- GIORGIA. -
Il campanello suona, ma io ho le mani impegnate a cucinare. Sandro se ne sta comodamente sdraiato sul divano a guardare la televisione facendo finta di niente. Si è offeso quando l'ho cacciato dalla cucina, ma stava facendo solo danni. E lo stava facendo di proposito. Il suo intento era quello di andare a vedere non so quale partita e io, presa dallo sfinimento, l'ho assecondato.
Sta guardando qualche sport, sento le tipiche telecronache sportive che mi hanno sempre messo sonno.
<<Potresti aprire?>> chiedo gentilmente. Lui mi guarda, ma poi fa finta di niente. <<Sandro! Sappiamo entrambi che non volevi cucinare.>>
Lui si volta con un sorriso colpevole, ma birichino. Ridacchia e finalmente va ad aprire la porta.
Cam e Caro si fanno largo per prime fiondandosi verso di me e abbracciandomi.
La biondina si appoggia al bancone al mio fianco, mentre l'altra prende posto su una sedia. Fanno il loro ingresso anche gli altri e cerco in tutti i modi di non dare alcuna importanza al moretto dagli occhi di ghiaccio, ma è più forte di me.
I miei occhi scorrono sulla sua figura fasciata in jeans scuri e una maglietta chiara a maniche lunghe che gli sta fin troppo bene. Appoggia la giacca di pelle sullo schienale del divano e prende posto accanto a Sandro. Si alza le maniche fino ai gomiti e io non posso fare a meno di far scivolare lo sguardo sulle sue braccia.
Ho la sensazione che l'altra sera al Shok ho detto qualcosa di troppo, ma non ricordo. Dannazione ricordo la metà di ciò che è successo! Dovrei chiedere, ma non ho il coraggio, non vorrei aver fatto qualche figuraccia.
Sandro al mattino non mi ha detto nulla, non mi ha chiesto niente, cosa che invece credevo avrebbe fatto. Forse aspetta che sia io a parlargli, ma non mi va e poi non credo che gli interessi. Il mio coinquilino mi ha solo detto di avermi portato a casa perché avevo bevuto troppo, ma non si è sbilanciato oltre.
Guardo anche gli altri ragazzi: Stefano indossa dei pantaloni blu scuro e una camicia bianca, mentre Simone dei jeans scuri e una camicia nera. Nessuno ha i capelli sistemati, tranne Stefano ovviamente. Verso di loro, però, non provo alcun imbarazzo. Giacomo mi manda in tilt il cervello e devo impegnarmi per non fare figuracce. Anche Sandro ha degli abiti che non sono certamente da casa. Come ho fatto a non accorgermene prima? Sandro non indossa mai camice in casa. Non possono essersi vestiti cosí solo per una cena informale da noi.
Mi volto verso le ragazze che indossano entrambe un abito: la bionda di un bel vinaccia a maniche lunghe, mentre Caro nero con piccoli inserti verdi.
Non è possibile che si siano vestite così solo per la cena per Simone. Una settimana e quel ragazzo partirà per Porto fino a giugno. Ha fatto bene a fare richiesta per l'Erasmus, farei sei mesi all'estero volentieri anche io, ma non ho fatto in tempo per la richiesta. Mi mancherà tantissimo! Mi sono affezionata così in fretta a lui che mi sembra incredibile e mi spiace che non rimanga qui, anche se sono felice per lui. Essere preso in Erasmus e poter andare via sarebbe fantastico.
Quando partirà, io non potrò esserci perché dovrò fare la babysitter alla piccola peste del mio padrone di casa. Mi dispiace tantissimo non esserci alla festa che Cam e Caro stanno organizzando a sua insaputa, ma proprio per questo ho organizzato questa cena.
<<Perchè siete vestiti in questo modo?>> chiedo interrompendo le chiacchiere delle ragazze. <<Potevate venire anche in pigiama.>>
Cam scuote il capo. <<Dopo dobbiamo uscire.>>
<<Non siete troppo eleganti per andare al Shok?>>
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Sotto il cielo di Milano [Completa]
RomantizmMilano è una città piena di studenti e vita. Tutto ha inizio a gennaio, quando Alessandro é costretto a trasferirsi in un nuovo appartamento a causa del suo migliore amico. La coinquilina é Giorgia e insieme alle sue due migliori amiche entreranno n...