-- Capitolo 36-

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-MARTA. -


Mi allontano di un passo da Sandro.
Quando l'ho visto sotto casa mia, sotto la pioggia che chiedeva di me, il mio cuore ha preso a battere all'impazzata. Dopo la telefonata di mia madre ero a pezzi, mio padre non migliora e i medici non sembrano avere molte speranze. La voce di Sandro, però, mi ha risollevato il morale, come la sua vista. Vederlo davanti a me, da solo, che cercava me e basta, mi ha fatto stare bene. Lui mi fa stare bene quando mi guarda con quegli occhi azzurri sereni e gentili, potrei vivere dei suoi sguardi.

Appena aperta la porta avrei voluto saltargli addosso, ma ero cosí sorpresa che sono rimasta immobile, incapace di fare qualsiasi cosa. Nessun ragazzo mi ha mai cercato, ma forse la mia mente ha divagato troppo. Ho frainteso tutto?
La mia coinquilina ha rovinato il momento, o forse mi ha solo fatto tornare alla realtà. Inoltre Sandro quel bacio -castissimo bacio- poteva risparmiarselo. È stato con la mia coinquilina! Tra tutte le persone, proprio con lei è dovuto andare.

«Ci sei andato a letto?» chiedo sospirando.

«Chi?»

«La mia coinquilina.» rispondo mordendomi l'interno guancia nervosamente. «Ci sei andato a letto?»

«No.»

Tiro un sospiro di sollievo. Pensavo che uno dei gemiti sentiti in questi anni fossero i suoi e non ce l'avrei fatta. Il problema è che si conoscono, chiaro come il sole che quei due qualcosa insieme hanno fatto. Per la stronza, Sandro non è stata la prima volta che lo vedeva e lui... il suo volto ha detto tutto.

«Ci hai fatto qualcosa?> chiedo.

Lo guardo dritto negli occhi e mi rendo conto di star trattenendo il fiato. Prego che non mi menta perchè lo so che fra loro c'è già stato qualcosa.
Spero che non mi menta, che sia sincero fino in fondo. Non voglio essere presa in giro, non da lui.

«Ci siamo visti in un bar.»

Non vorrei sentire altro, ma devo sapere. «Cosa è successo?»

«Perchè lo vuoi sapere?» ribatte subito con un cipiglio infastidito.

Bene, se non vuole rispondere a questa che risponda alle altre. «Cosa ci fai qui?»

«Marta...»

Si ferma, come se le parole non riuscissero ad uscire dalla sua bocca.
Cosa dovrei capire? Ha detto solo il mio nome e questo non risponde a nessuna domanda. Non so cosa vuole da me, non so cosa ha fatto con la mia coinquilina e non so perchè mi abbia baciato prima. Era sotto casa mia chiedendo di me e ora non vuole dirmi nemmeno il motivo.

«Cosa significava quel bacio?» Mormoro.

«Significa che voglio baciarti.»

È sincero, ma io non so cosa fare. «Non prendo gli scarti della mia coinquilina.»

Sospira passandosi una mano dietro il collo. Non sa cosa fare, cosa dire. Mi viene da sorridere davanti alla sua espressione smarrita, ma non lo faccio perchè sono troppo confusa.
Vuole baciarmi e anche io voglio che lo faccia. Voglio che faccia molto di più rispetto ad uno stupidissimo sfioramento di labbra, ma non so se sia la scelta giusta lasciarmi andare.

«Vuoi la verità? Bene.» dice puntando il suo sguardo nel mio con una tale fermezza da farmi quasi tremare. «La tua coinquilina mi ha fatto un lavoretto di bocca e ti posso assicurare che non è nemmeno brava. No, decisamente ho ricevuto di meglio.» l'ultima frase poteva risparmiarsela, ma a quanto pare non ha finito. «Sono qui perchè voglio vederti, voglio baciarti, voglio fare di tutto. Sono qui perchè ho resistito anche fin troppo e ora se non ti interesso cacciami via. Sono attratto da te, cazzo se lo sono!» esclama passandosi ancora una volta la mano dietro il collo per poi indicarmi. «Mi ecciti pure con una tuta!»

Sotto il cielo di Milano [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora