-- Capitolo 73 -

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- GIORGIA -

Tutto mi sarei aspettata, ma non di passare una mattinata con Jack a fare colazione tranquillamente, soprattutto quando avrei dovuto passare la mattina insieme al mio ex ragazzo. Lorenzo voleva solo provarci, non gli interessava altro. Probabilmente il suo obbiettivo era solo quello di portarmi a letto ancora una volta.

Ora mi trovo qui, da Arnold Coffe a bere il mio cappuccino con super zuccheri e a parlare serenamente con Giacomo. É venuto in questo posto solo per me e si è accontentato di un biscotto, al posto di portarmi in un bar qualsiasi e fare la sua colazione preferita: caffè e cornetto al miele. Si è ricordato che qui prendo il cappuccino al caramello con panna montata sopra e si è persino ricordato che ci metto tanta cannella. Non pensavo che se ne fosse reso conto.
Scoppio a ridere appena finisce di raccontarmi della quarta superiore quando Sandro in gita ha rimorchiato una russa che l'ha seguito poi per due giorni.

«Alla fine cosa ha fatto?»

«Sono intervenuti i professori.» risponde con un sorriso divertito spalmato sul viso. «Lui era minorenne e lei lo perseguitava, sul serio, è venuta persino a bussare alla porta della nostra camera.»

«Non ci credo!» esclamo continuando a ridere. «Lo devo dire a Marta.»

«Sandro ha sempre avuto un debole per le straniere.»

Ridacchio immaginandomi già la faccia della mia amica. «Marta qualche parola in russo la conosce, potrebbe piacere a Sandro.»

«Lo farebbe eccitare di più.»

Divento paonazza e ridacchio tra un misto di divertimento e imbarazzo. Toccare questo discorso con lui è parecchio strano, la nostra situazione è strana, assurda. Ci sono andata a letto una volta, ma lo rifarei anche ora, in questo momento, se solo non si stesse frequentando con Caterina.

Vorrei chiedergli qualcosa, ma ho paura di rovinare questa splendida mattinata. Posso essere anche arrabbiata con lui, ma poi mi basta un suo sorriso sincero e sono ai suoi piedi. Mi basta un suo sguardo e sono persa.

Sono un caso perso.

Cala il silenzio fra noi mentre un gruppo di ragazze sale le scale facendo baccano. Ridono fra loro e si siedono nel tavolo di legno vicino alla ringhiera. Una di loro si accorge di Jack e tira una gomitata all'amica. Si richiamano l'un l'altra fino a quando tutte e sei si voltano verso di noi, ma la loro attenzione è solo per il ber morettino.
Ovviamente è lui al centro dell'attenzione, ma appena sposto lo sguardo su di lui noto che mi sta guardando. Mi fissa e mi perdo qualche istante nei suoi occhi color del cielo estivo. Così limpidi che mi fanno stare bene e mi portano il cuore in gola.

«Il tuo debole, invece?» chiedo ripensando alle ragazze con cui l'ho visto e mi chiedo io cosa centro con loro. «Bionde e belle. Un po' scontato, non credi?»

Aggrotta la fronte. «Perché lo dici?»

«Quelle con cui ti ho visto sono così.» rispondo stringendomi nelle spalle e sentendomi all'improvviso ancora più paffuta e goffa. «Arianna lo è e anche le altre. Tranne Caterina, ma lei è davvero bella.»

«Con la tua amica è stato un errore.» afferma deciso.

«Immagino di esserlo stata anche io.»

«No.» dice con così tanta foga che ci sorprendiamo entrambi. Sospira passandosi una mano fra i capelli e riprendendo il controllo. «Tu non sei stata un errore, che non ti passi nemmeno per la testa. Io non mi pento di quello che è successo.»

Vorrei potergli credere, ma come faccio? «Caterina?»

«É di questo che ti devo parlare.» risponde sospirando.

Sotto il cielo di Milano [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora