a Sandro perché sta guardando stranito come mi appoggio a Giacomo. Ne farei volentieri a meno, ma so che cadrei a terra come una pera cotta. Forse ho esagerato, ma la mia mente non si spegne. I miei pensieri si perdono fra i miei problemi e scuoto immediatamente la testa.

Pessima scelta.

<<Bisogna portarla a casa.>> dice Giacomo.

<<Lascia fare a me.>> dice Sandro alzandosi in piedi.

<<Non c'è bisogno.>> dico immediatamente indietreggiando di un passo e appoggiandomi allo schienale di una sedia con la mano. <<Posso prendere un taxi, o forse è meglio andare a piedi. L'aria fa bene, giusto? Poi devo schiarirmi le idee, o forse no. Meglio che non pensi troppo.>>

Mi volto pronta per andare di nuovo da Tom, ma Sandro mi blocca prima che io possa fare un altro passo e cadere.

<<Andiamo a casa.>> dice guardandomi affettuosamente.

<<Non voglio rovinarti la serata.>> dico dispiaciuta e sento persino le lacrime agli occhi.

Mi sorride rassicurante. <<Avevo intenzione di andare via.>>

<<Davvero?>>

Annuisce convinto. <<Ti va di andare via insieme?>>

Lancio un'occhiata agli altri e mi soffermo per qualche istante di troppo su Giacomo. Assottiglio lo sguardo mentre lui mi guarda prima divertito e poi aggrotta la fronte. Ho qualcosa sul viso? E perchè, poi, non si mette un paio di occhiali da sole? Se vuole glieli presto io, non dovrebbe andare in giro con quegli occhi.

Mi avvicino all'orecchio di Sandro <<Attento a Medusa uomo.>>

Si allontana guardandomi stranito. <<Lo conosco?>>

<<Credo di essere io.>> dice Giacomo divertito.

Gli altri scoppiano a ridere e io sbuffo incrociando le braccia al petto. <<Non sto mentendo!>>

Come hanno fatto a sentirmi? Io ho parlato a bassa voce a Sandro, credo. Ho bevuto un bicchiere di troppo. Cavolo!

Cam si alza continuando a ridere. <<Non vedo l'ora di dirtelo quando sarai lucida.>>

<<Sono lucida!>>

<<Andiamo a casa.>> dice Giacomo mettendomi una mano sulla schiena. <<Ti serve una bella dormita.>>

Assottiglio lo sguardo, per poi girarmi verso Sandro e puntandogli un dito al petto. <<Non guardarlo negli occhi.>>

<<Tu l'hai appena guardato.>>

Ci penso qualche secondo e poi mi volto verso Giacomo studiando per qualche istante la sua espressione. Istanti che si dilatano quando vengo catturata dai suoi occhi. Cavolo sono davvero belli! Sono ancora più belli ora che mi guardano sorridenti. Ora che ho una sua mano sulla mia schiena che mi irradia calore. Troppo calore.

<<Gio.>> mi richiama ridacchiando Cam. <<Sei rimasta pietrificata da Medusa uomo?>>

<<Quasi.>> affermo decisa. <<Però a me non inganna.>> sorrido soddisfatta. <<Stai attento comunque.>>

<<Per quale motivo non ti inganna?>>

Ci penso. Perché? Non credo di avere la risposta. <<Forse non vuole pietrificarmi.>> mi volto verso Giacomo. <<Puoi deciderlo?>>

Scoppia a ridere e io mi perdo nella sua risata. <<Credo che sia proprio il momento di andare a casa.>>

Che bella risata. <<Stai ridendo!>>

Altre risate anche dagli altri, ma io mi perdo prima nei suoi occhi sorpresi e poi allegri. È bello quando è divertito. Cavolo mi piace! Non ero attratta da Sandro? No, non posso continuare a mentire perchè l'ho capito che il mio coinquilino è più come un fratello per me.

<<Gio, andiamo.>> dice Sandro allungandomi cappotto e borsa. <<Domani mi dovrai spiegare molte cose.>>

Lo guardo dritto in quegli occhi gentili, ma non voglio dirgli cos'è successo in camera prima di uscire. Quelle lacrime non avrebbe dovuto vederle. Di solito sono cosí brava a mostrarmi sorridente, a mostrarmi forte davanti agli altri. Non voglio che sappia quelle cose, non voglio parlarne.

Lo abbraccio di slancio stringendolo forte. <<Sto bene.>>

Ricambia l'abbraccio, per poi scostarmi piano e sorridermi dolcemente. Mi sistemo il cappotto e mi spinge verso l'uscita del locale.


Sotto il cielo di Milano [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora